La difesa finita in tragedia. Uccide il padre violento: "Volevo salvare mamma"

Un 19enne accoltella il genitore, poi tenta di rianimarlo: arrestato e scarcerato. La vicenda ricorda il precedente di Alex Cotoia nel 2020 a Torino.

Apr 5, 2025 - 07:03
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La difesa finita in tragedia. Uccide il padre violento: "Volevo salvare mamma"

La storia comincia e finisce nella confessione davanti alla pm di Trento Patrizia Foiera: "L’ho accoltellato, la stava maltrattando". Un padre violento, una madre che subisce l’ennesima aggressione, un figlio che diventa assassino per difenderla. Già sentita, sì. È la fotocopia della tragedia in provincia di Torino di cui è stato protagonista in pieno lockdown, il 30 aprile del 2020, Alex Cotoia, che allora aveva 18 anni e di cognome faceva ancora Pompa come il papà.

Anche Bojan Panic, studente di 19, ha preso un coltello da cucina per fermare l’orrore che da fuori nessuno immaginava. Per salvare la madre, davanti al fratello più piccolo. È stato arrestato in flagranza per omicidio volontario dopo avere ucciso il padre Simeu Panic, muratore bosniaco di 46 anni, dentro la loro casa di Mezzolombardo. È stato lui a chiamare i carabinieri, li ha aspettati. Poi ha spiegato il movente aggiungendo un ultimo dettaglio: "Ho cercato di rianimarlo, ma era già morto". Famiglia perbene, arrivata in Italia quando Bojan era ancora un bambino, fuori dai radar delle forze dell’ordine e dei servizi sociali. Sua madre non avrebbe mai denunciato violenze o aggressioni domestiche, ma evidentemente quella di giovedì notte non è stata la prima. Nella serata di ieri il 19enne è stato poi scarcerato. "Abbiamo fatto una cosa giusta sotto il profilo processuale, la detenzione, vista la situazione di questo ragazzo, sarebbe stata dannosa anche sotto il profilo personale", ha detto all’Ansa il procuratore capo di Trento, Sandro Raimondi. La Procura ha valutato l’assenza di esigenze cautelari, non ci sono quindi le condizioni per mantenere Panic agli arresti.

E chissà se adesso si riproporrà il travaglio giuridico e morale che ha intrappolato per 5 anni Alex Cotoia, colpevole di avere ammazzato il padre con 34 coltellate a Collegno, congelato per 5 anni nella costernazione di chi doveva a giudicarlo. Il ragazzo era stato assolto in primo grado per legittima difesa. In appello, nel 2023, fu condannato a sei anni, due mesi e venti giorni per omicidio volontario con una sentenza che però venne annullata con rinvio dalla Cassazione. Di qui il nuovo processo. E infine l’assoluzione in appello nel processo bis. I giudici – su indicazione della Suprema Corte – hanno rivalutato il contesto in cui si è svolta la vicenda, il clima che si viveva in famiglia e lo stato di disagio psichico del ragazzo che ha sempre detto di avere agito per difendere la madre Maria Cotoia maltrattata dal marito.