Alex Britti: età, vita privata e carriera del cantante
Un cantate ammirato, un chitarrista strepitoso: dalle prime esibizioni con i grandi del blues al successo con il grande pubblico

Dietro il celebre cantante Alex Britti, non è un mistero, c’è anche un grandissimo chitarrista blues. Nato a Roma il 23 agosto 1968, e cresciuto nel quartiere Monteverde inizia a suonare la chitarra a 8 anni e a diciassette anni fonda il suo primo gruppo con cui si esibisce nei locali romani. Successivamente partecipa a festival blues italiani e si esibisce con Louisiana Red, per poi diventare il supporter dei bluesman americani di passaggio in Italia: da Paul Jones a Buddy Miles, fino a Billy Preston e alla tournée europea con Rosa King.
Una passione, ma soprattutto un talento che segna la sua strada nel mondo della musica, quella suonata, in particolare quella che affonda le sue radici nel profondo Sud degli Stati Uniti, nata dai discendenti degli schiavi neri e che Britti maneggia scorrendo le dite sulle corde della chitarra con incredibile disinvoltura e che lo conduce a scrivere anche con Amii Stewart il brano A better day, contenuto nell’album Magic della cantante statunitense.
Questa collaborazione lo porta ad Amsterdam, dove ha vissuto nei primi anni Novanta, periodo in cui ha girato nei locali della capitale olandese, suonando e partecipando a tour in tutta l’Europa continentale. Nel 1994 e nel 1995 prende parte con il suo trio al Concerto del Primo Maggio a Roma. In quello stesso anno è ospite della trasmissione Generazione X su Italia Uno e partecipa allo spettacolo teatrale Radio estetica di Franco Bertini. Intanto compone, con Sergio Cammariere, la colonna sonora dei film Uomini senza donne e quella di Stressati in cui fa parte anche del cast. Il 4 maggio 1998 apre il concerto milanese della leggenda del blues B. B. King.
Il successo di Alex Britti come cantante
L’esplosione del successo di Alex Britti, quello che lo fa conoscere al grande pubblico, arriva con il singolo Solo una volta (o tutta la vita), che lo porta in vetta alle classifiche italiane. L’album It.Pop ottiene un enorme successo di pubblico e critica, segnando l’inizio di un periodo prolifico. Nel 1999 vince il Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte con Oggi sono io, e duetta con artisti come Pino Daniele, Luciano Pavarotti e Joe Cocker.
Nel 2000 pubblica La vasca, il suo secondo album, che lo conferma ai vertici delle classifiche. Seguono altri progetti: il terzo album 3 (2003), e Festa (2005), in cui emergono le sue influenze blues e jazz. Torna a Sanremo nel 2006 con …Solo con te, che verrà incluso nella riedizione dell’album. Una Su Un Milione, Mi piaci, 7 mila caffè, Lo zinngaro felice sono solo alcuni dei brani di maggior successo del cantautore e musicista romano.
La paternità
Riservatissimo, Alex Britti non ama tanto parlare della sua vita privata. Tuttavia è noto che dalla sua ex compagna Nicole (più giovane di 22 anni) ha avuto un figlio, Edoardo. La coppia che si è unita nel 2013 ha deciso di chiamare con questo nome il proprio bambino per onorare Edoardo Bennato.
“Lo abbiamo sentito, desiderato, parlato, deciso, cercato, in qualche modo chiamato. Lui era evidentemente libero, e ci ha risposto subito. Allora l’abbiamo aspettato. Ci è venuto a trovare, ed è stata un’emozione indescrivibile. Ma sono convinto che, anche fosse stato un incidente, l’avrei guardato poi come la cosa più bella del mondo” ha raccontato tempo fa a Vanity Fair. Il figlio è la sua forza, il suo amore più grande.
“La rivoluzione che accade, quando sei genitore, è che di te stesso non t’importa più se non in funzione di quella creatura. Se sto con Edoardo, c’è Edoardo e basta. Sensazione strana, totale, che non conoscevo” Ha detto Britti, in qualità di papà. Come bambino però ha raccontato di aver avuto un’ infanzia difficile.
In un’altra intervista infatti, rilasciata a La Stampa, si è descritto sarcasticamente come un bambino fortunato a causa dei problemi psichiatrici del padre: “ Avevo ben due padri, a seconda dei giorni. Battuta a parte, più che l’infanzia è stata complicata l’adolescenza. Il suo era un bipolarismo borderline, che è andato peggiorando con l’età. Non è un caso se, subito dopo il militare, sono andato a vivere da solo”.
Per poi aggiungere: “Quando il problema di mio papà è stato diagnosticato, sono andato da uno psicologo per capire se avessi ereditato lo stesso disturbo. Per ora pare di no”. E infine ha sottolineato: “Per come la vedo io lo psicoterapeuta è uno specialista tanto quanto un ortopedico. Si va in analisi non solo se si ha un trauma ma anche per funzionare meglio come persone. Io ci sono stato più volte”.