Turchia, il sindaco di Istanbul incriminato per le dichiarazioni su un giudice: per il partito è “un’offensiva” contro l’opposizione
Ekrem Imamoglu è uno dei principali avversari del presidente Erdogan: andrà a processo a metà aprile L'articolo Turchia, il sindaco di Istanbul incriminato per le dichiarazioni su un giudice: per il partito è “un’offensiva” contro l’opposizione proviene da Il Fatto Quotidiano.

La repressione in Turchia si inasprisce, per usare un eufemismo, di giorno in giorno. Il governo guidato dal presidente della Repubblica Recep Tayyip Erdogan – in quanto leader del partito della Giustizia e Sviluppo da 22 anni al comando dell’esecutivo – le sta provando tutte per togliere di mezzo il sindaco di Istanbul grazie a una magistratura ormai sotto controllo dello stesso Sultano. Erdogan ci aveva già provato nel 2019 quando Ekrem Imamoglu, esponente di punta del principale partito di opposizione, il repubblicano Chp, vinse le comunali strappando dopo 25 anni al partito della Giustizia e Sviluppo l’amministrazione della metropoli sul Bosforo.
Istanbul sta molto a cuore a Erdogan perchè vi è nato e perchè ne era stato sindaco dal 1994 al 1998. Ma soprattutto perchè è la città piú importante della Turchia, non fosse altro che per il fatto di ospitare ben 20 milioni di abitanti. Subito dopo lo shock, Erdogan fece rifare le consultazioni accusando il Chp di brogli. Peccato che Imamoglu vinse anche in quell’occasione, addirittura con molti piú voti. Ma il Sultano non si è arreso neanche quando nel marzo dell’anno scorso Imamoglu ha di nuovo ottenuto a piene mani la carica di primo cittadino di Istanbul. Per questo Ekrem Imamoglu due giorni fa è stato formalmente incriminato per le sue recenti osservazioni nei confronti del procuratore capo della provincia, Akin Gurlek. A questo proposito vale la pena sottolineare che la costituzione turca garantisce a tutti il diritto di critica e la libertà di manifestare pacificamente.
La 14esima corte penale di Istanbul questa settimana però ha accettato l’incriminazione e ha fissato la prima udienza per il 14 aprile. Il sindaco rischia una pena detentiva da 2 anni e 8 mesi a 7 anni e 4 mesi e il divieto di fare politica per “aver insultato un funzionario pubblico “, “aver minacciato” e “aver indicato questo funzionario dell’antiterrorismo come bersaglio per gruppi terroristici”. Il caso deriva dai commenti fatti un mese fa da Imamoglu durante un discorso pubblico, in cui ha detto, rivolgendosi ad Akın Gurlek, che “cancelleremo da questo paese la mentalità che vi guida”.
Gurlek, che in precedenza ha ricoperto il ruolo di vice ministro della giustizia e di giudice in diversi casi di incriminazioni prefabbricate per silenziare gli esponenti di punta dell’opposizione, è stato fortemente criticato dal principale partito che la guida (Chp) per aver agito in linea con l’agenda politica del governo. I politici del Chp, tra cui Imamoglu, hanno inoltre accusato Gurlek di essere responsabile di una serie di recenti indagini che hanno preso di mira i comuni distrettuali di Istanbul amministrati dal Chp. L’atto di accusa, che cita Gurlek come vittima, sostiene che le dichiarazioni di İmamoğlu sono motivate dal tentativo di “fare pressione sulla magistratura” e “influenzare le decisioni dei tribunali” usando il suo status politico.
I pubblici ministeri hanno anche sostenuto che Gurlek era già un bersaglio delle organizzazioni terroristiche a causa dei suoi precedenti incarichi, e Imamoglu lo ha fatto diventare un bersaglio per tali gruppi nei suoi interventi pubblici. Le dichiarazioni di Imamoglu “includevano elementi che avrebbero potuto mettere a rischio Gurlek e anche la sua famiglia”, secondo l’atto di accusa.
Come avevamo già riportato nelle newsletter precedenti, İmamoğlu e altri governatori locali del Chp hanno dovuto affrontare diverse indagini negli ultimi mesi, che vanno da reati legati al terrorismo a presunte irregolarità negli appalti pubblici. I sindaci dei distretti di Esenyurt e Beşiktaş sono stati messi in custodia cautelare rispettivamente a ottobre e gennaio di quest’anno e sostituiti da fiduciari nominati dal governo. Durante i raid condotti ieri in 9 municipalità distrettuali di Istanbul, anche diversi consiglieri comunali e due vicesindaci sono stati arrestati nell’ambito di un’indagine sul “terrorismo”.
Imamoglu, per giunta, deve affrontare un’altra indagine per “aver tentato di influenzare la magistratura” per la sua rivelazione che lo stesso Gurlek era coinvolto in molteplici indagini che avevano come obiettivo i comuni gestiti dal CHP, tra cui Beşiktaş, il distretto comunale piú vasto e quindi influente di tutta la megalopoli, capitale economica della Turchia nonchè la più europeista.
Ma il vero “peccato mortale” di cui sono accusati il Chp e i suoi esponenti è la cooperazione politica intercorsa nelle scorse elezioni locali con il partito filocurdo DEM. Il governo turco ritiene che il DEM sia il braccio politico del PKK. Ora, secondo l’accusa, essi sarebbero impegnati a stipulare un “accordo urbanistico” volto ad aumentare l’efficacia dell’organizzazione terroristica curda nelle città metropolitane. Il paradosso è che il partito di minoranza della coalizione di governo, ovvero il partito ultranazionalista di estrema destra (Mph) dei Lupi Grigi, ha offerto due mesi fa al leader del PKK, l’ergastolano Abdullah Ocalan, di farlo uscire dal carcere in cambio della chiusura della stessa organizzazione. Ma la maggior parte dei curdi non si fida del fascista Mhp e dell’Akp, anche se vorrebbe vedere lo storico e mitico guerrigliero Apo (zio in lingua turca e nome di battaglia) fuori dall’isola- prigione di Imrali dove è tenuto in totale isolamento da vent’anni, pur non essendoci altri detenuti.
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