TSMC, ricavi in crescita del 42% nel I trimestre grazie ai chip per AI e smartphone
TSMC stupisce i mercati con un balzo dei ricavi del 42% nel primo trimestre 2025, spinto dalla corsa ai chip per intelligenza artificiale e dalle scorte pre-dazi Usa. Ma all’orizzonte si profilano nuove incognite tra rallentamenti negli investimenti e tensioni commerciali. Il leader globale dei semiconduttori resta centrale nella sfida tecnologica tra Stati Uniti e Asia.

Taiwan Semiconductor Manufacturing (TSMC), il principale produttore mondiale di semiconduttori avanzati, ha registrato un balzo del 42% nei ricavi trimestrali, superando le aspettative degli analisti grazie alla forte domanda di chip per server AI e smartphone. L’incremento, che ha portato il fatturato a 839,25 miliardi di dollari taiwanesi (circa 25,5 miliardi di dollari americani) nel primo trimestre del 2025, rappresenta il ritmo di crescita più rapido per il gruppo dal 2022.
Il risultato ha superato le stime medie degli analisti, che si attestavano intorno a 830,5 miliardi di dollari taiwanesi. Il principale produttore di chip per Apple e Nvidia pubblicherà i risultati completi la prossima settimana, ma l'annuncio di oggi sui ricavi ha già messo in luce le dinamiche chiave che hanno sostenuto la performance.
Il boom dei ricavi è stato sostenuto anche da un'accelerazione negli acquisti da parte dei produttori di elettronica, che hanno accumulato scorte nei magazzini statunitensi in vista delle nuove tariffe Usa e delle potenziali interruzioni logistiche. La corsa all’acquisto ha coinvolto anche i consumatori: nel fine settimana, gli americani hanno fatto incetta di iPhone temendo un imminente rincaro legato ai dazi.
Nel mese di marzo, il ceo di TSMC, C. C. Wei, ha annunciato insieme all’ex presidente Donald Trump un piano di investimenti da 100 miliardi di dollari per rafforzare la produzione di chip negli Stati Uniti. L’iniziativa rientra nella strategia della Casa Bianca per rilocalizzare le attività manifatturiere ad alto valore aggiunto. Trump ha attribuito l’espansione proprio all’aumento delle tariffe, presentandolo come uno stimolo alla reindustrializzazione americana.
Nonostante la solidità attuale, alcuni segnali indicano un possibile raffreddamento degli investimenti globali in datacenter e semiconduttori per intelligenza artificiale. Microsoft, ad esempio, ha recentemente ridimensionato diversi progetti a livello globale, suggerendo una fase di rivalutazione strategica.
Secondo alcuni analisti, TSMC potrebbe rivedere al ribasso il target di crescita annuale dei ricavi – attualmente previsto nella fascia del 20-25% – a causa delle incertezze macroeconomiche e dei rischi legati alle politiche commerciali statunitensi. Tra i fattori di pressione anche le tariffe all’importazione di chip, minacciate da Trump ma ancora non operative.
Ciononostante, la leadership di TSMC nella produzione di chip a nodi avanzati (N2, N3) rimane un punto di forza, in particolare grazie alla dipendenza di colossi come Apple, Nvidia e Qualcomm. Le tecnologie CoWoS e il recupero del nodo N7 saranno sotto i riflettori durante la presentazione dei conti, insieme alle tensioni sui costi degli impianti statunitensi.
Nonostante le incertezze, gli investimenti nell’AI non rallentano: Amazon prevede di spendere da sola oltre 100 miliardi di dollari nel 2025, mentre Alphabet e Meta non hanno segnalato piani di ridimensionamento.