Banche, lo shock dei dazi riprezza il valore delle Ops

Lo sciacquone provocato in Borsa dalla minaccia dei dazi Usa non ha risparmiato le banche, seminando in generale incertezza sul risiko delle offerte. In generale l’effetto è stato quello di riallargare gli sconti tra il valore delle Ops implicito nelle quotazioni e il valore dei titoli-preda. Ma ci sono eccezioni e distinguo. Tutte le offerte […] L'articolo Banche, lo shock dei dazi riprezza il valore delle Ops proviene da Iusletter.

Apr 8, 2025 - 11:24
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Banche, lo shock dei dazi riprezza il valore delle Ops

Lo sciacquone provocato in Borsa dalla minaccia dei dazi Usa non ha risparmiato le banche, seminando in generale incertezza sul risiko delle offerte. In generale l’effetto è stato quello di riallargare gli sconti tra il valore delle Ops implicito nelle quotazioni e il valore dei titoli-preda. Ma ci sono eccezioni e distinguo.

Tutte le offerte contemplano la clausola di salvaguardia Mac (material adverse change) che permette all’offerente di ritirarsi nel caso in cui – la formula è sostanzialmente standard – entro x giorni dalla data di pagamento intervengano circostanze o eventi straordinari che possano comportare significativi mutamenti negativi nella situazione politica, sanitaria, finanziaria, economica, valutaria, normativa o di mercato che abbiano effetti sostanzialmente pregiudizievoli sull’offerta e/o la situazione finanziaria, patrimoniale, economica, reddituale dell’emittente. Una clausola di emergenza che però nessuno si ricorda sia mai stata utilizzata in Piazza Affari anche perchè si presta a interpretazioni non univoche. Il crollo delle Torri gemelle con quello che ne conseguì fu utilizzato, ma per ottenere uno sconto, nel passaggio della quota di riferimento di Olivetti in Telecom da Bell a Olimpia, su condizioni che erano state concordate prima dell’attacco terroristico. Ma non fa testo a riguardo perchè si trattava di una negoziazione tra controparti private.

L’unica offerta arrivata per ora al traguardo è quella che Bpm ha lanciato su Anima, conclusasi la settimana scorsa raggiungendo l’89,94% del capitale. Anche qui è presente la clausola Mac, cui Bpm dovrà rinunciare prima del pagamento delle azioni, fissato per il 10 aprile.

A distinguersi, poi, nel panorama di Ops a sconto c’è l’offerta di Banca Ifis su Illimity, che è l’unica a premio, alla chiusura di Borsa di ieri del 4,3%. L’Opas – offerta pubblica di acquisto e scambio – è l’unica in pista con una componente cash (0,1 azione Ifis per ogni azione Illimity più 1,414 euro in contanti), che, nel contesto confuso attuale, ha un valore certo. La guerra dei dazi rischia di pesare sul mercato dei non performing loans, sui quali Illimitity ha puntato.

Unicredit e Bpm hanno concluso la seduta a valori che implicano uno sconto del 6,9% nell’offerta carta contro carta annunciata da Unicredit (0,175 azioni di Unicredit per ogni azione Bpm). La banca di piazza Gae Aulenti è già in condizione di potersi ritirare per via delle modalità di acquisizione di Anima da parte dell’ex Popolare (il rilancio sul prezzo e la mancata autorizzazione a utilizzare il danish compromise) e dunque la Mac è un’aggiunta potenzialmente superflua. Bpm è esposta sulle imprese esportatrici e quindi rischia di essere danneggiata di riflesso dai dazi.

Lo stesso si può dire per Popolare di Sondrio, sulla quale Bper ha annunciato un’offerta di scambio di 1,45 azioni per ogni azione della banca valtellinese. Lo sconto ieri sera era del 6%.

Movimento alterno invece per il valore implicito dell’Ops di Mps su Mediobanca (2,3 azioni della prima per ogni azione della seconda) che in mattinata, mezz’ora dopo l’apertura, aveva allargato lo sconto al 5,3% e in chiusura l’aveva ridimensionato al 3,1%. Il modello di business di Mediobanca dovrebbe essere più al riparo di quello delle banche commerciali dagli shock da barriere tariffarie.

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