Ballan: “Ayuso favorito n.1 al Giro d’Italia. Pogacar può pagare il post-Roubaix alla Liegi contro Evenepoel”

Alessandro Ballan, veneto classe 1979, all’inizio della sua carriera ha fatto fatica a trovare spazio tra i professionisti. Solamente nel 2004 la Lampre ha trovato il coraggio di puntare su di lui e questa scelta fu poi ripagata da grandi risultati come la vittoria al Giro delle Fiandre nel 2007 e il Mondiale di Varese […]

Apr 22, 2025 - 10:09
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Ballan: “Ayuso favorito n.1 al Giro d’Italia. Pogacar può pagare il post-Roubaix alla Liegi contro Evenepoel”

Alessandro Ballan, veneto classe 1979, all’inizio della sua carriera ha fatto fatica a trovare spazio tra i professionisti. Solamente nel 2004 la Lampre ha trovato il coraggio di puntare su di lui e questa scelta fu poi ripagata da grandi risultati come la vittoria al Giro delle Fiandre nel 2007 e il Mondiale di Varese nel 2008, conquistato grazie ad una splendida azione coronata dall’egregio lavoro della Nazionale diretta da Franco Ballerini. Nel 2010 poi Ballan è passato alla BMC, fino al giorno del suo ritiro agonistico. Oggi Ballan è testimonal di marchi importanti come Garmin e Banca Mediolanum, Fizi’k, Bmc e Campagnolo, Abus e Tap Patch e tanta bicicletta.

Evenepoel è tornato a gareggiare dopo un lungo periodo di stop a causa dell’incidente e ha subito vinto…
“Remco è un fuoriclasse, è un corridore ‘non umano’ ed è il bello di questo periodo del ciclismo con un paio di corridori che sono nettamente superiori a tutti gli altri e poi altri 5/6 corridori che cercano di dare battaglia. Se paragoniamo il ciclismo dei miei anni era impensabile tornare alle gare ed essere subito così competitivo, ma servivano almeno una ventina di giorni di corse per trovare le giuste sensazioni in bici”. 

Pogacar-Evenepoel alla Liegi: chi vedi favorito?
“Sarà una bella lotta. Pogacar secondo me sarà un po’ penalizzato dal post Roubaix perché è una corsa che rimane addosso per svariati giorni, quindi lo vedo in ottima condizione, ma non al 100%, così come Evenepoel al quale mancano giorni di corsa nelle gambe, però è molto competitivo”.

Chi vedi meglio tra Roglic, Ayuso e Tiberi al Giro d’Italia?
“Secondo me sarà un Giro d’Italia aperto. Roglic dalla sua ha l’esperienza, Ayuso ha una squadra forte e vorrà ritagliarsi dello spazio all’interno del Team, Tiberi invece può arrivare al Giro senza grandi pressioni, quindi può dire la sua, non ha grandi pretese, ma può fare bene; il mio favorito numero uno è Ayuso”. 

Dove pensi di deciderà il Giro quest’anno? Senza Pogacar è corsa aperta…
“Tre settimane sono sempre abbastanza esigenti, ci sono tappe interessanti soprattutto verso fine Giro e quindi nell’ultima settimana di corsa in cui ci sarà anche il Colle delle Finestre e potrà essere una tappa decisiva”. 

Ti aspetti un Ciccone da classifica o cacciatore di tappe?
“Ciccone è un bel corridore da Grandi Giri e può puntare ad una top5, ma il problema è che una giornata negativa la può sempre trovare e quindi penso che, piuttosto che lottare per le prime dieci posizioni al Giro, potrebbe puntare a qualche tappa e alla maglia di miglior scalatore”. 

In vista del Tour, pensi che Vingegaard tornerà a dare filo da torcere a Pogacar?
“Secondo me sì, sarà un Tour bellissimo e battagliato perché Pogacar arriverà da una prima parte di stagione intensa, mentre Vingegaard preparerà l’appuntamento ad hoc”. 

Ganna e la Roubaix: sfida rimandata?
“Ganna è adatto ad una corsa come la Roubaix, l’aveva già vinta da Under23 ed è portato per questo tipo di corse. L’ho visto pedalare bene, ma è una corsa in cui serve molta fortuna e forare nel momento sbagliato può far cambiare le sorti della gara”. 

Ti aspettavi qualcosa di più da Milan nelle Classiche?
“Milan è ancora giovane, è migliorato sul picco di velocità massima e quindi sugli sprint ed è giusto che porti avanti questa strada. Sulle Classiche deve fare ancora molta esperienza, ma sarà sicuramente, in un futuro prossimo, uno dei nostri uomini su cui puntare anche nelle Classiche”. 

Sempre meno ragazzini in Italia fanno ciclismo e si spostano su altri sport. Manca la figura trainante, come Sinner nel tennis, e inoltre i genitori temono per gli incidenti… Come si può lavorare per far sì che la situazione possa migliorare?
“Per un genitore è difficile mettere i figli sulla strada perché è un pericolo continuo e poi non c’è un cambio generazionale in chi organizza le gare giovanili, senza tener conto che molti Team di ragazzini hanno chiuso oppure non organizzano più le corse. Bisognerebbe educare i bambini ad una corretta educazione stradale, perché saranno i grandi del domani e quindi coloro che saranno alla guida di un automobile; insieme a dei circuiti per poter garantire un avvicinamento al ciclismo in totale sicurezza fino ai 13/14 anni per poi metterli con le dovute cautele su strada”.