“Basta lezioni nei container”: l’occupazione pacifica degli studenti del liceo Sabin di Bologna
“Non vogliamo più fare lezione nei container”. A lanciare questo grido d’allarme sono gli studenti del liceo “Sabin” di Bologna che hanno occupato pacificamente la scuola per porre di nuovo al centro dell’attenzione l’annosa questione della mancanza di spazi. Da quattro anni venti classi sono costrette a fare lezione nei moduli allestiti dall’amministrazione dietro la […] L'articolo “Basta lezioni nei container”: l’occupazione pacifica degli studenti del liceo Sabin di Bologna proviene da Il Fatto Quotidiano.

“Non vogliamo più fare lezione nei container”. A lanciare questo grido d’allarme sono gli studenti del liceo “Sabin” di Bologna che hanno occupato pacificamente la scuola per porre di nuovo al centro dell’attenzione l’annosa questione della mancanza di spazi. Da quattro anni venti classi sono costrette a fare lezione nei moduli allestiti dall’amministrazione dietro la sede principale in via Matteotti. Ma non solo. Altre tre classi sono costrette a ruotare dove di volta in volta c’è una sezione vuota. Un esempio? Se il lunedì mattina alle prime due ore la prima A va in laboratorio, questi ragazzi vanno al loro posto. E così ogni due ore circa cambiano: sono nomadi all’interno del loro istituto. Una situazione che nemmeno la preside Rossella Fabbri e tutti i professori sopportano con piacere, tant’è che pur prendendo le distanze dalla modalità della protesta, anche la dirigenza è solidale con i ragazzi. A spiegare la situazione è il vice preside, Alfonso De Bernardis: “Ci troviamo vicino alla stazione, abbiamo corsi innovativi; siamo una scuola che riceve molti alunni anche dalla provincia proprio per la sua posizione. Abbiamo una grande richiesta d’iscrizioni ma dobbiamo fare i conti da anni con la mancanza di spazio. Abbiamo avviato da tempo un’interlocuzione con Città Metropolitana e con il Comune ma non siamo mai arrivati ad una soluzione”.
Nessun problema invece sul versante occupazione: “Finora – spiega il professore – tutto è andato bene. Proprio oggi riceveremo i ragazzi per trattare sulla durata della loro protesta”. Una situazione complessa quella del “Sabin” che attende la succursale che dovrebbe sorgere dov’era collocato il museo Tpr. L’estate scorsa gli studenti e i docenti si erano illusi di poter andare all’interno del Polo dinamico ma le istituzioni hanno scelto di assicurare quello spazio alle medie “Besta” e così quelli di via Matteotti sono rimasti con il cerino in mano.
Qualcuno aveva previsto che la nuova succursale nel 2025 sarebbe stata già pronta ma nulla da fare. Al “Sabin” sono ancora tutti lì nei container e a girare tra un’aula e l’altra senza una palestra propria nonostante vi sia un indirizzo sportivo. A difendere l’operato dell’amministrazione e a dare una risposta ai ragazzi è l’assessore all’Istruzione di palazzo D’Accursio Daniele Ara, che contattato da ilfattoquotidiano.it dice: “Quei moduli sono strutture bellissime ed efficienti, sempre alla temperatura giusta. Non stiamo parlando dei container del Belice. Due terzi del Polo Dinamico dovevano diventare la succursale del liceo “Sabin” ma questa sede sarebbe stata lontana dalla loro sede. Di fronte poi alla richiesta di non abbattere venticinque alberi per costruire le nuove “Besta” abbiamo dato spazio a quest’ultimi. Il liceo avrà un ampliamento al più presto. I moduli comunque sono persino condizionati”.
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