Ubisoft senza un compratore rischia il game over?
I conti di Ubisoft certificano il periodo difficile vissuto da una delle più grandi software house di videogiochi d'Europa, che per diversi osservatori potrebbe incorrere nel game over senza un partner forte o se i titoli di quest'anno non dovessero vendere come sperato

I conti di Ubisoft certificano il periodo difficile vissuto da una delle più grandi software house di videogiochi d’Europa, che per diversi osservatori potrebbe incorrere nel game over senza un partner forte o se i titoli di quest’anno non dovessero vendere come sperato
Una delle maggiori software house europee rischia di implodere sotto il peso di un eccessivo entusiasmo che l’ha spinta ad aprire sedi in tutto il mondo e di una situazione così caotica a livello di business che, pare, avrebbe fatto sì che Ubisoft recentemente abbia portato avanti lo sviluppo di una dozzina di battle royale contemporaneamente, senza alcuna strategia precisa, per di più quando ormai l’onda lunga del genere si era esaurita.
TENCENT NON SI MUOVE
Da tempo Ubisoft sta inviando segnali al mercato che lasciano intendere sia alla ricerca di un partner forte o di un acquirente. Nell’attesa che qualcuno si faccia avanti (gli occhi sono puntati sul colosso cinese Tencent che già, assieme alla famiglia Guillemot, detiene il 25,4% delle azioni di Ubisoft e il 29,6% dei diritti di voto all’interno della compagnia) ha iniziato un periodo di spending review per rimettere i conti in ordine e rendersi maggiormente appetibile sul mercato. Ma l’ultima trimestrale certifica la difficoltà nel ripartire.
IL 2024 DI UBISOFT
Ubisoft ha registrato un calo del 52% rispetto all’anno precedente nelle prenotazioni nette del terzo trimestre, peraltro strategico e cruciale nel settore dei videogame data la concomitanza del periodo natalizio che, solitamente, spinge i consumi. Per il trimestre conclusosi il 31 dicembre 2024 gli introiti netti sono stati di 301,8 milioni di euro, comunque in linea con le previsioni, mentre gli introiti netti digitali di 257,4 milioni di euro.
Nel 2024 i ricavi sono stati di 990 milioni di euro (in calo del 31,4% rispetto all’anno precedente), per introiti netti di 944 milioni di euro (in calo del 34,8%). Vedendoli nel dettaglio, il fronte digitale che ha portato in cassa 784 milioni di euro (in calo del 33,8%) e introiti netti dei giochi di catalogo a 762,3 milioni di euro (in calo del 27,7%).
A maggio sembrava tornato il sereno nel cielo di Parigi, almeno su Ubisoft che comunicava un utile operativo per il 2023-2024 non-IFRS di 401,4 milioni di euro, contro la perdita operativa di 500,2 milioni del precedente esercizio, la maggiore nella storia della società. Risultati che non erano bastati però a convincere gli azionisti, consapevoli del fatto che l’azienda d’Oltralpe fosse nel mezzo della spending review (con tanto di maretta tra i lavoratori) e si parlasse pure della possibilità di un acquisto da parte dei cinesi di Tencent. Risultato? Scivolone del 14 per cento in un giorno.
IL GAME OVER PER I DIPENDENTI UBISOFT
Per questo i tagli non sono finiti. Gli ultimi hanno riguardato due studi britannici, Leamington e Reflections, oltre a Ubisoft Düsseldorf e Ubisoft Stockholm, per un totale di 185 dipendenti.
Ubisoft confirms that its total headcount is down 2,000 over the past two years.
Its total number of employees worldwide was 19,410 in September 2023, it now has 18,666 as of September 2024. So down 744 in the past year and around 1.3k in the year prior to that. pic.twitter.com/ew1TYWmzCc
— Daniel Ahmad (@ZhugeEX) October 30, 2024
Secondo dati venuti recentemente alla luce online, la multinazionale del videogioco, che contava 19.410 dipendenti a settembre 2023, aveva portato la forza lavoro a 18.666 unità in dodici mesi, a settembre 2024, con una riduzione di 744 persone nell’ultimo anno che si andava ad aggiungere ai 1.300 sviluppatori e artisti lasciati a casa nel precedente.
Mosse come si è detto essenziali per frenare spese di bilancio improvvisamente impazzite. Ma per il sindacato francese di riferimento nel settore, Solidaires Informatique, si tratta di alibi. I rappresentanti dei lavoratori si sono scontrati col Ceo Yves Guillemot, accusandolo di aver pianificato “riduzioni dello staff, chiusure silenziose dello studio, tagli ai salari e licenziamenti mascherati.”
“In diverse occasioni – la denuncia della sigla sindacale – il signor Guillemot ha provato a colpevolizzare (ancora una volta) gli impiegati. […] Queste parole hanno un significato: straordinari, pressioni da parte dei manager, burnout ecc. Il signor Guillemot chiede molto ai suoi dipendenti, ma senza alcuna compensazione.”
TITOLI UBISOFT ARRIVATI AL GAME OVER
Ma ciò che ha pesato sui conti Ubisoft nell’ultimo periodo sono i tanti sbagli strategici commessi tra la fine del 2023 e tutto il 2024. Non si contano infatti i videogiochi che, pur essendo costati milioni (spesso anche su licenza) non hanno venduto come sperato, restando sugli scaffali.
Skull & Bones è probabilmente il titolo emblematico: non se ne conoscono i costi, ma lo sviluppatore in merito aveva parlato di “titolo quadrupla A” a indicare un progetto particolarmente ambizioso se si pensa che non si va mai sopra i “tripla A”. Soldi e fatica probabilmente mai ripagati, considerato il lancio flop del prodotto.
80 Level segnala in merito il report dello youtuber Endymion secondo il quale il costo del gioco piratesco di casa Ubisoft tra marketing e tempi di sviluppo, durato eccezionalmente circa 11 anni, avrebbe portato a una spesa che si aggirerebbe tra i 650 e gli 850 milioni di dollari. Naturalmente non è dato sapere se tali cifre siano realistiche ma è indubbio che un periodo di sviluppo così lungo porti ad aumenti vertiginosi del budget, anche perché il titolo sarebbe stato rifatto più volte da zero affinché fosse adattato alle nuove console in commercio.
Non ha soddisfatto nemmeno Avatar: Frontiers of Pandora, che ha in più l’aggravante di essere un videogame su licenza. Un costo maggiore, dunque, per la software house. E pure Star Wars Outlaws sembra aver registrato vendite inferiori alle previsioni nonostante una massiccia campagna di marketing. Chiara l’intenzione di Ubisoft di sfruttare nel corso del 2024 nomi cinematografici di richiamo per tornare a vendere come un tempo. Ma qualcosa non ha comunque funzionato.
RAINBOW SIX SIEGE X E ASSASSIN’S CREED SHADOWS
E ora tutte le speranze del colosso francese del videoludo sono aggrappate ad Assassin’s Creed Shadows, ultimo esponente di un franchise molto amato dai fan dell’etichetta d’Oltralpe che però ha avuto uno sviluppo alquanto travagliato, dato che sarebbe dovuto uscire lo scorso novembre ma era stato posticipato più volte, prima a febbraio 2025 e infine il prossimo 20 marzo.
Secondo voci di corridoio, sarebbero state preordinate circa 300.000 copie del nuovo capitolo della serie: per fare un confronto con i capitoli particolarmente amati, Odyssey al lancio partiva attorno alle 400.00 – 450.000 copie preordinate. Secondo alcuni analisti Ubisoft conta di piazzare 3milioni e mezzo di unità nel primo mese. Una cifra di tutto rispetto, considerata la finestra temporale non eccezionale per il lancio. Il solo aspetto positivo del periodo scelto è l’assenza di altri titoli di peso al debutto nel medesimo mese.
Nel medesimo periodo Ubisoft terrà ad Atlanta, in Georgia (Usa), un evento speciale in cui sarà presentata la nuova evoluzione del suo sparatutto tattico, Rainbow Six, arrivato al traguardo dei dieci anni, il cui ultimo capitolo è atteso come Siege X e vedrà l’introduzione – promettono dalla software house – di nuove modalità di gioco e meccaniche di gameplay inedite. Insomma, forse è troppo presto per parlare di “game over” per Ubisoft come pure fanno diversi analisti, ma è chiaro che nei prossimi 12 mesi la software house d’Oltralpe (video)giocherà la propria partita più difficile.