Bitcoin sarà influenzato dalla decisione sui tassi di interesse di mercoledì?
C'è grande attesa, non tanto per la decisione (ormai scontata), ma sulle prospettive che verranno disegnate da Powell.


Mercoledì 7 maggio 2025, la Fed deciderà se tagliare i tassi di interesse oppure lasciarli invariati: anche se i mercati si sono già ampiamente convinti che non li taglierà, il prezzo di Bitcoin potrebbe reagire lo stesso.
Infatti, se il mancato taglio è pressoché scontato, c’è invece ancora molta incertezza sui possibili successivi tagli.
I tagli ai tassi di interesse
Il picco massimo relativo degli ultimi anni per i tassi di interesse negli USA è stato toccato a luglio del 2023, quando la Fed li portò al 5,5%. Si trattava del livello più elevato degli ultimi 22 anni.
Fino ad agosto del 2024 li lasciò così alti, ma a settembre iniziò a tagliarli.
Fino ad oggi ci sono stati tre tagli, per un totale di 100 punti base. Ora questi tassi sono al 4,5%.
Si tratta di un livello ancora molto alto, tanto che dal 2008 ad oggi è stato battuto solamente con gli aumenti del 2023.
Lo stesso Presidente USA Donald Trump ha più volte chiesto a gran voce alla Fed di tagliarli, anche perchè a gennaio, febbraio e marzo non li ha più tagliati (l’ultimo taglio risale a dicembre), ma la situazione sul lato dell’inflazione non consente ancora di supporre che la banca centrale americana sia già pronta a riprendere i tagli.
La questione chiave ora è il numero di tagli da giugno fino a fine anno.
Le previsioni
Dando per scontato che mercoledì non vi sia alcun taglio, i mercati finanziari stanno però scommettendo che da giugno fino a dicembre potrebbero esserci altri tre o quattro tagli da 25 punti base.
Tuttavia se fino a poche settimane fa davano per probabile un primo taglio già a giugno, ora invece sono diventati più conservativi, ritenendo più probabile un primo taglio solo a luglio.
Il problema è l’inflazione.
Infatti la Fed nel 2022/2023 fu costretta ad alzare i tassi per tenere sotto controllo un’inflazione schizzata a livelli che non si vedevano dagli anni ’80 del secolo scorso, e nel corso del 2024 la riduzione non è stata sufficiente ad indurla a continuare con i tagli dei tassi anche nella prima parte del 2025.
Il dato che la Fed utilizza come punto di riferimento è il cosiddetto PCE Core, che dopo essere schizzato sopra il 5,6% nel 2022, nel 2024 era sceso fino a 2,6%, ovvero ancora al di sopra dell’obiettivo del 2%.
Inoltre a febbraio 2025 era risalito al 3%, anche se a marzo è tornato al 2,6%.
Il problema è che la nuova politica commerciale estera di Trump basata sui dazi produrrà inevitabili aumenti dei prezzi dei beni importati dall’estero, e tale impatto sull’inflazione non è ancora stato rilevato.
La Fed pertanto, in attesa di nuovi dati, difficilmente se la sentirà di scommettere su un futuro ulteriore calo dell’inflazione, dato che invece è più probabile un aumento.
L’impatto dei tagli dei tassi di interesse su Bitcoin
Il punto chiave mercoledì non sarà tanto la notizia, ormai scontata, del mancato taglio dei tassi, ma lo scenario futuro che verrà descritto dalla Fed, ed in particolare dal suo presidente Jerome Powell durante la tradizionale conferenza stampa.
Infatti sebbene i mercati si siano convinti che entro fine anno la Fed dovrebbe comunque tagliare tre o quattro volte i tassi, il presidente potrebbe invece anche apparire molto più cauto, e questo non farebbe affatto piacere ai mercati.
Anzi, visto che i mercati ormai hanno scommesso sui possibili tagli, se il sentiment dovesse virare in direzione più pessimistica di sicuro molte posizioni verranno modificate in breve tempo.
Un eventuale riposizionamento tale potrebbe tornare a mettere paura ai mercati, finendo di nuovo per indurre spostamenti di capitali dagli asset risk-on, come Bitcoin, a quelli risk-off, come l’oro.
D’altronde qualcosa del genere è già accaduto da febbraio ad aprile, anche proprio a causa del fatto che alla luce dei dazi imprevedibilmente così alti introdotti da Trump molte posizioni sono state modificate con spostamenti dagli asset risk-on a quelli risk-off.
L’economia USA
Detto ciò, i dati macroeconomici di venerdì hanno però descritto un’economia statunitense ancora in ottimo stato, con +177.000 occupati non agricoli a fronte di +133.000 previsti.
Il tasso di disoccupazione è risultato stabile al 4,2%, ma nonostante la solidità dei dati in molti continuano a ritenere probabile una recessione negli USA nel corso del 2025.
Gli scommettitori su Polymarket continuano a ritenere più probabile una recessione che non il contrario, tanto che i mercati venerdì hanno risposto con cauto ottimismo agli ottimi dati sul mercato del lavoro.
Il fatto è che i dati risultano ancora nettamente resilienti, nonostante il futuro oscuro, e stanno continuando a crescere le speranze di un potenziale disgelo nelle tensioni commerciali. Infatti le borse USA hanno fatto segnare un ottimo rimbalzo nella seconda metà di aprile, dopo un forte e veloce tonfo dopo l’annuncio dei dazi “reciproci” ad inizio mese.
Analisi del prezzo di Bitcoin (BTC)
Per quanto riguarda il prezzo di BTC, il bottom della recente correzione sembra ormai alle spalle, anche se sul breve periodo permangono l’incertezza ed i dubbi sul suo andamento.
Tuttavia se la situazione lato dazi dovesse migliorare, come da attese, e soprattutto se il sentiment dovesse tornare a virare verso il risk-on, con un significativo calo del prezzo dell’oro, parte di questa incertezza potrebbe dissolversi, anche di colpo, e lasciare spazio per un maggiore ottimismo, soprattutto per quanto riguarda il resto del 2025.
Non va dimenticato che tutte le volte che si sono tenute le elezioni presidenziali negli USA da quando esiste Bitcoin (2009), l’anno successivo sul prezzo di BTC si è gonfiata una bolla speculativa, mentre l’anno successivo è entrato in un bear-market della durata di circa 12 mesi.