Cannabis light, il bando è annullato: l’Italia ha dimenticato di notificare all’Ue l’articolo 18 del decreto sicurezza

I giudici italiani dovrebbero annullare il divieto relativo al fiore della canapa, nonostante le intenzioni del governo di smantellare i negozi di cannabis light. La ragione? Palazzo Chigi ha commesso lo stesso errore della legge sul divieto della carne coltivata, ovvero non ha notificato la normativa alla Commissione europea, come richiesto dalla direttiva 1535 del...

Mag 6, 2025 - 17:26
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Cannabis light, il bando è annullato: l’Italia ha dimenticato di notificare all’Ue l’articolo 18 del decreto sicurezza

I giudici italiani dovrebbero annullare il divieto relativo al fiore della canapa, nonostante le intenzioni del governo di smantellare i negozi di cannabis light. La ragione? Palazzo Chigi ha commesso lo stesso errore della legge sul divieto della carne coltivata, ovvero non ha notificato la normativa alla Commissione europea, come richiesto dalla direttiva 1535 del 2015.

Le associazioni del settore della canapa avevano già sollevato dubbi: l’articolo 18 del decreto Sicurezza non risultava nell’archivio online degli avvisi ufficiali all’Unione europea. Per questo, le organizzazioni Canapa sativa Italia e Imprenditori canapa Italia (IcI) avevano avviato un ricorso presso il tribunale civile, davanti alla corte distrettuale d’appello di Firenze.

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Ora, le aziende del settore vedono un barlume di speranza e chi aveva deciso di chiudere, temendo accuse legate alla droga, potrebbe riconsiderare la propria decisione.

Oggi si accende una luce di speranza per la canapa italiana. La mancata notifica dell’articolo 18 del decreto sicurezza – e, allo stesso modo, del decreto Schillaci – da parte del governo, come previsto dalla Direttiva 2015/1535, porterà a disapplicare queste norme che avrebbero potuto danneggiare gravemente un settore strategico e vitale per il nostro Paese. Si apre così un nuovo spiraglio per le 3 mila imprese che sarebbero state costrette a chiudere i battenti o a ridimensionare le loro attività, temendo rischi legali che non sarebbero mai dovuti gravare su un settore assolutamente in linea con la giurisprudenza comunitaria. E tirano un sospiro di sollievo i 30 mila addetti della filiera, dichiara Cristina Guarda.

Il ricorso civile per difendere la filiera

La notifica per l’azione di accertamento è stata presentata il 18 aprile. Ora, però, è ufficiale: nessuna notifica del governo italiano è arrivata a Bruxelles. La conferma arriva da fonti vicine alla Commissione europea. E cosa succederà in tribunale?

Chiederemo l’annullamento dell’articolo 18 per la violazione della direttiva sulla strategia del mercato unico digitale – ha dichiarato l’avvocato Giacomo Bulleri – con la speranza che venga riconosciuta la prevalenza del diritto comunitario sulle norme nazionali incompatibili.

Secondo la legislazione europea, una norma va disapplicata quando non viene rispettata la procedura Tris per informare Bruxelles. Questo è stato stabilito dalla Corte di Giustizia del Lussemburgo in tre sentenze: la causa C-194/94 CIA Security International, la C-443/98 Unilever Italia S.p.A, e l’ultima causa C-86/22 Papier Mettler Italia. La Commissione europea cita esplicitamente questi casi in una comunicazione inviata l’11 aprile scorso a Raffaele Desiante, imprenditore nel settore della canapa e presidente di IcI.

Nella lettera si legge: “Il giudice nazionale deve rifiutarsi di applicare una normativa tecnica nazionale adottata in violazione dell’obbligo di notifica… Inoltre, nella recente causa C-86/22 Papier Mettler Italia, la Corte ha ribadito l’importanza di rispettare i termini di notifica”.

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