“Apprezzo Achille Lauro e Lucio Corsi ma il problema di questi è che sono tutti a scadenza. Hanno dentro la morte artistica, vedi i Maneskin”: parla Antonello Venditti
“Mi sono messo al piano e magicamente una mattina mi è arrivata. Tutta d’un botto. Tornavo a Roma dopo quattro anni di esilio, mi riconciliai con la città”, racconta Antonello Venditti al Corriere della Sera. La sua “Notte prima degli esami” a breve, come accade ogni anno, tornerà ancora più di attualità. Un brano popolare […] L'articolo “Apprezzo Achille Lauro e Lucio Corsi ma il problema di questi è che sono tutti a scadenza. Hanno dentro la morte artistica, vedi i Maneskin”: parla Antonello Venditti proviene da Il Fatto Quotidiano.

“Mi sono messo al piano e magicamente una mattina mi è arrivata. Tutta d’un botto. Tornavo a Roma dopo quattro anni di esilio, mi riconciliai con la città”, racconta Antonello Venditti al Corriere della Sera. La sua “Notte prima degli esami” a breve, come accade ogni anno, tornerà ancora più di attualità. Un brano popolare per tutte le generazioni: “Non è che l’Italia cambi così rapidamente. Probabilmente i ragazzi di oggi ritrovano sapori, profumi, angosce, speranze, dolori di ieri”.
Una canzone scritta in un momento drammatico della sua vita: “Mi ero separato da mia moglie Simona Izzo, avevo paura del pubblico e caddi in depressione. Lucio Dalla mi trovò casa in Brianza. E in alcuni momenti pensai al suicidio. Con la macchina. L’unica cosa che mi era rimasta. Ma desistetti“, spiega il cantautore romano. Ad aiutarlo fu Dalla: “Fu Lucio a dirmi di ritornare. Scrissi alla velocità della luce “Ci vorrebbe un amico”, “Grazie Roma”. E “Notte Prima degli Esami”. Sapeva mettere in relazione mondi molto diversi. Ed era molto curioso”.
Venditti racconta di aver trascorso momenti difficili nella sua infanzia, la madre lo bullizzava (“grasso come un maiale“): “Era una buona persona, ma le mancava proprio l’empatia. Essere sovrappeso ha condizionato tutti gli anni del liceo: pesavo 94 chili. Fino a 16 anni praticamente non ho vissuto. Poi ebbi un incidente, finii in ospedale e in due mesi ne persi 30. Mio padre faceva il viceprefetto, non c’era mai, ma all’occasione era il braccio violento di mamma. Una situazione complicata”.
Bullismo che oggi passa spesso attraverso i social: “Ne so qualcosa, la storia secondo cui avrei offeso una disabile è nata li, sui social”. Ricorda il discusso episodio fornendo una versione dei fatti differente: “È stato un fake. Sui social hanno fatto un montaggio in cui hanno unito le mie critiche a un’altra persona, normodotata, che mi stava insultando al momento in cui me la sarei presa con la disabile: un fake di cui non mi sono accorto nemmeno io all’inizio, tant’è che mi sono sentito in dovere di fare le scuse alla ragazza. Ora – continua Venditti – c’è una mia denuncia al tribunale di Andria contro l’autore di quel fake. L’assurdo è che c’è gente che mi chiede se ai miei concerti sono ammessi i disabili”.
Accenna al suo legame storico con De Gregori (“un fratello siamesi”), ricorda Rino Gaetano (“E’ stato stato molto sottovalutato”) e Lucio Battisti (“Non lo consideravamo molto: non scriveva i testi. Era simpatico però, un romanaccio. E lontano dalle dispute ideologiche: non era lui quello di destra, ma Mogol, le braccia tese sono roba sua”). Torna a “Notte prima degli esami” parlando di Claudia, citata nel brano: “Era la mia fidanzata di allora, la prima: perdemmo insieme la verginità. L’amore, il sesso la prima volta può essere un atto violento. Ma, appunto, non potevo farle male”. Oggi nella sua vita c’è Anna: “Sto con Anna, un amore fondato sulla stima. Quand’ero giovane il concetto di stima mi sembrava l’antiamore, oggi è il fondamento della nostra storia che non esclude il sesso, ma la completa. I trent’anni di differenza non pesano”.
“Sono ancora di sinistra? Sono un anarchico ormai. Certo non sono di destra. Giorgia Meloni è una ragazza che lavora. Sa l’inglese, quando c’erano dei premier che non parlavano manco l’italiano. Non so se la stimo, ma le riconosco l’impegno. Elly Schlein? Con lei c’è un problema di comunicazione“, spiega Venditti guardando alla politica di oggi. Non vede in giro un suo erede: “Però apprezzo le improvvisazioni di Achille Lauro. E la gavetta di Lucio Corsi. Ma il problema di questi è che sono tutti a scadenza. Hanno dentro la morte artistica, vedi i Maneskin. Bisognerebbe inserire la musica nella Costituzione. Per preservarla”, conclude il cantante.
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