“Vedere il volto di Lucy è come intravedere un ponte verso 3 milioni di anni fa”: gli scienziati rivelano l’aspetto dell’antenata più famosa dell’umanità

Tre milioni di anni dopo aver camminato sulla Terra, il volto di Lucy, una delle antenate più significative dell’umanità, è stato finalmente ricreato grazie alla tecnologia. Il progetto, guidato dall’esperto di ricostruzione facciale forense Cicero Moraes, ha dato vita a un volto digitale che ci avvicina alle origini del nostro passato evolutivo. “Vedere il volto […] L'articolo “Vedere il volto di Lucy è come intravedere un ponte verso 3 milioni di anni fa”: gli scienziati rivelano l’aspetto dell’antenata più famosa dell’umanità proviene da Il Fatto Quotidiano.

Apr 12, 2025 - 15:00
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“Vedere il volto di Lucy è come intravedere un ponte verso 3 milioni di anni fa”: gli scienziati rivelano l’aspetto dell’antenata più famosa dell’umanità

Tre milioni di anni dopo aver camminato sulla Terra, il volto di Lucy, una delle antenate più significative dell’umanità, è stato finalmente ricreato grazie alla tecnologia. Il progetto, guidato dall’esperto di ricostruzione facciale forense Cicero Moraes, ha dato vita a un volto digitale che ci avvicina alle origini del nostro passato evolutivo. “Vedere il volto di Lucy è come intravedere un ponte verso un passato remoto, offrendo una connessione visiva con l’evoluzione umana”, ha dichiarato Moraes. Lucy, scoperta in Etiopia nel 1975, apparteneva alla specie Australopithecus afarensis e ha dimostrato che i nostri antenati camminavano eretti ben 3 milioni di anni fa.

La ricostruzione del volto di Lucy, una fusione tra scienza e arte, si è basata su scansioni digitali del cranio dell’antenata e su dati ottenuti da primati moderni, come gli scimpanzé, che condividono con l’Australopithecus afarensis un cervello di dimensioni simili. I dettagli del volto sono stati progettati tenendo conto delle condizioni climatiche dell’Etiopia di 3,2 milioni di anni fa, con particolare attenzione al tono della pelle e alla consistenza dei capelli, studiati attraverso descrizioni paleoantropologiche. “Presenta un’arcata sopraccigliare meno pronunciata rispetto agli scimpanzé, sebbene sia comunque diversa da quella degli esseri umani moderni”, ha spiegato Cicero Moraes.

Il progetto è iniziato con una replica 3D del cranio di Lucy, proveniente dall’Università di Liegi, in Belgio, e il team, che includeva gli archeologi italiani Luca e Alessandro Bezzi, insieme al professor Francesco Galassi dell’Università di Lodz, ha adattato i dati di uno scimpanzé per ricreare il volto. “Un modello 3D del cranio e dei tessuti molli di uno scimpanzé è stato adattato al cranio di Lucy, deformandolo fino ad allineare i due crani”, ha aggiunto Moraes.

La ricostruzione ci aiuta anche a comprendere meglio il suo stile di vita. Lucy, pur avendo una parte superiore del corpo adatta all’arrampicata, presentava chiare modifiche nel corpo inferiore per camminare in posizione eretta. “La ricostruzione, che fonde scienza e arte, ci permette di immaginare come avrebbe potuto apparire 3,2 milioni di anni fa”, ha concluso Moraes.

Alla ricostruzione del volto di Lucy hanno contribuito anche la dottoressa Elena Varotto della Flinders University in Australia, gli esperti cechi Jiří e Matej Šindelář, e Nicola Carrara, conservatore delle collezioni di antropologia del Museo della Natura e dell’Uomo dell’Università di Padova.

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