Energia e protezionismo nel nuovo Piano europeo dell’acciaio
Alti costi dell’energia, forte concorrenza globale (soprattutto asiatica), necessità di aumentare gli investimenti per ridurre le emissioni di CO2. Queste le sfide per l’industria europea dell’acciaio e dei metalli, al centro del nuovo Piano d’azione presentato ieri, 19 marzo, da Bruxelles, dopo quello varato a marzo per il settore automobilistico. “L’acciaio pulito di nuova generazione […] The post Energia e protezionismo nel nuovo Piano europeo dell’acciaio first appeared on QualEnergia.it.

Alti costi dell’energia, forte concorrenza globale (soprattutto asiatica), necessità di aumentare gli investimenti per ridurre le emissioni di CO2.
Queste le sfide per l’industria europea dell’acciaio e dei metalli, al centro del nuovo Piano d’azione presentato ieri, 19 marzo, da Bruxelles, dopo quello varato a marzo per il settore automobilistico.
“L’acciaio pulito di nuova generazione dovrebbe continuare a essere prodotto in Europa”, ha evidenziato in una nota la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.
Pertanto, per assicurare che i produttori europei di acciaio rimangano competitivi, “dobbiamo ridurre i costi energetici e aiutarli a introdurre sul mercato tecnologie innovative a basse emissioni”. Altro caposaldo del piano è rafforzare le misure di salvaguardia dalle importazioni, in modo da proteggere le attività siderurgiche del Vecchio continente.
Il piano, infatti, si basa sugli obiettivi e sulle strategie industriali tracciate nel Clean Industrial Deal e nel Piano d’azione per l’energia accessibile, presentati entrambi il 26 febbraio dall’esecutivo Ue.
PPA, tariffe di rete, idrogeno
Per garantire un approvvigionamento energetico conveniente e sicuro per l’industria siderurgica, la Commissione Ue punta a estendere l’utilizzo di PPA (Power Purchase Agreement), contratti pluriennali per la fornitura di elettricità rinnovabile finalizzati a contenere la volatilità dei prezzi all’ingrosso, una soluzione su cui sta ragionando anche l’Italia per rilanciare la competitività delle imprese.
Il piano poi incoraggia gli Stati membri a utilizzare tutte le flessibilità previste dalla normativa comunitaria per alleviare i costi a carico delle industrie con elevati consumi di energia, ad esempio riducendo la tassazione sull’elettricità e le tariffe di rete.
Da parte sua, la Commissione fornirà entro il secondo trimestre 2025 orientamenti sulla definizione delle tariffe di rete e poi, entro il quarto trimestre, sui regimi di sostegno pubblico per l’energia pulita, assicurandosi che tali regimi possano essere combinati con i PPA.
Inoltre, sempre nel quarto trimestre, la Commissione proporrà misure aggiuntive per facilitare e accelerare l’accesso alle infrastrutture di rete ai progetti volti a elettrificare i processi industriali.
Ampio spazio è dedicato all’idrogeno.
Nelle prossime settimane Bruxelles adotterà l’atto delegato sull’idrogeno a basse emissioni per fornire chiarezza a fornitori, acquirenti e investitori. L’atto, evidenzia la comunicazione, “presenterà regole flessibili per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra nella produzione di carburanti a basse emissioni di CO2 in modo tecnologicamente neutrale”.
Nel terzo trimestre la Commissione lancerà il terzo bando dell’Hydrogen Bank, lo strumento finanziario Ue dedicato alla produzione di H2 green.
Lead markets e finanziamenti
Ancora sul versante finanziario, il futuro Industrial Decarbonisation Accelerator Act introdurrà criteri di resilienza e sostenibilità per i prodotti europei negli appalti pubblici, volti ad aumentare la domanda di metalli a basse emissioni di CO2 prodotti nell’Ue (cosiddetti “lead markets”, mercati-guida).
La Commissione stanzierà 150 milioni di euro tramite il Fondo di ricerca per il carbone e l’acciaio nel 2026-2027, con altri 600 milioni di euro tramite Horizon Europe destinati al Clean Industrial Deal.
Si punta ad arrivare a 100 miliardi di euro tramite l’Industrial Decarbonisation Bank, attingendo al Fondo per l’innovazione e ad altre fonti di finanziamento, con un’asta pilota da 1 miliardo di euro nel 2025 incentrata sulla decarbonizzazione e l’elettrificazione dei principali processi industriali.
Misure di salvaguardia
Più in generale, spiega Bruxelles, l’industria siderurgica europea rimane minacciata dalle sovraccapacità produttive globali e dalla concorrenza sleale della Cina e di altri paesi che sostengono artificialmente le loro industrie nazionali, o aggirano le misure di difesa commerciale e le sanzioni dell’Ue.
Si citano anche i dazi del 25% su acciaio e alluminio lanciati dal presidente Usa Donald Trump il 12 marzo 2025: non solo avranno un impatto negativo sui produttori europei limitando l’accesso al mercato statunitense, ma aumenteranno anche la pressione delle esportazioni prima destinate agli Stati Uniti che potrebbero essere dirottate verso l’Europa.
La Commissione quindi ha proposto di rafforzare dal 1° aprile 2025 le attuali misure di salvaguardia sull’acciaio “per fronteggiare gli ultimi sviluppi del mercato”.
Le misure in vigore, introdotte nel 2018 e più volte rinnovate, prevedono di limitare le importazioni di acciaio da Paesi extra Ue imponendo un dazio del 25% quando vengono superati determinati contingenti tariffari.
La Commissione poi “è pronta a utilizzare gli strumenti di difesa commerciale e avviare un’indagine sulle salvaguardie nel settore dell’alluminio”. Entro il terzo trimestre del 2025, proporrà una nuova misura commerciale che sostituirà le salvaguardie dell’acciaio dal 1° luglio 2026, “fornendo un livello di protezione molto efficace contro gli effetti negativi correlati al commercio causati dalle sovraccapacità globali”.
Il Piano d’azione prevede anche misure per tutelare l’occupazione e promuovere la circolarità con obiettivi di riciclo per acciaio e alluminio.
Entro fine 2025 arriverà poi una proposta legislativa sul CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism), la cosiddetta tassa alle frontiere sulla CO2, estendendo il meccanismo a certi prodotti di acciaio e alluminio a valle della filiera e includendo misure addizionali per evitare l’elusione della tassa.
- Comunicazione Ue (pdf)