Anche la Lapponia soffocata dal caldo. L’estate dei record batte il 1937

Secondo gli anelli degli alberi anche degli ultimi 2000 anni. Un altro segno tangibile dei danni del riscaldamento globale

Apr 29, 2025 - 14:43
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Anche la Lapponia soffocata dal caldo. L’estate dei record batte il 1937

Una curiosità, ma anche l’ennesima prova dei danni indotti al Pianeta dal cambiamento climatico: l’estate del 2024 è stata la più calda mai registrata anche in Lapponia, ovvero in quella regione che comprende il nord di Finlandia, Svezia, Norvegia e alcune aree della Russia.

Quasi mezzo grado in più dell’estate 1937

A portare l’evidenza scientifica è l’Istituto meteorologico finlandese, che ha pubblicato sulla rivista npj Climate and Atmospheric Science uno studio condotto insieme all’Istituto per le risorse naturali.

Nel corso dell’ultima estate la temperatura media registrata tra giugno e agosto nella città di Sodankylä, situata appunto nella regione della Lapponia finlandese, ha raggiunto i 15,9 °C, superando il precedente record del 1937 di 0,4 gradi °C e risultando così la più alta della storia sulla base delle osservazioni dirette eseguite dalla fine del 1800 in poi.

Ma non è tutto: secondo gli scienziati finlandesi, l’estate passata può anche essere considerata la più calda degli ultimi 2000 anni considerando una serie di dati indiretti ottenuti attraverso la dendroclimatologia, una branca della paleoclimatologia che consente di ricostruire le condizioni climatiche di epoche antiche attraverso l’analisi degli anelli degli alberi.

Sempre più probabile che si ripeta

Nello studio viene anche sottolineato che il cambiamento climatico di origine antropica (cioè indotto dall’uomo) ha aumentato di quasi cento volte le probabilità di andare incontro in Lapponia a un’estate così eccezionalmente calda. Per l’esattezza, in passato eventi simili si sarebbero verificati una volta ogni 1.400 anni, mentre oggi possono accadere ogni 16 anni.

Come tante altre zone della Terra anche la Lapponia sta già concretamente pagando gli effetti del riscaldamento anomalo: incendi boschivi più frequenti, improvvise ondate di calore e trasformazioni profonde della tundra, con impatti potenzialmente irreversibili sugli ecosistemi artici e sulle popolazioni locali.

Un quadro più che preoccupante che conferma l’allarme lanciato da uno studio pubblicato tre anni fa sulla rivista Nature: dal 1979 l’Artico si sta riscaldando quattro volte più rapidamente rispetto al resto del Pianeta e può quindi essere considerato un vero e proprio termometro globale della crisi climatica in atto.