Analisi fondo McLaren, il carico che Ferrari non sa generare

Con il botto di Norris a bordo della McLaren, durante il primo tentativo del Q3, è stato possibile osservare una foto abbastanza chiara del fondo. Attualmente la piattaforma della MCL39 è la seconda in termini di downforce, dietro a Red Bull, che continua ad avere un quantitativo massimo di carico leggermente maggiore, che tuttavia non […]

Apr 22, 2025 - 15:55
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Analisi fondo McLaren, il carico che Ferrari non sa generare

Con il botto di Norris a bordo della McLaren, durante il primo tentativo del Q3, è stato possibile osservare una foto abbastanza chiara del fondo. Attualmente la piattaforma della MCL39 è la seconda in termini di downforce, dietro a Red Bull, che continua ad avere un quantitativo massimo di carico leggermente maggiore, che tuttavia non è sempre riesce ad esprimere facilmente.

Ferrari deve imparare da McLaren

Al contrario, l’auto di Woking è più facile da inserire nella finestra corretta di funzionamento e. Per questo è in grado di produrre la spinta verticale corretta in diverse situazioni. In termini tecnici, questo significa che il macro elemento in questione ha una mappa aerodinamica più ampia, obiettivo che sta inseguendo in questi mesi proprio la Ferrari, potendo produrre un carico stabile in un range più alto nella variazioni di altezza da terra.

Questo, ovviamente che sia in fase di rollio, beccheggio o imbardata. La filosofia progettuale adottata dalla storica scuderia britannica punta proprio a questo, e per tale ragione adottano un sistema sospensivo che mira a ottenere più rigidità. Un bel vantaggio che le vetture color papaya sanno sfruttare al meglio nell’arco del fine settimana, mostrando un’elasticità di messa a punto strepitosa.

McLaren F1 Ferrari
Charles Leclerc (Ferrari) percorre il tratto lento di Jeddah a bordo della SF-25

Per questo qualsiasi tipo di layout non crea problema. Mentre la Rossa patisce e non poco questa condizione. Ne abbiamo parlato stamane, riferendoci al presunto problema nel generare grip nelle curve lente della SF-25. La vettura italiana lo sa fare e pure molto bene. Purtroppo però, dovendo ricercare compromessi maggiori, a Jeddah la scelta obbligatoria era sacrificare l’unico tratto guidato a favore di quelli rapidi numericamente superiori.

MCL39: come lavorano inlet e bordo tagliente del fondo

Passando all’analisi concreta su McLaren inerente la struttura del fondo, in verde abbiamo evidenziato gli elementi che compongono la zona iniziale. Nello specifico, notiamo le due appendici più importanti, tra le quattro presenti all’imbocco dei canali Venturi. Elementi fondamentali per generare outwash, producendo un aumento considerevole del carico. Per questo la loto forma è determinante e soggetta a diversi sviluppi durante l’anno.

Il fondo, infatti, produce la maggior percentuale di downforce di una monoposto a effetto suolo e il suo lavoro, di riflesso, va tutelato il più possibile. Bisogna limitare il cosiddetto effetto inwash, ovvero l’entrata laterale dei flussi “sporchi” all’interno del volume del pavimento. Migliore è questo lavoro, quanto più efficace sarà l’elemento. D’altra parte le “fence” in questione portano il flusso a espandersi verso l’esterno.

McLaren F1 Ferrari
La parte iniziale del fondo McLaren MCL39 per la stagione 2025

In questo mondo si ottengono due risultati: si genera un carico più avanzato tramite il cosiddetto “estrattore laterale” (edge wing) che di fatto si incarica pure di allontanare le turbolenze generate dalla ruota anteriore. Lo fa andando a generare diversi vortici, che si sommano uno all’altro costruendo di fatto il così detto “edge vortex”, capace di sigillare il fondo e prevenire le suddette infiltrazioni.

A circa metà delle appendici si stacca un vortice, schematizzato in grafica, nominato con la lettera “A”. La conformazione delle appendici è pertanto studiata per controllare la sua posizione, essendo molto corposo ed energizzato da altri vortici, permette di abbassare ulteriormente la pressione grazie alla potente velocità di rotazione.

MCL39: l’efficacia dei Canali Venturi

In giallo è invece schematizzato il tetto dei Canali Venturi, appositamente disegnato per alloggiare i vortici di grandi dimensioni con una particolare struttura. Ecco perché le pareti dei canali vanno disegnate per non ostacolare la loro rotazione, facendo in modo che non “si spezzino” in alcune condizioni di marcia. La loro traiettoria varia nel tempo a seconda dei movimenti del fondo.

Ancora una volta: più è stabile la configurazione del fondo e minori “variazioni rischiose” subirà la massa fluida nel suo tragitto. In giallo abbiamo evidenziato anche la forma caratteristica della chiglia, dotata di un ‘kick’ nella zona iniziale. Tale geometria dovrebbe incrementare la depressione locale. Infine arriviamo al diffusore, che costituisce la zona più delicata del fondo dove viene espando il flusso.

L’obiettivo mira a massimizzare il volume di estrazione, dove ogni singolo centimetro cubo è fondamentale. In rosso si notano ben due rientranze, che hanno proprio lo scopo di incrementare l’espansione suddetta. Una soluzione che abbiamo già visto sulla Red Bull RB20, e adottata in parte da McLaren dalla passata stagione. In questa zona abbiamo schematizzato la rotazione del corposo vortice che raggiunge il fondo.

Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich  

Immagini: Scuderia Ferrari – F1TV