Aree idonee, il Piemonte può ancora aspettare?
Aspettare che la Giustizia amministrativa faccia il suo corso sul tema delle aree idonee potrebbe essere una strategia rischiosa per il Piemonte. Se da un lato, infatti, l’assessore all’Energia Marnati aveva parlato a metà aprile di uno specifico disegno di legge pronto, ma congelato, dall’altro ci sono le Province di Cuneo e Alessandria che premono […] The post Aree idonee, il Piemonte può ancora aspettare? first appeared on QualEnergia.it.

Aspettare che la Giustizia amministrativa faccia il suo corso sul tema delle aree idonee potrebbe essere una strategia rischiosa per il Piemonte.
Se da un lato, infatti, l’assessore all’Energia Marnati aveva parlato a metà aprile di uno specifico disegno di legge pronto, ma congelato, dall’altro ci sono le Province di Cuneo e Alessandria che premono affinché si intervenga sulla programmazione degli impianti (si veda anche Aree idonee: il Piemonte attende il Tar, mentre corre su efficienza, Cer e chip).
È del 5 maggio, ad esempio, il via libera dato dal Consiglio provinciale di Cuneo a una mozione che impegna la Regione Piemonte a razionalizzare lo sviluppo del fotovoltaico.
L’obiettivo dei consiglieri provinciali, che hanno approvato il testo all’unanimità, è far sì che la Regione tenga presente le esigenze dell’agricoltura e del risparmio di suolo, introducendo una soglia massima di installazioni per fotovoltaico a terra e agrivoltaico rispetto alla superficie del territorio.
Logiche che a fine febbraio hanno caratterizzato anche un’analoga mozione approvata dal Consiglio provinciale di Alessandria. Le richieste alla Regione, in particolare, sono di modificare il Piano territoriale del Piemonte, che attualmente esclude il fotovoltaico dal computo per il consumo del suolo. Inoltre, l’idea di introdurre un tetto di superficie provinciale occupabile con impianti a fonti rinnovabili.
Lo scorso 15 aprile, come accennato, l’assessore regionale Matteo Marnati ha risposto a un’interrogazione M5S spiegando che il disegno di legge della Giunta sulle aree idonee “è stato elaborato, ma non è ancora stato presentato. Questo perché, dopo l’ordinanza di sospensione del Consiglio di Stato, si attende la decisione del Tar Lazio sulle norme di attuazione della legislazione statale di riferimento. L’esigenza è quella di avere certezza in merito al quadro normativo alla base della legislazione regionale”.
Nel frattempo, però, è stata presentata in Consiglio una nuova interrogazione sul tema, in questo caso da parte di FdI.
L’atto chiede all’assessore competente di consentire le autorizzazioni agli impianti agrivoltaici in fascia B del Piano per l’assetto idrogeologico (Pai).
In particolare, si legge nell’interrogazione, attualmente l’Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo) “pare assimilare” agrivoltaico e fotovoltaico, non consentendo la realizzazione del primo tipo, “anche fornendo una relazione di compatibilità idraulica a firma di un geologo abilitato”.
Il paradosso, secondo gli interroganti, è che a normativa vigente il Pai ammette l’ipotetica “costruzione di una stalla, con tanto di impianto fotovoltaico sulla copertura, con fondazioni in cemento armato e strutture molto pesanti che potrebbero ostruire il deflusso dell’acqua, mentre è vietata la realizzazione di un impianto agrivoltaico con semplice infissioni di pali”.
Da qui la richiesta di chiarire la questione, in primis con Aipo.
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