Un’opera inedita di Escher: il borgo di Montecelio tra illusioni ottiche, influenza giapponese e un mistero romantico del 1924
Nel 2015 è stata scoperta un’opera inedita di Escher raffigurante Montecelio, realizzata nel 1924. Influenzata dall’arte giapponese, potrebbe essere legata a una romantica gita prima del matrimonio dell’artista. L'articolo Un’opera inedita di Escher: il borgo di Montecelio tra illusioni ottiche, influenza giapponese e un mistero romantico del 1924 proviene da Globalist.it.

di Antonio Capitano
Un decennale molto particolare quello di cui parleremo in questo breve articolo. Correva, infatti, il 2015 quando, addirittura, il londinese The Guardian poneva in primo piano una notizia che ci riguarda, intinta di fascinoso mistero
Un’opera fino a quel momento sconosciuta dell’artista olandese MC Escher famoso per le sue illusioni ottiche raffigura il borgo antico di Montecelio. La rarità ritrovata è stata poi esposta all’Aia dopo essere stata acquisita dall’Escher Museum dalla famiglia dell’artista.
Fedelissima alle “pietre originali” la stessa si distingue dai lavori di Escher poiché si tratta di una composizione su carta e non di una xilografia o una litografia. Ben presenti e delineati, invece, i consueti temi geometrici e architettonici che caratterizzano le sue note realizzazioni grafiche tra enigma, fantasia e surrealismo. Qui il paesaggio è piacevolmente stilizzato e risente dell’influenza giapponese, evidente nella raffigurazione delle montagne e degli alberi.
L’opera risale al 1924, quando Escher si preparava per il suo matrimonio. E questa insolita modalità di realizzazione, su carta, mi spinge a ipotizzare una possibile riflessione dai contorni romanzeschi anche perché, stranamente, questa trasferta alle porte di Roma non è stata annotata in uno dei suoi diari.
Siamo dunque nel marzo del 1924 quando M.C. Escher realizza questo meraviglioso inchiostro su carta dalle dimensioni 33×63.
Il 1924 è un anno importante per la vita dell’artista. Infatti nel 1923, Escher si innamorò di Jetta Umiker, dalle origini italo svizzere, che avrebbe sposato proprio nel giugno del 24, a distanza di tre mesi dalla realizzazione dell’opera, ritrovata e identificata solo nel 2015 con il borgo di Montecelio.
Potrebbe trattarsi, attingendo alla suggestione dell’immaginazione, di una gita fuori porta dei futuri coniugi a poca distanza da Roma, città nella quale nell’anno seguente i due avrebbero vissuto.
Il risultato è straordinario e per fortuna il panorama ancora oggi è conforme alla “penna” di Escher. Non è il solo ritratto urbanistico di Escher, ma questo sembra come eseguito en plein air, quasi in una piacevole e prolungata sosta alla vigilia di una Primavera che qui diviene perenne e luminosa in un contesto per molti versi fiabesco e ricolmo di elementi naturalistici e con il giusto dosaggio tra passato e modernità
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