Asset allocation: ecco perché è meglio adottare un approccio tematico

Lo scorso gennaio tre eventi apparentemente scollegati hanno attirato l’attenzione degli osservatori globali: più di 10.000 abitazioni andate in fumo a Los Angeles a causa degli incendi, l’annuncio di Microsoft di voler investire 80 miliardi di dollari in data center alimentati dall’intelligenza artificiale, e il minimo storico di nascite registrato in Francia, ulteriore conferma del... Leggi tutto

Apr 29, 2025 - 13:40
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Asset allocation: ecco perché è meglio adottare un approccio tematico

Lo scorso gennaio tre eventi apparentemente scollegati hanno attirato l’attenzione degli osservatori globali: più di 10.000 abitazioni andate in fumo a Los Angeles a causa degli incendi, l’annuncio di Microsoft di voler investire 80 miliardi di dollari in data center alimentati dall’intelligenza artificiale, e il minimo storico di nascite registrato in Francia, ulteriore conferma del calo della fertilità e dell’invecchiamento della popolazione. Secondo Jean-Charles Belvo, Portfolio Manager Thematic Equity di J. Safra Sarasin, questi fenomeni hanno un filo conduttore ben preciso: “Sono esempi eclatanti di un mondo che sta cambiando rapidamente attraverso alcuni importanti megatrend secolari, e ciò sta accadendo indipendentemente dall’azione politica”.

Belvo sottolinea come la rilevanza di queste tendenze profonde venga spesso sottovalutata: “È per questo che abbiamo posto il pensiero tematico al centro del nostro quadro di investimento”. La scelta di adottare un approccio tematico, spiega, risponde a tre obiettivi fondamentali: identificare le aree a più rapida crescita, cogliere nuove opportunità comprendendone l’impatto su società e settori, e selezionare aziende la cui strategia rifletta una crescita sostenuta di ricavi e utili.

Ma investire seguendo i trend non è privo di insidie. “Il rischio principale consiste nel presumere che le nuove tendenze continueranno a crescere senza sosta, per poi restare delusi quando le aspettative risultano troppo alte”, avverte Belvo. Ecco perché è essenziale disporre di un quadro di riferimento solido e regolato da criteri precisi, per valutare correttamente il potenziale e contenere i rischi.

Nel lavoro di J. Safra Sarasin, il focus è rivolto a cinque megatrend chiave: digitalizzazione, automazione, invecchiamento, evoluzione dei consumi e cambiamento climatico. “Questi megatrend sono tangibili e misurabili attraverso i cambiamenti della società. È improbabile che si verifichi un’inversione di tendenza e continueranno a innescare trasformazioni in numerosi settori nei prossimi dieci anni”, afferma Belvo.

A questi si aggiungono 25 sottotemi considerati promettenti e strutturalmente solidi. Tra gli esempi più interessanti troviamo la migrazione al cloud, le nuove terapie oncologiche e le soluzioni per la gestione sostenibile delle risorse idriche. L’approccio adottato prevede una revisione costante di megatrend e sottotemi, così da includere le evoluzioni più recenti e cogliere nuove opportunità d’investimento. “L’obiettivo è selezionare aziende con alte barriere all’ingresso, forte potere di determinazione dei prezzi e capacità di acquisire quote di mercato all’interno della catena del valore”, spiega Belvo.

Questo metodo, prosegue, offre due vantaggi fondamentali: “Da un lato permette di evitare le aziende più esposte a un solo tema, puntando invece su realtà diversificate e sostenute da più venti di coda; dall’altro, consente di ridurre i rischi legati a mode passeggere o trend temporanei”.

In un contesto macroeconomico incerto, segnato dalle incognite sull’agenda economica di Trump, dagli stimoli cinesi, dal peso del debito globale e dai tassi d’interesse, Belvo è convinto che guardare oltre la congiuntura sia la strada più saggia. “Gli investitori possono trarre vantaggio da un approccio equilibrato, concentrandosi sulle trasformazioni tematiche di lungo periodo e sulle società ben posizionate per beneficiarne”.