Vertice europeo sull’Ucraina, l’ipotesi di una missione di pace e la proposta di riarmo: «Spendere oggi in difesa per evitare una guerra più ampia»

Oggi l'incontro tra i leader a Parigi. Dibattito acceso sulla possibilità di inviare truppe sul terreno. E settimana prossima il Collegio dei commissari europei visiterà Kiev L'articolo Vertice europeo sull’Ucraina, l’ipotesi di una missione di pace e la proposta di riarmo: «Spendere oggi in difesa per evitare una guerra più ampia» proviene da Open.

Feb 17, 2025 - 14:45
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Vertice europeo sull’Ucraina, l’ipotesi di una missione di pace e la proposta di riarmo: «Spendere oggi in difesa per evitare una guerra più ampia»

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«La sicurezza dell’Europa è a un punto di svolta», è questa la sicurezza di Ursula von der Leyen alla vigilia del vertice straordinario di Parigi, convocato negli scorsi giorni dal presidente francese Emmanuel Macron. «Si tratta dell’Ucraina ma anche di noi. Abbiamo bisogno di un approccio d’urgenza, di aumento della difesa. E abbiamo bisogno di entrambe le cose adesso». Il post su X della presidente della Commissione europea riassume in poche parole la convinzione dei leader europei. L’incontro di Parigi, nel pomeriggio di lunedì 17 febbraio, non è solo un tentativo di rimarcare l’importanza dell’Europa negli equilibri geopolitici mondiali, proprio nello stesso momento in cui il segretario di Stato americano Marco Rubio è atterrato in Arabia Saudita per i primi negoziati di pace con la Russia. Ma è anche una mossa forzata per preparare contromisure a un possibile attacco russo nel cuore dell’Europa.

Europa, la paura della solitudine e i contatti con Kiev

Da una parte c’è la necessità nata – per citare il vice di Donald Trump, JD Vance – dall’obiettivo di rendere l’Europa di nuovo grande o per lo meno rilevante (Make Europe Relevant Again scrive il Guardian). La sensazione, infatti, è che riguardo alle trattative per la pace in Ucraina, la Casa Bianca e Bruxelles stiano viaggiando su binari completamente paralleli. E la paura per l’Unione europea di essere tagliata completamente fuori è acuita dalle parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo cui «senza l’America non ci sono garanzie di sicurezza». Per ricucire la distanza con Kiev, secondo Politico il Collegio dei commissari Ue – composto dai 27 commissari, uno per ciascun paese dell’Unione – si recherà nella capitale ucraina.

La politica del riarmo, ormai una necessità?

Dall’altra parte, però, c’è anche il tema di autodifesa. La Danimarca ha già annunciato che eleverà la spesa militare fino al 3% del Pil. La Polonia, che già ora per gli armamenti spende più del doppio dell’obiettivo Nato del 2% del Pil, avverte gli alleati che è necessario implementare gli investimenti in quel settore. «Se noi europei non spendiamo molto per la difesa ora, saremo costretti a spendere 10 volte di più se non riusciremo a prevenire una guerra più ampia», ha detto il primo ministro Donald Tusk in conferenza stampa. La sensazione tangibile è che stia tornando su tutto il continente l’ombra di una guerra di larga scala.

La proposta polacca: «Nobel per la pace a Trump»

Il fronte europeo si presenta spaccato in due, tra chi rimarca la necessità di un fronte unito nel Vecchio Continente e chi, invece, tende la mano alla strategia di Trump. «Preferirei che gli Stati Uniti non parlassero direttamente con Mosca, escludendo Ucraina e Europa», ha detto a Politico il presidente finlandese Alexander Stubb. Dall’Eliseo filtra l’obiettivo del mini summit di lunedì: «È necessario che gli europei facciano di più, meglio e in modo coerente per la nostra sicurezza collettiva». Ma proprio sul protagonismo europeo non sono poche le opinioni contrastanti. Dalla Polonia arriva la proposta di un atteggiamento conciliante nei confronti della casa Bianca, pur dopo le forti critiche che i leader europei avevano mosso a Washington a seguito della Conferenza di Monaco. Come riuscire ad affiancare gli Stati Uniti all’Ue? Per il ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski basta ammaliare Trump offrendogli il premio Nobel per la pace: «Se vuoi guadagnartelo, la pace deve essere equa».

I dubbi di Meloni e l’attacco ungherese: «Ue interventista, vuole la guerra»

Che le proteste dei leader europei non abbiano affatto smosso la strategia americana è certificato anche dall’atteggiamento cauto di Giorgia Meloni. La premier italiana si recherà nel primo pomeriggio a Parigi, non senza dubbi e ritrosia, nel tentativo di tenere aperto il canale europeo e di non infastidire Donald Trump. Apertamente contraria all’intervento dell’Unione è l’Ungheria, che ha addirittura condannato gli sforzi dei leader europei come “interventisti”: «Sostengono la guerra e si riuniscono oggi a Parigi per bloccare le trattative di pace», ha detto il ministro degli Esteri Péter Szijjártó.

La proposta di Starmer: «Truppe di pace in Ucraina»

Negli ultimi giorni una delle opzioni ventilate è stata quella di una possibile missione di pace in Ucraina. La mattina di lunedì 17 febbraio il primo ministro inglese Keir Starmer si è detto aperto all’invio di truppe britanniche sul suolo «per garantire la sicurezza all’Ucraina» e all’Europa. La Svezia si è subito allineata a questa posizione: «È assolutamente una possibilità di cui discuteremo», ha detto a Reuters il primo ministro Ulf Kristersson. A patto che il mandato delle truppe sia chiaro e dedicato esclusivamente alla messa in sicurezza dei territori e, appunto, incanali la guerra verso negoziati concreti. Polonia e la Spagna sono nettamente contrari a una strategia di boots on the ground: «Nessuno sta considerando in questi momenti l’invio di truppe in Ucraina». Mentre da Berlino arrivano spiragli di apertura, ma solo «con il pieno coinvolgimento degli Stati Uniti», ha fatto sapere una fonte del governo.

La trattativa, tra Nato e territori ucraini

C’è poi il tema dei territori, che il presidente ucraino Zelensky ha già detto di essere disposto a includere nella trattativa di pace. Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha chiuso la porta a questa prospettiva: «Putin non riconquisterà nemmeno un miglio quadrato o un chilometro quadrato dell’Ucraina». Ma con il no secco di Trump all’ingresso di Kiev nell’Alleanza atlantica, Zelensky teme che l’eventuale accordo raggiunto sia troppo fragile.

In copertina: Donald Tusk, primo ministro della Polonia, durante la conferenza stampa prima della partenza per Parigi

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