Uccisa e chiusa in valigia: "Chattava con un altro". L’ex: così l’ho massacrata

Roma, il ragazzo è stato interrogato per cinque ore. "Ho fatto tutto da solo" . Da chiarire il ruolo dei genitori. Rischiano l’accusa di occultamento di cadavere.

Apr 5, 2025 - 07:03
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Uccisa e chiusa in valigia: "Chattava con un altro". L’ex: così l’ho massacrata

"L’ho uccisa la mattina del 26 marzo, ho letto quel messaggio sul suo telefonino da parte di un altro e l’ho aggredita. Ho fatto tutto da solo". Cinque ore di interrogatorio di garanzia. Una confessione fiume nella quale Mark Antony Samson avrebbe confermato il delitto di Ilaria Sula, studentessa di Statistica alla Sapienza, 22 anni da Terni, il cui corpo è stato gettato in un burrone dopo essere stato infilato in una valigia.

Un delitto che, secondo il racconto dell’assassino reo confesso, sarebbe avvenuto la mattina del 26 marzo, nella camera dell’abitazione che il 23enne, studente di Architettura, condivide con i familiari. "Siamo rimasti a parlare, si è fatto tardi – ha sostanzialmente detto il giovane – e ha deciso di rimanere a dormire da me perché non c’erano più bus che la riportassero a casa". I familiari – secondo quanto ricostruito – erano in casa. E non hanno sentito niente? Sul ruolo che potrebbero aver avuto Samson si è avvalso della facoltà di non rispondere. Cosa sia avvenuto fino alle 18 sempre del 26 marzo, al momento, rimane un particolare da chiarire. Un buco di diverse ore che si interrompe con il fotogramma che riprende l’auto, dal quale, però, non è possibile capire chi ci fosse in auto e quante persone eventualmente. Il sospettato ha raccontato di aver ucciso Ilaria e di averla chiusa prima in un sacco e quindi in una valigia che poi avrebbe riposto nel bagagliaio dell’auto. Automobile che viene immortalata non lontana dal burrone, nel comune di Poli, dove la valigia è stata buttata nell’intento, per l’accusa, di nascondere il corpo. Nel bagagliaio non sono state trovate tracce di sangue, come invece, in modesta quantità, sono state trovate nella camera di Mark, dove, stando al suo racconto, l’aggressione mortale si sarebbe verificata.

Tre coltellate al collo che hanno provocato lo choc emorragico che è stato individuato come la causa della morte di Ilaria. Altri colpi meno profondi in altre parti del corpo, anche alla braccia. Segno che la ragazza ternana ha cercato di difendersi. Segno, presumibilmente, anche che prima di essere uccisa ci sia stata una colluttazione, presumibilmente del rumore. Appare poco plausibile che nessuno in casa possa aver sentito qualcosa. La posizione dei genitori del ragazzo è al vaglio dei magistrati. Nei confronti di almeno uno dei due potrebbe scattare l’accusa di concorso in occultamento: la madre e il padre potrebbero, infatti, avere avuto un ruolo ‘attivo’ nella fase successiva all’omicidio.

Subito dopo il delitto Mark si è attrezzato per ripulire la scena del crimine. Ha comprato stracci e detersivo e ha lavato la camera dove è avvenuta l’aggressione, anche se la Scientifica ha comunque individuato tracce ematiche. Il coltello utilizzato è stato infilato in una busta dell’immondizia assieme ad un tappeto e agli stracci e gettato in un cassonetto a poca distanza dall’appartamento.