Strage di Capaci: "Lo sguardo di Francesca. Storia d’amore e di mafia"

Il nuovo film di Ricky Tognazzi e Simona Izzo porta in primo piano Morvillo "Non era solo la moglie di Falcone, ma una donna che ha fatto tanto per l’Italia".

Mag 1, 2025 - 06:16
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Strage di Capaci: "Lo sguardo di Francesca. Storia d’amore e di mafia"

Non è stata soltanto la moglie di Giovanni Falcone, come lui morta a seguito dell’attentato di Capaci del 23 maggio 1992. Francesca Morvillo era sostituto procuratore presso il Tribunale dei minori di Palermo in quella fine degli anni Settanta in cui la lotta tra i clan mafiosi seminava morte tra giudici, poliziotti, politici, giornalisti. In quella terra, la Sicilia, che Leonardo Sciascia riteneva “irredimibile“, lei cercava con convinzione e impegno di strappare i ragazzi dalla strada e dai legami mafiosi. Il film Francesca e Giovanni di Simona Izzo e Ricky Tognazzi, dal 15 maggio nelle sale, la toglie da quella zona d’ombra in cui è stata relegata e racconta la sua storia d’amore con Giovanni Falcone ma anche il suo lavoro e le sue idee. Con Ester Pantano nel ruolo di Francesca Morvillo e Primo Reggiani in quello di Giovanni Falcone.

"Avevamo pensato di intitolarlo Lo sguardo di Francesca, perché è questo – spiega Ricky Tognazzi – che il film fa: raccontare questa “storia d’amore e di mafia“, come precisa il sottotitolo, attraverso lo sguardo di lei". Si sono liberamente ispirati al libro Francesca di Felice Cavallaro ma è stato soprattutto Alfredo Morvillo, fratello di Francesca, anche lui giudice, ad aiutarli con i suoi ricordi e la sua testimonianza. Nessun contatto, invece, con i familiari di Falcone.

"Alfredo Morvillo ci ha accompagnati per mano. Ha vissuto il film insieme a noi – dice Simona Izzo – ed è grazie a lui se siamo riusciti a ricostruire dai momenti più intimi ai tanti aspetti dell’attività di Francesca, che diventa anche Consigliera in Corte d’appello, a Palermo: una carriera incredibile, mai raccontata". E prosegue: "Anche nel film di Ricky Excellent Cadavers su Falcone e Borsellino, la figura di Francesca Morvillo è molto marginale. Inoltre lei era di una riservatezza assoluta al punto che in tutta la sua vita non ha mai rilasciato un’intervista".

Assicurano che c’è ben poco di inventato, giusto qualche “licenza poetica“, la chiamano così. "È vero che una collega aveva letto a Francesca i Tarocchi, in qualche modo prevedendo quello che le stava per accadere. Ed è anche vero – spiegano – che l’esplosione non ha preso in pieno la macchina con Falcone e la moglie perché lui aveva poco prima sfilato la chiave dal cruscotto e l’auto aveva rallentato". È invece frutto di fantasia, precisano, ma in qualche modo riassume casi analoghi, la vicenda di un ragazzo accusato di parricidio. "L’importante – sottolinea Simona Izzo – è ricordare queste figure di persone che hanno fatto tanto per il nostro paese. Ci sono giovanissimi che scendono all’aeroporto “Falcone e Borsellino“ e si chiedono chi siano, perché le scuole non raccontano vicende successe trent’anni fa".

Confida Ricky Tognazzi: "Eravamo comunque preoccupati che qualcosa del nostro film potesse turbare la sensibilità di persone che continuano a soffrire e che, senza volerlo, avessimo tradito la verità". Dopo avere visto il film, Alfredo Morvillo li ha rassicurati: "È veramente quello che è successo". La storia di una coppia che si è molto amata, che ha condiviso l’impegno contro la mafia, consapevole e unita verso quel destino di morte. Ma, come si ricorda alla fine del film, sono stati poi separati: a Palermo, la tomba di Falcone è nella Chiesa di San Domenico, dove sono sepolti illustri siciliani, quella di Francesca Morvillo è nel cimitero di Santa Maria dei Rotoli.