Berto o l’arte di reinventarsi. Le cinque ’R’ della sostenibilità
IL LORO CHIODO FISSO, da più di vent’anni a questa parte, si chiama sostenibilità: una parola che Berto Industria Tessile,...

IL LORO CHIODO FISSO, da più di vent’anni a questa parte, si chiama sostenibilità: una parola che Berto Industria Tessile, storica azienda di Bovolenta, nel Padovano, ama declinare nelle cosiddette ‘5 R’. ‘R’ come ‘Rispetta, ricicla, riutilizza, ripara, riduci’: "L’incipit di cinque verbi, cinque inviti che raccontano il nostro approccio sostenibile attraverso tutte le fasi di lavorazione dei nostri prodotti", sottolinea l’amministratore delegato Flavio Berto (nella foto sotto), rappresentante della quarta generazione al timone dell’azienda. Fondata nel 1887 dai fratelli Giuseppe ed Egidio Berto come attività di vendita di articoli per la casa, l’azienda ha saputo rinnovarsi e cambiare pelle più volte nell’arco di quasi 140 anni, senza mai scendere a compromessi sull’esigenza di mantenere l’intera produzione a Bovolenta. Oggi come allora, la filosofia dell’azienda poggia proprio sulle mani degli artigiani e delle maestranze che ci lavorano: "Sono le mani a parlare dei nostri progetti – sintetizza l’ad – crediamo fortemente nella bellezza di progetti esclusivi, creati con le nostre mani, assieme ai nostri clienti". Così, dalla prima produzione, legata alla fabbricazione dei tessuti per le vele richiesti dalla vicina Venezia (repubblica marinara – è bene ricordarlo – per più di mille anni, dal 697 al 1797), Berto ha saputo reinventarsi, nel corso degli anni, in molti altri settori: dal mercato dell’abbigliamento da lavoro ai tessuti per l’arredamento, dalla camiceria fino al denim.
Attualmente, l’azienda padovana produce denim di alta qualità per i brand più prestigiosi della moda italiana e internazionale. Non è un caso se Flavio Berto ama definirsi come ‘l’artigiano del mondo del blu’. Tornando alla sostenibilità, l’azienda spiega nel dettaglio, sul proprio sito web ufficiale, in che modo l’intero processo produttivo del denim – articolato nelle fasi di approvvigionamento filati, tintoria indaco, tessitura, finissaggio e controllo qualità – sia improntato alle ‘cinque R’ della sostenibilità. Non solo: Berto ha realizzato una gamma di tessuti denominata, appunto, ‘Pianeta’ e munita dell’importante certificazione internazionale Grs (acronimo di Global recycle standard).
Il Global recycle standard riconosce il ruolo cruciale del riciclaggio per la promozione di un modello sostenibile di produzione e consumo; mira, inoltre, a incoraggiare la riduzione dello spreco di risorse (materie prime vergini, acqua ed energia) e ad aumentare la qualità dei prodotti riciclati. Per poter essere riconosciuto, Grs prevede l’emissione di una dichiarazione ambientale - verificata da una terza parte -che dimostri sia il contenuto di materiali riciclati nei prodotti (intermedi e finiti), sia il rispetto dei criteri ambientali e sociali in ogni anello della catena produttiva. I tessuti ‘Pianeta’ sono realizzati con il 65% di filato di cotone rigenerato, proveniente da scarti di produzione, hanno una trama stretch riciclata e risultano da processi di tintura e finissaggio in modalità ‘eco’. Per queste ragioni, richiedono una quantità d’acqua pari a -70%, un consumo di prodotti chimici pari a -85% e l’emissione di anidride carbonica del 60% inferiore rispetto alla stessa quantità di un tessuto standard. L’azienda si è dotata, inoltre, di un sistema biologico di depurazione delle acque. Ma cosa significa ‘biologico’? Che si avvale di batteri – anziché di sostanze chimiche - per depurare l’acqua e permette di convertire i sedimenti derivanti dai processi produttivi in concime per il terreno. Il sistema, dunque, trasforma e separa le acque di scarico in due parti: da un lato, c’è l’acqua pulita che risale nel fiume; dall’altra, i sedimenti biologici, che saranno riutilizzati per concimare e fertilizzare i campi. Si riproduce, così, l’infinito ciclo della vita presente in natura fin dagli albori del nostro pianeta. Berto Industrie tessili offre ai propri clienti anche un’ampia gamma di tessuti ‘organici’: realizzati, cioè, con cotone biologico, un tipo di cotone coltivato con metodi e prodotti a basso impatto ambientale.
In particolare, due tessuti della linea organica sono colorati con una tintura indaco naturale, derivante dalla lavorazione delle foglie della pianta Indigofera Tinctoria, coltivata nell’India meridionale. Tutti i tessuti della linea sono muniti della certificazione Gots (Global organic textile standard): è la certificazione di riferimento a livello globale per il cotone organico e garantisce al consumatore che i prodotti tessili biologici siano ottenuti in conformità con rigorosi criteri ambientali e sociali, applicati durante tutto il processo di produzione, dalla raccolta delle fibre naturali sino all’etichettatura del prodotto finito. A questo proposito, tra le collezioni già lanciate dall’azienda per la prossima stagione (autunno-inverno 2025/2026) spicca ‘Philosophy Denim’: comprende tessuti realizzati con cotone organico e cotone riciclato, derivante da scarti di produzione. È stata pensata, fa sapere l’azienda, come un "omaggio al denim autentico, all’ambiente e alla sostenibilità". L’altra collezione per l’autunno-inverno prossimo, denominata ‘Soft Hand 2526’, è realizzata con fibre cellulosiche e sostenibili come la viscosa EcoVero di Lenzing, derivante da foreste certificate e prodotta con una quantità inferiore di acqua e Co2 rispetto alla viscosa standard.