Da Sanremo ai brani dell’estate, non sono gli autori il problema, ma la crisi delle interpreti: Clara, Elodie, Sarah Toscano e le altre in difficoltà?

Sanremo 2025 è finito da oltre un mese, ma ancora prima di iniziare si parlava più degli autori che delle canzoni in gara. Il vero problema, però, non è il numero di firme dietro i brani, ma la crisi di identità delle interpreti. Artiste come Clara, Sarah Toscano, Gaia ed Elodie, oggi più che mai, […] L'articolo Da Sanremo ai brani dell’estate, non sono gli autori il problema, ma la crisi delle interpreti: Clara, Elodie, Sarah Toscano e le altre in difficoltà? proviene da All Music Italia.

Mar 20, 2025 - 14:26
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Da Sanremo ai brani dell’estate, non sono gli autori il problema, ma la crisi delle interpreti: Clara, Elodie, Sarah Toscano e le altre in difficoltà?

Sanremo 2025 è finito da oltre un mese, ma ancora prima di iniziare si parlava più degli autori che delle canzoni in gara. Il vero problema, però, non è il numero di firme dietro i brani, ma la crisi di identità delle interpreti. Artiste come Clara, Sarah Toscano, Gaia ed Elodie, oggi più che mai, sembrano prive di una direzione artistica chiara. E il pubblico, numeri alla mano, sta voltando pagina.

Facciamo un passo indietro…

La polemica sugli autori si è accesa ancora prima che il Festival iniziasse: troppi pochi nomi per troppe canzoni. Ma il problema è davvero chi scrive i pezzi, o chi li interpreta senza metterci dentro qualcosa di sé? E soprattutto, se le case discografiche puntano su nomi già rodati, non è perché manchino autori validi, ma perché gli artisti stessi non sembrano avere una direzione chiara.

Se un artista non dà una direzione chiara, come può un autore cucirgli addosso il brano giusto?

Gli stessi autori per (quasi) tutti. Ma è davvero questo il problema?

Non è che Davide Petrella abbia iniziato ieri a scrivere come un matto (e nove volte su dieci, a mio gusto, anche bene). Non è un segreto che Federica Abbate, dal 2015 – anno del successo clamoroso di Roma-Bangkok – sia diventata la regina delle hit estive e non solo. È il mercato, bellezza.

Quello stesso mercato in cui Universal Music Publishing ha saputo affermarsi, grazie a un team che da anni – e non da ieri – ha scovato e portato alla luce alcuni dei più importanti hitmaker italiani: DarioDardustFaini, Roberto Casalino, Alessandro La Cava, Federica Abbate, Davide Petrella, Jacopo Ettorre e molti altri. Una squadra costruita da Claudio Buja, Klaus Bonoldi e Lucrezia Savino, che ha dimostrato di saper riconoscere il talento e creare connessioni tra autori e artisti.

Insomma, fanno il loro mestiere e portano a casa il risultato, proprio come un allenatore che punta a far segnare i suoi giocatori. Fine.

La qualità generale si è un po’ abbassata? Secondo me sì. Ed è proprio qui che nasce il vero focus di questo articolo.

In ogni caso, giusto per curiosità, nelle scorse settimane mi sono messo a spulciare gli autori delle canzoni in gara nei 75 Festival di Sanremo, un lavoro immane che trovate qui. Sapete cosa ho scoperto? Che ogni epoca storica ha avuto i suoi autori di riferimento al Festival. Negli anni ‘60 e ‘70 c’era Pallavicini, nei ‘90 Bigazzi, negli ‘00 Dario Faini e Casalino (che ci sono ancora oggi). Insomma, nulla di nuovo sotto il sole dell’Ariston.

Il vero problema non sono gli autori, ma chi sceglie le canzoni

Il vero problema non è chi scrive, ma chi sceglie le canzoni. Direttori artistici e case discografiche puntano su brani immediati, perfetti per TikTok e per le radio, più che su pezzi destinati a durare nel tempo. Ma soprattutto, la responsabilità è degli artisti stessi: dovrebbero preoccuparsi di costruire una carriera solida, invece che inseguire il singolo virale del momento.

Ma del resto il risultato di queste scelte lo abbiamo visto nell’ultimo Sanremo.

sanremo 2025 e gli ARTISTI con canzoni senza carattere

Il pubblico che ascolta le canzoni si sta stancando delle canzoni fatte con lo stampino e degli artisti intercambiabili. I primi segnali si sono visti già l’estate scorsa quando a dominare al fianco di Sesso e samba di Tony Effe e Gaia sono stati tre cantautore, anzi quattro: Cesare Cremonini con Ora che non più te, Alfa con Il Filo rosso e Olly e Angelina Mango con Per due come noi.

La Top 5 di Sanremo 2025 ci ha restituito un risultato simile (scelto dal televoto, non dalla stampa o dalla critica): Olly, Lucio Corsi, Brunori Sas e Cristicchi. Tutti cantautori che cuciono su di sé, anche con l’aiuto di altri, canzoni.

Tra loro Fedez con una bella canzone scritta anche da alcuni degli autori contestati per la massiccia presenza. Che poi quella stessa canzone la ascolti sui social cantata da Alessandro La Cava, uno degli autori del brano, e capisci che se una bella canzone la cantasse anche chi realmente sa cantare, sarebbe meglio.

In ogni caso per trovare gli autori che hanno contestati per eccesso di scrittura, fuori o dentro il Festival, bisogna scendere. Tipo al settimo posto troviamo Achille Lauro con un brano firmato con altri 7 tra autori e produttori mentre per trovare “i soliti noti” si va oltre la top 10 con i brani di Elodie (#12), The Kolors (#14), Sarah Toscano (#17), Gaia (#26) e Clara (#27).

Ecco una delle critiche più frequenti all’ultimo Sanremo è stata la mancanza di donne nella top 5. A me il problema non sembra questo. Il vero problema è: perché non c’erano?

Perché se guardiamo alle canzoni al femminile, a parte alcune cose con indubbia personalità come quelle di Joan Thiele e Brancaale, l’unica che ha colpito da subito e che è stata in grado di arrivare a un pubblico trasversale, dalle radio allo streaming passando per TikTok, è stata Giorgia. Il suo pezzo porta la firma di Blanco e Michelangelo, una coppia che sa scrivere melodie e che ad oggi, almeno Blanco, non ne aveva scritte per altri (certo il fatto che abbiamo firmato nello stesso Festival anche quelle meno efficaci di Noemi e Irama non lascia ben sperare).

Il pezzo di Giorgia è cucito su di lei ed è forte, con una melodia potente e un’identità precisa capace di mantenere una cantante con trent’anni di carriera coerente con sé stessa proiettandola allo stesso tempo nel presente e consegnandole una canzone che entra di diritto nel suo repertorio e che, come in altri casi, per esempio Tango di Tananai o Che sia benedetta di Fiorella Mannoia, gli ascoltatori di musica porteranno con loro negli anni.

Il resto? La realtà è cinica ma pur sempre realtà. Molte interpreti sembravano intercambiabili. Clara, Gaia, Sarah Toscano, Elodie: se si fossero scambiate le canzoni, qualcuno se ne sarebbe accorto? Io onestamente no.

Il tutto poi, fateci caso, segue una scia che quella tracciata da Annalisa ed Elodie stessa, e perseguita anche da Emma in brani come Apnea e Femme Fatale (che Amarcord della Toscano ricorda molto).

Invece Clara con Origami all’alba sembrava a fuoco, ora è sfocata. Sarah Toscano ha 18 anni, ma le fanno cantare brani che parlano di Fellini, Edith Piaf, roulette e mani di poker: roba che non le appartiene, che magari nemmeno conosce e che di sicuro non racconta nulla di lei al pubblico.

I tempi cambiano ma se negli anni che furono abbiamo avuto Mina, Mia Martini, Patty Pravo, Ornella Vanoni, Loredana Bertè e poi ancora Marcella Bella, Rettore e ancora Giorgia, Laura Pausini, Elisa, Carmen Consoli, e se ognuna ha avuto il proprio spazio e ci ricordiamo dei loro repertori, è perchè oguna di loro aveva una personalità artistica ben delineata, gli autori cucivano addosso a loro canzoni (alcune se le scrivevano) e loro sapevano sceglierle.

Oggi? L’unico obiettivo sembra essere sopravvivere un anno alla volta, senza pensare a lasciare un segno duraturo. E che l’algoritmo ci aiuti.

 

 

 

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