Ascoli, il caso 25 aprile. Il sindaco: "Denuncio 144 odiatori social"

Fioravanti (centrodestra): "Mi augurano la morte". L’opposizione attacca: è lui a fomentare le divisioni.

Mag 1, 2025 - 06:16
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Ascoli, il caso 25 aprile. Il sindaco: "Denuncio 144 odiatori social"

"Sui social ho anche ricevuto minacce di morte, in 144 hanno commentato un post scrivendo di volermi appendere a testa in giù. Sono persone di fuori, che non mi conoscono e mi dipingono come fascista, ma io vorrò guardarle in faccia in tribunale e farmi conoscere meglio da loro". La denuncia è arrivata dal sindaco di Ascoli Marco Fioravanti (nella foto piccola), nel corso del consiglio comunale che si è svolto ieri mattina.

Una seduta caratterizzata da momenti di grande nervosismo perché sui banchi della sala della Ragione sono arrivate due interrogazioni urgenti riferite agli striscioni comparsi in città in occasione del 25 aprile. Da un lato la minoranza, guidata dal capogruppo Francesco Ameli, che ha chiesto lumi su come sono andate effettivamente le cose in merito all’identificazione della fornaia Lorenza Roiati di piazza Arringo, da parte delle forze dell’ordine, per aver affisso l’ormai celebre lenzuolo antifascista. Dall’altro la maggioranza, invece, che con l’interrogazione urgente della consigliera Emanuela Marozzi ha chiesto all’opposizione di essere solidale con il primo cittadino dopo lo striscione esposto dal Collettivo Caciara nei suoi confronti a colle San Marco, durante le celebrazioni del 25 aprile. Striscione che recitava: "Fioravanti, cosa sei salito a fare? Tu la Resistenza non puoi onorare".

"Non sono fascista, anzi – ha detto poi il sindaco –. Ho sempre lavorato per diffondere la democrazia. Non è un caso, giusto per fare un esempio, che in città abbiamo recentemente ospitato artisti e scrittori dichiaratamente di sinistra. Qualcuno ha voluto far passare il messaggio che fossi stato io, il 25 aprile, a inviare le forze dell’ordine a piazza Arringo per identificare gli autori dello striscione. Ma non è stato così. Tutto è stato provocato dalla strumentalizzazione politica attuata da Matteo Ricci, europarlamentare Pd. Quest’ultimo, sabato scorso, ha partecipato alla manifestazione che vedeva protagonisti ragazzi e ragazze che, in città, stavano ribadendo i propri valori. Ebbene, Ricci ha trasformato quel momento in un’occasione di propaganda politica, facendomi passare per fascista e scatenando un clima d’odio verso di me. A seguirlo sono state tante persone che sono di fuori città e, evidentemente, non mi conoscono affatto. E che sui social hanno scritto di volermi appendere a testa in giù. Ma io ho la coscienza pulita perché, come diceva mia nonna, ‘male non fare e paura non avere’. Vado avanti, a testa alta".

Tira dritto la minoranza: "La verità è che quanto accaduto il 25 aprile dimostra un grave cortocircuito comunicativo tra la polizia municipale e la Questura. Il vero fomentatore di divisioni in città è proprio il sindaco, che in ogni occasione cerca un nemico da attaccare, pur di evitare di affrontare i veri problemi di Ascoli".

Matteo Porfiri