Calcinazione: dipingere di bianco i tronchi degli alberi è davvero una buona idea? Vantaggi e svantaggi
La primavera avanza e, con essa, il risveglio della natura. Nei frutteti, tra i rami ancora spogli, vi sarà sicuramente capitato di scorgere dei tronchi bianchi, come fantasmi silenziosi. Di cosa si tratta? Nessun mistero, e neanche un mero capriccio estetico: stiamo infatti parlando della calcinazione, una pratica antica che prevede l’applicazione della calce sul...

La primavera avanza e, con essa, il risveglio della natura. Nei frutteti, tra i rami ancora spogli, vi sarà sicuramente capitato di scorgere dei tronchi bianchi, come fantasmi silenziosi. Di cosa si tratta? Nessun mistero, e neanche un mero capriccio estetico: stiamo infatti parlando della calcinazione, una pratica antica che prevede l’applicazione della calce sul tronco degli alberi. Dipingere i tronchi con la calce, secondo molti, rappresenta un’arma efficace contro malattie e parassiti. Ma è davvero così? O nasconde insidie che troppo spesso si ignorano?
Perché si dipingono di bianco i tronchi degli alberi?
La calcinazione affonda le sue radici nel passato. Per realizzarla si utilizza la calce viva, ottenuta riscaldando rocce calcaree a elevate temperature. A contatto con l’acqua, si trasforma in calce spenta, pronta per essere applicata sui tronchi. Il suo potere deriva da un pH elevato (tra 12 e 13), capace di eliminare funghi, batteri e larve di insetti.
Un rimedio semplice e naturale, almeno in apparenza. In realtà, l’efficacia è limitata e gli effetti collaterali non sono trascurabili. Il confine tra protezione e danno, come spesso accade in agricoltura, è sottile.
I benefici della calcinazione
La calce possiede un’azione disinfettante, che aiuta a prevenire le infezioni fungine e gli attacchi degli insetti svernanti nella corteccia. Riduce anche la proliferazione di muschi e licheni, che possono creare microambienti favorevoli a parassiti. Inoltre, la colorazione bianca riflette la luce solare, aspetto che eviterà al tronco di surriscaldarsi troppo durante le soleggiate giornate invernali, prevenendo le screpolature dovute agli sbalzi termici.
Un trattamento, quindi, che sembra un toccasana per gli alberi. Ma la realtà, come spesso accade, è più complessa di così.
Gli svantaggi meno evidenti
Vediamo gli aspetti negativi della calcinazione, spesso sottovalutati se non addirittura completamente sconosciuti.
Un’arma a doppio taglio per la biodiversità
Se la calce tiene lontani i parassiti, il suo effetto non è selettivo. Uccide indistintamente sia gli insetti dannosi che quelli utili, come le coccinelle e gli imenotteri parassitoidi, fondamentali per l’equilibrio naturale. Inoltre, con il passare del tempo, la calce si sgretola e si deposita nel terreno, alterandone il pH. Un suolo troppo alcalino può compromettere la crescita di alcune piante e ridurre l’attività della microfauna, impoverendo di fatto l’ecosistema.
In sintesi: proteggere l’albero potrebbe significare indebolire l’ambiente che lo circonda.
Pericolosa per chi la applica
La calce non è un prodotto innocuo. Durante la preparazione e l’applicazione può irritare la pelle, gli occhi e le vie respiratorie, eventuali schizzi accidentali possono causare ustioni chimiche, mentre l’inalazione della polvere comporta rischi concreti per la salute. Per questo motivo, è fondamentale proteggersi con guanti, mascherina e occhiali. Inoltre, l’operazione richiede pazienza: pulizia del tronco, preparazione della miscela, applicazione uniforme in due mani e ripetizione annuale.
Morale della favola: non è esattamente un’operazione rilassante per il fine settimana.
Non è una soluzione miracolosa
La calcinazione non elimina tutti i problemi. Alcuni parassiti, come gli afidi ed i bruchi, non si lasciano di certo intimorire da un tronco bianco. Funghi e batteri possono comunque diffondersi da altre parti della pianta o sopravvivere nel terreno. Inoltre, la protezione offerta dalla calce non è eterna: pioggia e vento la danneggiano, e ne riducono l’efficacia nel tempo.
Conclusione: dipingere il tronco non basta, servono anche buone pratiche agronomiche.
Calcinare o non calcinare?
A questo punto, la domanda sorge spontanea: ha davvero senso dipingere di bianco i tronchi? La risposta non è univoca. Nei frutteti tradizionali, dove si cerca un approccio il più possibile naturale, la calce può essere un valido alleato, ma deve essere usata con criterio, senza abusarne e valutando il contesto.
Chi coltiva in modo biologico dovrebbe considerare dei metodi alternativi, come l’impiego di insetti utili e l’adozione di trattamenti a base di propoli, oppure di estratti vegetali. Anche la scelta di varietà più resistenti alle malattie riduce la necessità di interventi invasivi.
Calcinazione: equilibrio e buon senso
Dipingere i tronchi di bianco non è un errore, ma neanche una panacea per tutti i mali. Come ogni tecnica agricola, richiede conoscenza e misura. Se sceglierete di eseguirla, dovrete farlo bene, proteggendovi adeguatamente e valutando, di volta in volta, gli effetti sul terreno e sull’ecosistema.
E voi, siete del team calce o preferite lasciare che la natura faccia il suo corso?
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