Azioni Banco Bpm in calo dopo no BCE al Danish Compromise su Opa Anima

L’istituto centrale ha dato parere negativo all’applicabilità della norma sull’Opa in corso sull’asset manager, nel quale Bpm ha già superato il 45% del capitale.

Mar 26, 2025 - 17:06
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Azioni Banco Bpm in calo dopo no BCE al Danish Compromise su Opa Anima

Accelerano al ribasso le azioni Banco Bpm dopo la notizia del parere negativo della Banca centrale europea sull’applicabilità del Danish Compromise sull’Offerta Pubblica di Acquisto per Anima Holding, notizia che mette in dubbio anche l’operazione in atto da parte di UniCredit.

Il titolo dell’istituto arriva a cedere il 5% a metà seduta di Piazza Affari di oggi, scendendo così sotto quota 10 euro, soglia sopra la quale era salito venerdì scorso.

Resta positivo il bilancio di BAMI in questo 2025, con una crescita ancora superiore al 25% rispetto ai livelli di inizio 2025 (7,77 euro).

La banca ha ricevuto il parere contrario da parte della BCE “sul trattamento prudenziale dell'acquisizione di Anima, alla quale non si applicherebbe, a proprio avviso, il c.d. Danish Compromise" (DC).

Questa posizione, "che non costituisce una ‘decision’, lascia impregiudicate le valutazioni dell'Eba", coinvolta dalla stessa BCE, quale Autorità competente al fine di esprimersi "definitivamente" sulla questione, precisa Bpm.

A questo proposito la banca ricorda di aver presentato apposito quesito all'Eba volto a confermare l'applicabilità, alla fattispecie specifica dell'acquisto di Anima, della posizione favorevole precedentemente espressa dalla medesima Autorità in risposta a una precedente richiesta di parere, formulata con riferimento ad altra operazione.

In attesa del pronunciamento ufficiale da parte dell'Eba, proseguono le interlocuzioni con la BCE specifica l’istituto guidato da Giuseppe Castagna.

La mancata applicazione del Danish Compromise che conseguirebbe da un eventuale pronunciamento non favorevole da parte dell'Eba è stata "riflessa in uno scenario di worst case in cui il Cet1 ratio rimane al di sopra del 13% (a fronte del 14,4% dello scenario base di applicazione del Danish Compromise)”, si legge nella nota del banco.

Inoltre, la distribuzione complessiva agli azionisti traguarda l'ammontare di 6 miliardi di euro - superiore del 50% rispetto ai target del piano precedente - equivalenti su base annua a 1 euro per azione, cui si aggiungerebbe 1 ulteriore miliardo di euro nello scenario base di applicazione del Danish Compromise.

L'ottenimento del Danish Compromise era una delle condizioni dell'Opa ma il Cda di Banco Bpm nell'assemblea dello scorso febbraio sul rilancio del prezzo a 7 euro per azione ha anche ottenuto dai propri soci l'autorizzazione a poter rinunciare ad alcune condizioni di efficacia dell'offerta, tra cui quella legata al via libera all'applicazione del regime prudenziale.

A sua volta UniCredit ha condizionato la sua offerta di scambio su Banco Bpm alla circostanza che quest'ultima non modificasse i termini e le condizioni della sua offerta su Anima, indicando in particolare l'effetto negativo sul Cet1 della banca nel caso di Opa senza Danish Compromise.

Dal punto di vista del capitale, la mancanza del Danish Compromise “significa circa 170 bp di Cet 1 inferiore a BAMI, il che implica che l'SBB di 1 miliardo di euro è molto improbabile”, spiegano da WebSim Intermonte, ricordando “che l'affare su Anima non è impattato poiché il PTO è in corso e non era correlato all'approvazione del DC”.

Dal punto di vista della valutazione, “il nostro calcolo FV autonomo post nuovi obiettivi del piano aziendale è di 9,3 euro, mentre includendo Anima (ipotizzando l'approvazione del DC) è di 10,6 euro. Pertanto, ex approvazione del DC l'impatto sul FV è nell'intervallo di 0,4 euro per azione”, proseguono dalla sim, che su Banco Bpm mantiene il target price di 12 euro, nel quale era “anche incluso il valore del cash bump correlato alle sinergie che Unicredit/BAMI potrebbero avere”.

Nel frattempo, per effetto delle adesioni finora raccolte e tenuto conto delle azioni già oggetto dell'impegno di adesione da parte di Poste Italiane, alla data del 25 marzo 2025 Banco Bpm aveva raggiunto il 47,24% del capitale sociale di Anima, e pertanto è stata superata la soglia minima del 45% più un'azione prevista per l'Opa.

Per domani Banco Bpm ha convocato un Cda che discuterà gli aggiornamenti sull'Opa Anima, "anche con riferimento alle condizioni di efficacia volontarie apposte all'Offerta".