Risiko bancario a rischio. No Bce a “Danish Compromise” per Banco BPM
Il giudizio di Francoforte non solo mette a rischio l'OPA su Anima, ma compromette anche l'OPS di Unicredit per il Banco BPM

Giornata di passione per il Banco BPM, che crolla in Borsa, evidenziando una perdita superiore al 5%, dopo il parere negativo espresso dalla BCE al “Danish Compromise”, l’incentivo collegato sull’OPA lanciata per Anima. Neanche la precisazione del Banco sulla volontà di andare avanti con l’OPA ha neutralizzato la delusione del mercato, che aspetta il CdA di domani e l’assemblea Unicredit.
La decisione sul Danish Compromise, infatti, non solo mette in gioco l’offerta del Banco per la SGR milanese, ma condiziona anche l’offerta di scambio avanzata da Unicredit per il Banco BPM. Domani è stato convocato un CdA del Banco BPM, proprio nel giorno in cui è convocata l’assemblea di Unicredit, che dovrà approvare l’aumento di capitale a servizio dell’OPS sul Banco BPM. La Banca guidata da Andrea Orcel aveva in passato già ventilato la possibilità di ritirare la sua offerta, condizionandola al via libera dell’autorità di vigilanza.
La Bce si è espressa in senso restrittivo
Banco BPM ha confermato di aver ricevuto una comunicazione della Bce, con la quale l’organo di supervisione ha portato all’attenzione della Banca la propria visione conservativa sul trattamento prudenziale dell’acquisizione di Anima, stabilendo che in questo caso non si applicherebbe il cosiddetto Danish Compromise. La Bce, ha dato un suo parere, non assunto una decisione, quindi si attendono le valutazioni dell’EBA (European banking authority), che in qualità di autorità di vigilanza competente, dovrà esprimersi definitivamente sulla questione.
La Banca aveva presentato un apposito quesito all’EBA, volto a confermare l’applicabilità del Danish Compromise, alla luce della posizione favorevole precedentemente espressa dall’Autorità in risposta a una precedente richiesta di parere, formulata con riferimento ad altra operazione.
Cosa è il Danish Compromise
Il Danish Compromise è una norma contabile che risale al 2012, poi incorporata nelle regole di Basilea 3, che garantisce un incentivo alle acquisizioni effettuate dalle banche tramite le controllate assicurative. Incentivo si concretizza in uno “sconto” patrimoniale, che consente alla banca in questione di acquisire un’altra società senza dover approntare il capitale aggiuntivo per compensare l’avviamento (o goodwill), come richiederebbero le regole standard.
Nel caso in specie, l’offerta stata formalmente lanciata tramite la controllata assicurativa Banco BPM Vita. In questo caso, si calcola che il beneficio per Banco BPM sarebbe pari a 1 miliardo di euro. Lo conferma il Banco segnalando anche che il CET 1 ratio, nello scenario di worst case (senza Danish Compromise) sarebbe al di sopra del 13% (a fronte del 14,4% dello scenario base di applicazione del Danish Compromise).
OPA Anima va avanti
Banco BPM ha fornito anche un aggiornamento sull’andamento delle adesioni sin qui raccolte, ribadendo la volontà di andare avanti con l’offerta. Tenendo in considerazione anche l’impegno assunto da Poste Italiane, alla data di ieri, 25 marzo 2025, le adesioni erano pari al 47,24% del capitale sociale di Anima, e pertanto risultava superata la soglia minima di efficacia dell’offerta pari al 45% più 1 azione. Nel frattempo, è stata confermata anche l’adesione di Caltagirone, che avrebbe portato le adesioni già oltre la soglia del 50% dell’OPA.