Valentino Bags, amministrazione giudiziaria per caporalato negli opifici in subappalto
La Valentino Bags Lab, controllata della maison Valentino, è finita in amministrazione giudiziaria per non aver controllato la filiera di produzione in subappalto agevolando il caporalato

Omesso controllo sul caporalato nella filiera delle borse di lusso. La società Valentino Bags Lab, controllata della maison specializzata in borse in pelle e articoli da viaggio, è stata messa in amministrazione giudiziaria.
Provvedimento operato dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Milano, dopo la scoperta delle condizioni di sfruttamento dei lavoratori nella catena di opifici, che operavano in subappalto per l’azienda.
Valentino Bags Lab, non indagata, sarebbe stata incapace di prevenire il fenomeno e verificare le capacità imprenditoriali delle ditte a cui aveva affidato la produzione, traendone beneficio.
La filiera del subappalto
La società, con sede industriale nell’hinterland milanese di Rosate, vanta 100 dipendenti e 23 milioni di fatturato annuale. Esternalizzava buona parte della produzione ad aziende, che a loro volta affidavano il lavoro ad altri opifici come la “A&N Borse Milano sr”.
Secondo i giudici, in queste realtà sono stati riscontrati “in modo eclatante” durante le indagini “plurimi indici di sfruttamento“, con il “chiaro fine di abbattere i costi del lavoro”.
Da quanto ricostruito dai pm, Valentino Bags Lab avrebbe ricavato vantaggio economico dall’attività di opifici a conduzione cinese, che “sfruttano pesantemente il lavoro dei loro connazionali”, omettendo “qualsiasi controllo” sulla propria catena produttiva”. Di fatto “agevolando” soggetti indagati per caporalato.
L’inchiesta
Dall’inchiesta dei carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro è emerso come la produzione dell’azienda fosse affidata a sette opifici clandestini e irregolari. I titolari sono stati tutti denunciati per caporalato, con multe per un totale di 286mila euro e sanzioni amministrative per complessivi 35mila euro.
In queste fabbriche lavoravano 76 impiegati, 9 occupati in nero e 3 senza documenti, in condizioni di lavoro degradanti: oltre all’assenza di contratto, i lavoratori venivano pagati a cottimo con 3,5 euro a pezzo per il taglio di pelle e 7 euro a pezzo per la tingitura. Costretti inoltre a superare ben oltre le canoniche 8 ore lavorative, senza riconoscimento di festivi, imposte e contributi, visite mediche e formazione professionale, con ritmi di lavoro “non convenzionali”, anche di notte.
Negli opifici sono stati trovati inoltre macchinari elettrici con i dispositivi di sicurezza “rimossi per accelerare la resa produttiva a scapito della sicurezza delle mani rispetto agli ingranaggi” e prodotti chimici infiammabili accatastati senza custodia adeguata, con camerate dormitorio/cucina “degradate e insalubri” realizzate tramite abusivi tramezzi in cartongesso e bagni “in condizioni igieniche che rasentano il minimo etico”.
La nota di Valentino
I giudici della sezione prevenzione hanno sottolineato nel provvedimento con cui si affida l’azienda al controllo di un professionista, come l’omissione sulle condizioni di lavoro nella filiera dell’alta moda si continui a verificare nonostante i precedenti con Armani, Dior e Alviero Martini, tutti conclusi positivamente con la revoca dell’amministrazione giudiziaria.
In merito alla vicenda, la Valentino S.p.A. ha assicurato con una nota di aver “costantemente intensificato il proprio programma di valutazione dei suoi fornitori. Questo include audit condotti da enti certificati considerando l’intero processo produttivo, con l’obiettivo di garantire una filiera completamente trasparente e in linea con i più alti standard di qualificazione dei fornitori”.
“Tale processo ha avuto un impatto positivo sull’intera supply chain e, in alcuni casi, ha portato alla cessazione dei rapporti con fornitori che non rispettavano gli standard etici di Valentino – ha commentato la maison – Al fine di comprendere pienamente le circostanze che hanno portato ai provvedimenti adottati dalla magistratura in questo caso specifico, Valentino collaborerà con le autorità competenti”.