Tutte le accuse di OpenAi a DeepSeek
OpenAi sostiene di aver trovato prove dell'uso dei propri modelli linguistici da parte della cinese DeepSeek, che li avrebbe sfruttati per alimentare il suo sistema e fare concorrenza alle aziende americane. Ecco i fatti e le dichiarazioni di Trump e del suo "zar" tecnologico.

OpenAi sostiene di aver trovato prove dell’uso dei propri modelli linguistici da parte della cinese DeepSeek, che li avrebbe sfruttati per alimentare il suo sistema e fare concorrenza alle aziende americane. Ecco i fatti e le dichiarazioni di Trump e del suo “zar” tecnologico
OpenAi, la società di intelligenza artificiale nota soprattutto per ChatGpt, ha detto di aver trovato prove dell’utilizzo dei suoi modelli linguistici da parte della startup cinese DeepSeek, che li avrebbe sfruttati per alimentare il proprio sistema: se così fosse, potrebbe trattarsi di una violazione di proprietà intellettuale.
COSA HA FATTO DEEPSEEK CON LA “DISTILLAZIONE” DAI MODELLI DI OPENAI
Più nello specifico, OpenAi ha spiegato al Financial Times di aver trovato prove di “distillazione”, un termine che si riferisce a quella pratica attraverso la quale gli sviluppatori di piccoli modelli di intelligenza artificiale utilizzano l’output di sistemi più grandi e performanti per ottenere risultati grossomodo paragonabili ma a costi decisamente inferiori. La distillazione è una pratica piuttosto diffusa nel settore: il problema è che DeepSeek vi ha fatto ricorso per costruire un modello che fa concorrenza diretta a OpenAi, violando i termini di servizio della società.
In effetti, DeepSeek afferma che il suo modello R1, in particolare, offra prestazioni equivalenti a quelle dei sistemi di OpenAi e delle altre compagnie tecnologiche americane, ma con costi di “addestramento” più bassi e con consumi energetici inferiori. Ha detto anche di aver utilizzato poco più di duemila processori H800 di Nvidia (molto meno performanti dei “tradizionali” H100) per l’addestramento del modello V3, per una spesa di neanche 6 milioni di dollari (rispetto agli oltre 100 milioni di Gpt-4 di OpenAi).
L’INDAGINE DI OPENAI E MICROSOFT
Come raccontato da Bloomberg, OpenAi e Microsoft – che ne è la sostenitrice principale, con una quota del 49 per cento – stanno indagando su alcuni account, forse legati a DeepSeek, che stavano utilizzando l’interfaccia di programmazione dell’applicazione (Api, in gergo tecnico) di OpenAi e che erano stati bloccati proprio perché sospettati di stare facendo “distillazione”.
LA VERSIONE DI DAVID SACKS, LO “ZAR” DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI TRUMP
Anche David Sacks, consigliere di Donald Trump sull’intelligenza artificiale e sulle criptovalute, aveva ipotizzato che dietro al successo di DeepSeek potesse esserci un furto di proprietà intellettuale.
“C’è una tecnica nell’intelligenza artificiale chiamata distillazione […] quando un modello impara da un altro [e] in un certo senso succhia la conoscenza dal modello madre”, ha detto a Fox News. “Ci sono prove sostanziali che ciò che DeepSeek ha fatto è stato distillare la conoscenza dai modelli di OpenAi, e non credo che OpenAi ne sia molto felice”.
Sacks non ha fornito prove, ma secondo le fonti del Financial Times la distillazione è una pratica comune in Cina, dove le startup e i ricercatori attingono ai grandi modelli linguistici statunitensi per addestrare i propri.
L’ORDINE ESECUTIVO DI TRUMP E IL PROGETTO STARGATE
Secondo Trump il grande successo riscontrato da DeepSeek, che ha mandato in agitazione la Silicon Valley e il mercato azionario americano, “dovrebbe essere un campanello d’allarme per le nostre aziende, che devono essere focalizzate sulla competizione per vincere”.
“Ho letto della Cina e di alcune aziende cinesi, una in particolare, che hanno sviluppato un metodo di intelligenza artificiale più veloce e molto meno costoso, e questo è positivo perché non si devono spendere tanti soldi. Lo considero un aspetto positivo, un vantaggio”, ha aggiunto il presidente.
La settimana scorsa Trump, con l’obiettivo di stimolare l’innovazione tecnologica attraverso la deregolamentazione, ha revocato un ordine esecutivo di Joe Biden che obbligava gli sviluppatori di intelligenza artificiale generativa a effettuare dei test di sicurezza dei loro sistemi e a condividerne i risultati con il governo, prima di rilasciare i software sul mercato.
OpenAi, invece, ha annunciato recentemente il progetto Stargate, cioè una joint venture con SoftBank, Oracle e non solo dedicata agli investimenti nelle infrastrutture per l’intelligenza artificiale: la cifra iniziale è di 100 miliardi di dollari, ma la spesa totale potrebbe arrivare a 500 miliardi nel giro di quattro anni.