A Vardzia, città rupestre, le rocce raccontano storie antiche e meraviglie incredibili
La città rupestre di Vardzia, costruita nel corso di decenni dalla regina Tamara e da suo padre Giorgio III, è un simbolo dell'età dell'oro della Georgia.

Insieme a Uplistsikhe e David Gareja, Vardzia è uno dei gioielli storici e architettonici più preziosi della Georgia, oltre che una delle attrazioni più visitate. Quando vi ritroverete ad ammirarla dal vivo, verrete subito catturati dal suo fascino magnetico: in passato, in questa città scolpita nella roccia c’erano abitazioni, negozi e biblioteche, oltre che una rete idrica. Immaginate lo splendore del tempo, la cui atmosfera suggestiva è tangibile ancora oggi.
La storia della città rupestre di Vardzia
Abitata fin dall’età del Bronzo e diventata successivamente un sito monastico e difensivo tra l’XI e il XIII secolo, Vardzia rappresenta uno dei luoghi più interessanti della Georgia con il suo imponente complesso di grotte artificiali scavate in una ripida parete rocciosa. L’idea per la sua costruzione fu concepita dal re Giorgio III: il suo obiettivo era quello di creare un luogo dove gli abitanti dei villaggi (fino a 50.000 persone) potessero rifugiarsi in caso di incursioni nemiche.
La città di Vardzia prosperò sotto il regno della regina Tamara, che ripensò il complesso come una città autosufficiente piuttosto che come un semplice luogo di rifugio temporaneo. Ricordata in un affresco murale situato all’interno della cappella, l’amata regina Tamara, seppur avesse una sua stanza, non visse qui a tempo pieno, ma vi si rifugiò in occasione di un’invasione particolarmente feroce.
Annidate nel profondo ventre della roccia, le grotte sono collegate da un labirinto di tunnel (alcuni lunghi più di 150 metri), scale e terrazze. Quello che vedrete oggi è solo una minima parte di quello che in realtà era Vardzia in passato: al culmine della sua grandezza, il complesso contava più di 6.000 stanze su 19 livelli che servivano a ogni tipo di scopo, come alloggi per i 200 monaci residenti, strutture difensive, cappelle o farmacie. Inoltre, c’erano almeno 25 cantine vinicole.
Nel 1283, un terremoto distrusse gran parte del complesso, asportando metà della scogliera e rivelando le sue strutture interne, mentre le invasioni ottomane causarono la distruzione di preziosi manoscritti. In seguito, i pastori iniziarono a usare le grotte come rifugio, fino a quando non furono completamente abbandonate nel XVI secolo. Nel 1988, i monaci vi fecero ritorno e oggi sono gli unici abitanti di quella che un tempo fu una grandiosa città della Georgia.

Cosa vedere a Vardzia
Vardzia è un monastero attivo, un popolare sito di pellegrinaggio ortodosso e una delle attrazioni turistiche imperdibili della Georgia. La prima struttura che vedrete entrando nel complesso è il campanile, costruito dopo che il terremoto distrusse gran parte del complesso. La pesante campana che un tempo pendeva qui fu rubata durante un’invasione mongola, insieme a manoscritti dorati e altri tesori.
Una delle parti più importanti del complesso è la cappella in pietra, con il soffitto alto nove metri intonacato con colorati affreschi medievali. Qui potrete ammirare il dipinto della regina Tamara (ne esistono solo tre in Georgia e questo è l’unico nel Paese in cui è raffigurata come una donna nubile senza il tradizionale copricapo).
Attraversando un basso tunnel, si raggiunge una sorgente naturale chiamata “le lacrime della regina Tamara”: l’acqua, goccia dopo goccia, crea un profondo laghetto. I pellegrini possono riempire le loro bottiglie con l’acqua santa curativa da un contenitore speciale nelle vicinanze.
Una delle prime camere rupestri che incontrerete durante la vostra visita è il refettorio, dove noterete delle sedute a panca intagliate nella pietra lungo le due pareti opposte (la disposizione assicurava che nessun monaco avesse la schiena rivolta a un’altra persona). Situata a uno dei livelli superiori e visibile dal sentiero, invece, c’è la farmacia che veniva utilizzata per preparare e conservare le tinture.
Terminerete la vostra scoperta di Vardzia con le cantine vinicole, delle quali potrete ancora vedere i colli di anfore di argilla incastonati in alcuni pavimenti di pietra. Qui i monaci producevano fino a 80 tonnellate di vino utilizzando uve coltivate su ripidi terrazzamenti, un metodo tradizionale di questa zona. Infine, Vardzia vantava un sofisticato sistema di irrigazione per convogliare l’acqua potabile ai livelli inferiori. Quello che vedrete sono resti di tubi d’acqua in argilla incastonati in alcune pareti, considerati tra le reliquie più antiche di Vardzia, risalenti al XII secolo.

Come raggiungere l’antica città di Vardzia in Georgia
Vardzia è situata nella regione di Samtskhe-Javakheti, nella Georgia meridionale, a circa 270 chilometri da Tbilisi o a 60 chilometri dalla principale città più vicina, Akhaltsikhe. Potete valutare di visitare l’antica città rupestre organizzando una gita di un giorno dalla capitale o come escursione secondaria da Kutaisi, Borjomi o Akhaltsikhe.
L’ideale per visitare Vardzia è noleggiare un’auto o partecipare a un tour di un giorno che vi permetterà di visitare sia la città antica che altre attrazioni nei dintorni. I trasporti pubblici come i bus ci sono, ma sono sconsigliati perché impiegano troppo tempo e non sono molti.