Wall Street in cerca di rimbalzo
La Borsa di New York sembra poter aprire in positivo dopo i forti cali di venerdì scorso e alcuni analisti si attendono che questa settimana i risultati di Nvidia potrebbero essere un punto di svolta per il mercato.

Wall Street prova il rimbalzo dopo i forti cali dell’ultima seduta della settimana scorsa dovuti ai segnali di indebolimento dell’economia mostrati dai dati macro, in particolare dall’Ism servizi sceso a febbraio sotto quota 50, ai minimi da 17 mesi.
A guidare i rialzi sono i future sul Dow Jones, in crescita dello 0,70%, seguiti dai contratti sullo S&P500 (+0,50%) e da quelli sul Nasdaq (+0,40%).
Il dollaro recupera dopo i cali di questa mattina nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD resta ferma a 1,0462. Poco mosso anche il Bitcoin, a 96 mila dollari, mentre l’oro (future) sale a 2.961 dollari l’oncia e a 2.946 dollari (prezzo spot).
Fermi i prezzi del petrolio: Brent a 74 dollari e greggio WTI a 70 dollari al barile.
Questa settimana (mercoledì) sono attesi i conti di Nvidia e, secondo le sue opzioni, il titolo potrebbe oscillare del 7,7% in entrambe le direzioni dopo i risultati, in linea con la variazione media del titolo del 7,6% il giorno dopo la comunicazione delle trimestrali nel corso degli ultimi 12 periodo (dati del servizio di analisi delle opzioni ORATS).
Per molti investitori i conti della società produttrice di chip rappresentano un test chiave per il settore legato all’AI. "I mercati sono in modalità attendista finché non vedremo i risultati di Nvidia, poiché potrebbero rappresentare un punto di svolta fondamentale", secondo Laura Cooper, responsabile della strategia di investimento globale presso Nuveen.
"Nonostante l'emergere di grandi modelli linguistici che sono più economici da gestire, altri segnali, tra cui enormi piani di investimento infrastrutturale da parte di giganti della tecnologia come Meta, indicano che i chip di fascia alta di Nvidia continueranno ad essere richiesti", spiega Susannah Streeter, responsabile di denaro e mercati presso Hargreaves Lansdown.
Gli analisti di Bank of America hanno avvisato di un possibile rischio bolla per i settori in rapida crescita come l’hi-tech, negli ultimi tempi protagoniste indiscusse sui mercati, che potrebbe essere sull’orlo di un crollo a seguito del raggiungimento di una crescita superiore a quella delle storiche bolle del passato come quella delle dot-com della fine degli anni ’90.
Alla base di queste preoccupazioni c’è la forte concentrazione del mercato: i primi cinque titoli dell’S&P500 rappresentano il 26,4% della capitalizzazione totale dell’indice, percentuale che non si vedeva dalla bolla tech del 2000. Ovviamente si tratta delle big tech di Wall Street, tra cui Apple, Microsoft e Amazon e la loro enorme crescita ha spinto l’S&P 500 verso nuovi massimi, ma ha anche reso il mercato estremamente vulnerabile a eventuali correzioni.
Secondo Jared Woodard, strategist di BofA, uno dei principali motori di questa distorsione è la crescente popolarità degli investimenti passivi che ha portato ad un accumulo di capitali nei titoli maggiori e più performanti, creando così una situazione pronta ad esplodere nel momento in cui gli investitori inizieranno a ritirare i loro capitali.
I calcoli di Woodard indicano che il livello attuale della capitalizzazione complessiva del mercato azionario statunitense si trova a 3,3 deviazioni standard sopra la media storica e si tratta di “chiaro” segnale di sopravvalutazione, storicamente seguito da un significativo ribasso.
Apple (-1%): prevede di spendere più di 500 miliardi di dollari negli Stati Uniti nei prossimi quattro anni, contribuendo all’avvio delle attività di una fabbrica in Texas entro il 2026 per la costruzione di server AI, creando circa 20.000 posti di lavoro in ricerca e sviluppo negli Stati Uniti.
Berkshire Hathaway (+1%): ha chiuso il 2024 alla cifra record di 334,2 miliardi di dollari, il doppio rispetto all'anno precedente.
Domino’s Pizza (-4%): ha registrato un aumento delle vendite trimestrali dello 0,4% negli Stati Uniti, inferiore alla stima media degli analisti di un aumento dell'1,63% (dati LSEG).
Summit Therapeutics (+6%): sta lavorando al suo farmaco sperimentale ivonescimab in combinazione con diverse terapie antitumorali mirate di Pfizer, chiamate coniugati anticorpo-droga (ADC) in diversi tipi di tumori.
Walmart
UBS: ‘buy. Il prezzo obiettivo varia appena ed ora si posiziona a 112 USD contro 113 USD.
Hasbro
Jefferies: ‘buy’ e target price alzato da 67 a 80 dollari.
Visa
Goldman Sachs: ‘buy’ e prezzo obiettivo confermato a 384 dollari.
Rivian
Deutsche Bank Securities: ‘neutral’ e target price incrementato da 12 a 14 dollari.