Calore "intrappolato" a 100.000 gradi: nuova ricerca sulla fusione negli USA
Ricerca USA svela inattesa barriera al flusso di calore in plasmi a 100.000°C
Una ricerca statunitense ha messo in luce un comportamento inatteso del calore in condizioni estreme. Gli scienziati hanno osservato per la prima volta che, in un plasma surriscaldato a ben 100.000 gradi Celsius (180.000 gradi Fahrenheit), il calore fatica a propagarsi tra materiali differenti.
L'esperimento, condotto utilizzando il potente laser Omega-60 presso l'Università di Rochester, ha svelato che questa barriera al flusso termico si manifesta in un ambiente che simula le condizioni estreme presenti all'interno delle stelle e dei nuclei planetari, o quelle create negli esperimenti volti a ottenere l'ignizione della fusione tramite laser.
La ricerca rappresenta la prima osservazione diretta di questo limitato scambio termico tra materiali in condizioni così estreme. Guidato dal fisico Thomas White dell'Università del Nevada, Reno, e dal suo ex dottorando Cameron Allen, lo studio si è concentrato sull'interfaccia tra un metallo (tungsteno) e una plastica, sottoposti a calore e pressione intensi generati dai raggi X provenienti da fogli di rame riscaldati con il laser. Jeremiah Williams, direttore del programma di fisica dei plasmi presso la National Science Foundation (NSF) statunitense, ha sottolineato l'importanza della scoperta.