Verstappen infastidito da Red Bull, poi altra magia in qualifica
Giornata dai due volti per Red Bull Verstappen. La gara sprint, fortemente condizionata dal meteo, ha mostrato per l’ennesima volta che il team austriaco non è affatto perfetto nell’esecuzione di questo weekend. Venerdì, solo la clemenza della direzione gara ha evitato una sanzione all’olandese, reo di trovarsi in traiettoria, sia durante un giro lanciato di […]

Giornata dai due volti per Red Bull Verstappen. La gara sprint, fortemente condizionata dal meteo, ha mostrato per l’ennesima volta che il team austriaco non è affatto perfetto nell’esecuzione di questo weekend. Venerdì, solo la clemenza della direzione gara ha evitato una sanzione all’olandese, reo di trovarsi in traiettoria, sia durante un giro lanciato di Norris, sia successivamente in quello di Lance Stroll.
Troppi errori per il team austriaco
Per non parlare della goffa eliminazione di Yuki Tsunoda nella SQ1, causata da un errato timing nell’outlap che non gli ha consentito di iniziare il secondo run. Anche nella Sprint Race, il team diretto da Christian Horner ha pasticciato, distruggendo la gara del quattro volte campione del mondo e del malcapitato Kimi Antonelli, in occasione dell’unsafe release della monoposto numero 1.
Max non ha nulla da farsi rimproverare, in quanto il semaforo utilizzato dai meccanici della scuderia aveva dato il via libera. La penalità di dieci secondi era scontata, considerando la pericolosità della manovra che ha causato la rottura dell’endplate sinistro della RB21, impedendo a Kimi di entrare nella sua piazzola per passare alle slick. Il bolognese è stato costretto a eseguire una sorta di “drive-through” senza poter sostituire gli pneumatici.
Max infastidito dalla superficialità del team
Il diavolo è nei dettagli, e quest’anno le performance dei meccanici Red Bull non sono all’altezza delle scorse stagioni. Superficialità sottolineata senza remore da Verstappen, che ha ammesso come il suo team abbia creato una situazione potenzialmente molto pericolosa. Leggerezze intollerabili per chi sta cercando in tutti i modi di dare un significato a questa stagione.
Parliamo di un ragazzo che, in poco meno di 48 ore, è andato avanti e indietro da Monaco alla Florida per essere presente alla nascita della sua piccola, sembrando ancora una volta il più lucido di tutti in casa Red Bull. Senza questo contrattempo e la conseguente penalità, il fuoriclasse olandese avrebbe potuto tranquillamente concludere la mini cosa da 100 chilometri al terzo posto.
Invece, è transitato in quarta posizione sotto la bandiera a scacchi, superato anche da un’ottima manovra di Lewis Hamilton, che ha scelto il momento migliore per passare dalla gomma intermedia a quella slick. Mossa fortemente voluta dal pilota, che lo stesso Verstappen ha applaudito nelle interviste a valle della Sprint. A rendere ancora più amara la prima parte del weekend per Max ecco la chiusura gara in regime di Safety Car.
Situazione che sommata alla penalizzazione lo ha fatto scivolare nelle retrovie. La mossa disperata di Tsunoda di montare le slick prima di tutti è stata premiata da un inaspettato piazzamento in zona punti (sesta posizione, n.d.a.). Il pilota nipponico è stato bravissimo a tenere in pista la sua RB21 nei primi metri, quando la mescole non era ancora in temperatura e la pista ancora umida in alcuni segmenti.
Il nuovo approccio di Verstappen
Le qualifiche sono state molto complicate per tutti i team. Il diluvio del mattino ha reso nuovamente il tracciato “green”, premiando le monoposto con maggior grip meccanico. Verstappen, per l’ennesima volta, ha mostrato di saper andare oltre la delusione e l’inferiorità tecnica del mezzo, mettendo in pista tutto ciò che aveva. Questo malgrado stanchezza e fuso orario sballato.
A dire il vero, nel secondo run del Q3 ha commesso un evidente errore in inserimento di curva 1, ma il cronometro gli ha dato ragione, riuscendo a stabilire ancora una volta il record nel primo settore. Negli altri due segmenti ha cercato di massimizzare ciò che la gomma poteva offrire, soprattutto nei tortuosi passaggi del secondo settore. Alla fine, come nelle pole precedenti, i rivali sono stati battuti sul filo dei millesimi.
Dati alla mano, dopo sei Gran Premi, il talento di Hasselt è il pilota con più pole position all’attivo: tre. Questo pur non disponga della vettura migliore che nonostante tutto resta la super McLaren MCL39. Al termine delle qualifiche, il campione del mondo non è parso di certo raggiante, consapevole che quanto mostrato in qualifica sarà difficilmente replicabile in gara sulla distanza dei 300 chilometri.
Verstappen è già leggenda
La sensazione è che Max sia interessato a massimizzare la propria prestazione, senza guardare la classifica, che pure poteva essere migliore. Il suo mondiale è un altro, e lo sta vincendo a mani basse. Quello conferito ai più grandi della categoria: l’unanime considerazione di essere il miglior pilota in circolazione. Lo ha ammesso Norris quando ha detto che Max ha realizzato una delle sue magie al termine delle qualifiche.
Lo sostiene da tempo pure Fernando Alonso, e la stragrande maggioranza dei team principal come quello della Ferrari. Non vedere questa cosa è impossibile. Parliamo di un fenomeno fuori dal normale, un cannibale che approfitta di ogni minima occasione per fare la differenza, sempre e comunque. Non è dato sapere se il pilota olandese punterà a infrangere i record della categoria.
La certezza è che negli anni a venire il suo nome sarà comunque ricordato. Con buona pace di chi, fino a poco tempo fa, sosteneva che se non ci fosse stato Verstappen, nessuno se ne sarebbe accorto. Salvo poi redimersi. Non è mai troppo tardi. Oggi, malgrado le dichiarazioni di facciata, sappiamo bene che Max farà di tutto per provare a vincere la corsa e rosicchiare dei punti alle due McLaren.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: McLaren – F1Tv