Sterile polemica sulla scelta della procedura d’urgenza per la riforma della coesione

Si sta creando un caso intorno alla legittima decisione del vicepresidente esecutivo della commissione Raffaele Fitto di adottare la procedura d’urgenza, che verrà votata dalla commissione Regi lunedi prossimo a Strasburgo, per la tanto attesa riforma della coesione.  Secondo alcuni eurodeputati, infatti, questo delegittimerebbe il ruolo del parlamento europeo. Si tratta di una questione annosa, […] L'articolo Sterile polemica sulla scelta della procedura d’urgenza per la riforma della coesione proviene da Scenari Economici.

Mag 1, 2025 - 13:11
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Sterile polemica sulla scelta della procedura d’urgenza per la riforma della coesione

Si sta creando un caso intorno alla legittima decisione del vicepresidente esecutivo della commissione Raffaele Fitto di adottare la procedura d’urgenza, che verrà votata dalla commissione Regi lunedi prossimo a Strasburgo, per la tanto attesa riforma della coesione.  Secondo alcuni eurodeputati, infatti, questo delegittimerebbe il ruolo del parlamento europeo. Si tratta di una questione annosa, e anche assai attuale, dal momento che solo pochi giorni la commissione Juri ha bocciato la procedura d’urgenza decisa dalla presidente Ursula Von der Leyen sul provvedimento del “Riarm Europe”.

La riunione straordinaria è stata convocata alle 19:30 a Strasburgo e si è resa necessaria dopo lo stallo registrato la scorsa settimana tra i coordinatori dei gruppi politici che non hanno raggiunto una maggioranza chiara a sostegno dell’iter accelerato.

I Popolari, in cui milita Forza Italia, i Patrioti, famiglia europea della Lega e Ecr, il gruppo di Fratelli d’Italia, hanno sostenuto la richiesta della Commissione Ue di procedere con l’iter di urgenza sulla revisione delle priorità per la coesione, mentre si sono opposti Liberali, Socialisti, Verdi e la Sinistra Ue. Vista l’assenza di una maggioranza netta, il presidente della Regi ha deciso di rimettere la decisione al voto dell’intera commissione, calendarizzato lunedì 5 maggio.

Come detto le sinistre e i liberali sono contrari a questa decisione, mentre i partiti di centro destra, visto il carattere di urgenza che assume un riforma di medio termine di un meccanismo cosi fondamentale per il finanziamento degli Stati membri. La procedura d’urgenza è regolata dall’articolo 122 dei Trattati europei e recita che “fatta salva ogni altra procedura prevista dai trattati, il Consiglio, su proposta della Commissione, può decidere, in uno spirito di solidarietà tra Stati membri, le misure adeguate alla situazione economica, in particolare qualora sorgano gravi difficoltà nell’approvvigionamento di determinati prodotti, in particolare nel settore dell’energia”. E poi aggiunge che “qualora uno Stato membro si trovi in difficoltà o sia seriamente minacciato da gravi difficoltà a causa di calamità naturali o di circostanze eccezionali che sfuggono al suo controllo, il Consiglio, su proposta della Commissione, può concedere a determinate condizioni un’assistenza finanziaria dell’Unione allo Stato membro interessato. Il presidente del Consiglio informa il Parlamento europeo in merito alla decisione presa”.

Non si capisce allora per quale motivo si sia creata una polemica strumentale, resa ancora piu accesa dopo alcune dichiarazioni di un eurodeputato meloniano Pietro Fiocchi, che avrebbe dichiarato i suoi dubbi sulla decisione del commissario italiano. che ha immediatamente smentito con una nota quanto attribuitogli  “Nessuna critica a Fitto, anzi: ne riconosco apertamente l’impegno e ne elogio l’operato.
Condivido pienamente la necessità di avviare una procedura d’urgenza per la revisione intermedia della politica di coesione” che ha aggiunto come alcune sue dichiarazioni siano state estrapolate dal determinato contesto in cui sono state fatte “Il briefing odierno tenutosi in vista della prossima Plenaria, ha visto la partecipazione di numerosi studenti delle scuole, in un momento di confronto e approfondimento formativo.  Con loro ho voluto discutere apertamente le criticità legate ai processi decisionali dell’Unione europea. Chi ha inteso travisare o strumentalizzare le mie parole lo ha fatto in evidente malafede, offrendo un cattivo esempio a quelle nuove generazioni che guardano con fiducia e speranza al futuro dell’Europa”. Chiaramente pd e cinque stelle hanno preso la palla al balzo per criticare la decisione di Fitto, che ovviamente come è nel suo stile ha dichiarato di non voler assolutamente entrare nel dibattito parlamentare.

 

Denis Nesci, membro dell’Ecr della commissione Regi del Pe, ha voluto immediatamente smorzare le polemiche dichiarando che “È fondamentale precisare che tale procedura, prevista dal regolamento, non limita in alcun modo il ruolo del Parlamento come colegislatore: il testo potrà infatti essere emendato regolarmente. Ogni tentativo di far passare l’idea che la procedura d’urgenza escluda il confronto parlamentare è del tutto strumentale. Si tratta di uno strumento legislativo pensato proprio per affrontare situazioni straordinarie, come quella attuale, in modo rapido ed efficace. L’urgenza nasce dall’esigenza di approvare al più presto una riforma che garantisca agli Stati membri, alle regioni e ai territori la necessaria flessibilità, aggiornando priorità fissate ormai sei anni fa”.

Ma come ha anche dichiarato un mese Raffaele Fitto non intende certo adottare la procedura d’urgenza per scavalcare il parlamento o per accelerare qualche provvedimento “scomodo”, ma solo per una questione di necessità di avere la piena condivisione da parte degli Stati su una riforma cosi importante “La Commissione europea “sta lavorando” sulla revisione intermedia della politica di coesione ma “è un lavoro complesso, Non abbiamo fretta di farlo in un collegio o nell’altro. Mi auguro che possa essere presentata quanto prima ma l’importante è fare bene, non fare in fretta perché il tema è molto complesso e merita un approccio corretto”. ha detto Fitto, in conferenza stampa il 28 marzo scorso, al termine del Consiglio Ue Coesione, rispondendo proprio a una domanda sullo slittamento della presentazione della revisione di medio termine. “Sono fiducioso che si possa trovare una soluzione positiva, l’importante è farla bene e farla con una condivisione quanto più ampia possibile con tutti gli Stati membri e con tutti i livelli istituzionali che devono poi partecipare alla sua attuazione”, ha aggiunto.

La vera questione, si argomenta in ambienti vicini alla commissione, sarebbe quella che dietro a queste sterili polemiche si nasconda il tentativo di influenzare in qualche modo l’operato della commissione e di Fitto su questa riforma. Molti esponenti del centro sinistra  accusano la commissione di volere riformare la coesione in senso centralista, tagliando fuori per esempio le Regioni ( Fitto ha piu volte incontrato, nelle settimane passate, le autonomie locali non solo in Italia, proprio per coinvolgerle nella procedura di riforma, ed ha avuto da loro ampi attestati di stima) altri invece pongono la questione dell’utilizzo dei fondi della coesione per il riarmo. Accuse che appaiono davvero strumentali e che rivelano il vero spirito democratico che anima il dibattitto politico di alcune forze politiche che siedono tra i banchi di  Strasburgo. Perchè la prima accusa risulta quanto mai infondata, e piu volte smentita sia da Fitto che dalla stessa presidente Von der Leyen, mentre per la seconda si tratterebbe, come già spiegato da Fitto, di una decisione volontaria dei singoli Stati e non comprenderebbe comunque l’acquisto di armi, ma solo la spesa per investimenti in infrastrutture di difesa.

 

 

 

 


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