Audi Talk, a Milano si parla di flessibilità, abilità, performance. E intelligenza artificiale

Per Roberto Benigni, che aveva diretto e interpretato “Johnny Stecchino”, il vero problema di Palermo era il traffico. Per Paolo Genovese, regista, sceneggiatore e scrittore, il problema generale è la “miopia”, quella che anticipa i grandi fallimenti di chi non ha saputo leggere il futuro. Lo ha detto a Milano nell’Audi Talk organizzato in occasione […] L'articolo Audi Talk, a Milano si parla di flessibilità, abilità, performance. E intelligenza artificiale proviene da Il Fatto Quotidiano.

Apr 11, 2025 - 15:21
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Audi Talk, a Milano si parla di flessibilità, abilità, performance. E intelligenza artificiale

Per Roberto Benigni, che aveva diretto e interpretato “Johnny Stecchino”, il vero problema di Palermo era il traffico. Per Paolo Genovese, regista, sceneggiatore e scrittore, il problema generale è la “miopia”, quella che anticipa i grandi fallimenti di chi non ha saputo leggere il futuro.

Lo ha detto a Milano nell’Audi Talk organizzato in occasione del FuoriSalone in una riflessione incentrata sul motto che ha animato la presenza della casa dei Quattro Anelli, ovvero la “flexability”, l’incrocio tra flessibilità e abilità. “È dal confronto e l’interazione che può nascere l’equilibrio”, era stato l’assist servito da Timm Barlett, da qualche mese a capo della filiale italiana di Audi, agli altri protagonisti del dibattito, cioè Marco Panichi, preparatore atletico e performance coach di Jannik Sinner e Stefano Gandelli, content creator di Geopop.

Genovese ha citato il caso di Blockbuster (in contrapposizione a Netflix) a supporto della tesi sulla miopia di chi non ha saputo guardare al domani e rispondere con rapidità a una esigenza che ancora non c’era. Nella vita come nello sport e sul lavoro è anche una questione di tempi: “I grandi campioni – sintetizza Panichi – sono quelli che si sanno controllare”. Il riferimento è ai punti giocati bene nei momenti giusti: “È impossibile non provare emozioni – avverte Panichi – e la loro gestione quando si è sotto pressione è quella che fa la differenza”. E, ancora: “L’abilità non è un dono, ma un’attitudine”. Il performance coach del numero uno del tennis mondiale cita Aristotele: “L’eccellenza non è un’azione, ma un’abitudine. E noi dobbiamo creare abitudini eccellenti e eliminare quelle che non lo sono”. Una delle grandi capacità è quella di uscire dalla propria “comfort zone” per ricrearne una nuova: nel caso della sport è la flessibilità di adattarsi a situazioni nuove, che, tra le altre cose, possono togliere punti di riferimento chiari agli avversari.

Genovese racconta di come sul set di un film, l’idea geniale per risolvere un problema gli fosse stata data da un macchinista: “Coinvolgere e motivare le persone è importante, perché del gruppo di oltre cento che lavorano ad un film, sul manifesto finiscono quasi solo i nomi del regista e degli attori. È necessario sentirsi coinvolti, altrimenti le cose si fanno con noia”. “La flessibilità è quella che ti permette di concentrarti sul risultato e non sull’ostacolo – sottolinea ancora Panichi – e i campioni sono quelli che gli ostacoli li sanno aggirare”.

Guarda oltre, insomma. Che è quello che Audi prova a fare con le proprie auto di nuova generazione. Circa l’intelligenza artificiale, con la quale vengono ormai definite anche le più moderne auto, Genovese ammette di aver letto sceneggiature senza autore: “Purtroppo non le ho trovate nemmeno male”, confessa. “Ma l’intelligenza artificiale è qualcosa di antitetico rispetto alla creatività, che è invece qualcosa di nuovo, che non esiste”. Il rischio, secondo il regista, è che l’efficienza produttiva possa condurre a un appiattimento creativo. “Come tutti gli strumenti – conclude Gandelli – anche l’intelligenza artificiale deve essere utilizzata nel modo giusto”.

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