Auto elettrica, come accelerare su colonnine e flotte aziendali
La rete italiana di colonnine di ricarica a uso pubblico per le auto elettriche “ha raggiunto la fase due” del suo sviluppo, con quasi 66mila punti installati a fine marzo 2025. Questo il dato rilanciato da Motus-E, l’associazione che promuove la mobilità elettrica nel nostro Paese, nel suo aggiornamento trimestrale. Secondo il presidente di Motus-E, […] The post Auto elettrica, come accelerare su colonnine e flotte aziendali first appeared on QualEnergia.it.

La rete italiana di colonnine di ricarica a uso pubblico per le auto elettriche “ha raggiunto la fase due” del suo sviluppo, con quasi 66mila punti installati a fine marzo 2025.
Questo il dato rilanciato da Motus-E, l’associazione che promuove la mobilità elettrica nel nostro Paese, nel suo aggiornamento trimestrale.
Secondo il presidente di Motus-E, Fabio Pressi, ora l’obiettivo è “continuare a installare e migliorare l’esperienza di ricarica a 360 gradi, lavorando sugli hub ad alta potenza e sulla capillarità e omogeneità della rete, con particolare attenzione alle differenti esigenze territoriali”.
In particolare, i punti di ricarica sulle autostrade sono arrivati a 1.108 unità (942 a marzo 2024 e 559 nello stesso mese di due anni fa), di cui l’86% è di tipo veloce in corrente continua e il 64% supera i 150 kW di potenza. Il 45,5% delle aree di servizio autostradali è dotato di colonnine.
Tra le singole Regioni con più punti di ricarica, è sempre in testa la Lombardia con 13.306 punti, +3.148 negli ultimi 12 mesi, seguita da Lazio (7.040), Piemonte (6.351) e Veneto (6.031).
Colonnine e flotte aziendali nelle audizioni alla Camera
Di colonnine si è parlato anche nelle audizioni alla X commissione Attività produttive della Camera, durante l’esame del Piano d’azione industriale europeo per il settore automobilistico, presentato a marzo dalla Commissione Ue.
Tra le misure del Piano a sostegno della domanda, accolte con favore da Motus-E:
- nuovi fondi per lo sviluppo delle colonnine all’interno del Sustainable Transport Investment Plan;
- priorità per le connessioni alle reti elettriche delle infrastrutture di ricarica;
- schemi legislativi per promuovere la ricarica “intelligente” con tecnologie V2G (Vehicle-to-Grid).
Altro tema affrontato nelle audizioni è come accelerare la diffusione di modelli elettrici nelle flotte aziendali.
Secondo Aniasa, l’associazione di Confindustria che rappresenta il settore dell’autonoleggio e della mobilità condivisa e digitale, serve una politica fiscale mirata.
Come si legge nel documento acquisito dalla X commissione, “è fondamentale intervenire sulla percentuale di deducibilità dei costi e sugli importi annuali su cui è commisurata la percentuale di deducibilità (bloccati ai valori determinati a fine 1997) per i veicoli rientranti nelle fasce di emissione 0-20 e 21-60 g/km di CO2”.
Inoltre, per incentivare il car sharing nelle città, si propone di eliminare i canoni annuali richiesti dai Comuni agli operatori e di ridurre l’Iva su tali servizi dall’attuale 22% al 10%, allineando l’aliquota a quella in vigore per il trasporto pubblico urbano.
Per Marco Vecchio, direttore tecnico di Federazione Anie (che riunisce le imprese elettrotecniche ed elettroniche), occorre “incentivare in modo strutturale e strategico l’installazione di colonnine di ricarica elettrica” e, per puntare in questa direzione, “il settore delle flotte aziendali riveste un ruolo centrale”.
Difatti, “le imprese rappresentano una quota significativa del parco circolante e, attraverso scelte sostenibili, possono agire da moltiplicatore per l’adozione di veicoli elettrici anche nel mercato privato”.
Tuttavia, come segnalato anche dall’Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica), nel Piano europeo manca l’indicazione di un budget sulle risorse con cui finanziare gli incentivi alla domanda, rivolti all’installazione di colonnine e all’acquisto di veicoli elettrici da parte di privati e flotte.
In tema di incentivi, evidenzia ancora Motus-E, “si parla purtroppo solo di raccomandazioni agli Stati membri e di armonizzazione, generando il rischio di creare aspettative sul mercato e rallentarlo ulteriormente”, se non saranno aggiunte misure adeguate.
Insieme alle forme di sostegno alla domanda, è poi la richiesta della Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola-media impresa), “serve un forte impegno per accompagnare il mondo della manutenzione alla transizione tecnologica e produttiva” dai motori endotermici a quelli elettrici.
Gli Stati membri devono definire politiche e fondi “che permettano agli attuali operatori di riconvertire produzione e processi” e a questo “si affianca la necessità di riqualificare e formare nuovi addetti in grado di garantire il necessario passaggio generazionale”.
- Memoria Motus-E (pdf)
- Memoria Aniasa (pdf)
- Memoria Federazione Anie (pdf)
- Memoria Anfia (pdf)
- Memoria CNA (pdf)