Meteo Valle Padana pronto all’innesco di supercelle, grandine e trombe d’aria. Ecco il perché

La Pianura Padana, vasta e densamente popolata, si è trasformata negli ultimi anni in un teatro ideale per lo sviluppo di fenomeni meteo estremi, in particolare delle temute supercelle temporalesche. Chi ha vissuto gli eventi meteo dell’estate 2023, come le grandinate devastanti a Milano o i tornado in Veneto, sa quanto sia cambiato lo scenario […] Meteo Valle Padana pronto all’innesco di supercelle, grandine e trombe d’aria. Ecco il perché

Apr 22, 2025 - 18:49
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Meteo Valle Padana pronto all’innesco di supercelle, grandine e trombe d’aria. Ecco il perché
La Pianura Padana, vasta e densamente popolata, si è trasformata negli ultimi anni in un teatro ideale per lo sviluppo di fenomeni meteo estremi, in particolare delle temute supercelle temporalesche. Chi ha vissuto gli eventi meteo dell’estate 2023, come le grandinate devastanti a Milano o i tornado in Veneto, sa quanto sia cambiato lo scenario climatico. Le supercelle, che un tempo erano eccezioni nel panorama estivo italiano, oggi sono diventate una presenza ricorrente e minacciosa. Dal punto di vista fisico-geografico, la Pianura Padana è racchiusa a nord dalle Alpi e a sud dagli Appennini, creando un corridoio naturale che canalizza i venti e accentua la circolazione atmosferica. Quando masse d’aria umida atlantica sorvolano le Alpi e precipitano verso le aree pedemontane, si innescano processi di sollevamento forzato dell’aria calda e umida già presente in pianura. Questo meccanismo produce un forte gradiente termico verticale, cioè una differenza netta di temperatura tra il suolo e le quote superiori. Se in quota soffia un vento da sud-ovest, la vorticità atmosferica aumenta, e nasce il cuore rotante della supercella: il mesociclone. La Lombardia, il Veneto e l’Emilia occidentale sono tra le regioni più colpite. Questo si deve anche al riscaldamento accelerato del Nord Italia. Secondo dati ISPRA, la temperatura media è aumentata di circa 1,4 °C negli ultimi trent’anni. A Milano Linate, nel luglio 2023, sono stati registrati 35 °C con un punto di rugiada oltre i 24 °C: condizioni più comuni nelle zone tropicali. L’atmosfera, caricandosi di umidità e calore, diventa un serbatoio di energia potenziale convettiva (CAPE), la vera benzina delle supercelle. L’aumento dell’umidità negli strati più bassi dell’atmosfera, spesso oltre il 75%, favorisce la formazione di nuvole gigantesche, alte fino a 15 chilometri. La condensazione del vapore rilascia calore latente, il quale alimenta verticalmente la colonna d’aria, rafforzando l’intero sistema temporalesco. Il 19 luglio 2023 ha segnato un punto di svolta. I radar meteorologici di ARPA Lombardia rilevarono la classica forma a “gancio” del mesociclone (hook echo), segnale inequivocabile di una supercella matura. In pochi minuti, la visibilità crollò a zero e un tornado EF2 colpì la zona est di Milano. Le raffiche toccarono 150 km/h a Peschiera del Garda, mentre chicchi di grandine da 9 cm perforavano tetti e parabrezza tra Brescia e Verona, lungo l’autostrada A4. Danni ingenti furono segnalati in particolare nei vigneti della Franciacorta, con perdite agricole superiori a 300 milioni di euro. In quel solo pomeriggio, si contarono oltre 70.000 fulmini, una frequenza mai osservata prima su scala locale. In Veneto, fu misurato un chicco di grandine da oltre 20 cm di diametro, una delle più grandi mai raccolte in Europa.   La devastazione di questi temporali è spiegabile attraverso due parametri fondamentali: wind shear e CAPE elevata. Il wind shear direzionale, cioè il cambiamento di direzione del vento con la quota, contribuisce alla creazione di una struttura rotante che, con sufficiente spinta ascensionale, evolve in un mesociclone verticale. Le correnti fredde discendenti, una volta raggiunto il suolo, generano downburst e microburst con raffiche superiori a 140 km/h. Grazie all’alimentazione continua di aria calda e umida dal suolo, queste supercelle possono auto-rigenerarsi per oltre due ore e attraversare distanze di oltre 100 km, lasciando una scia di danni lungo tutto il loro percorso. I danni agricoli causati da questi fenomeni sono solo la punta dell’iceberg. Le coltivazioni di mais e soia, ad esempio, subiscono riduzioni di resa superiori al 40% dopo una grandinata severa. Le compagnie assicurative stanno correndo ai ripari introducendo polizze parametriche legate a indici meteo, mentre crescono gli investimenti in reti antigrandine più fitte. C’è chi teme – e i dati supportano questa preoccupazione – che la Pianura Padana possa emulare le statistiche delle Great Plains americane, dove ogni anno si verificano oltre 1.000 tornado. Rapportando la scala geografica, potremmo assistere anche in Italia a oltre dieci tornado EF1 o superiori ogni estate entro pochi anni. Per fronteggiare questi pericoli, il sistema di previsione deve diventare più sofisticato. I modelli ad alta risoluzione come quelli del consorzio COSMO-LEPS indicano un possibile raddoppio dell’indice Significant Tornado Parameter entro il 2050. Alcuni esperimenti condotti dall’Università di Bologna hanno già individuato rotazioni mesocicloniche ampie 3 km, evidenziando limiti nei radar classici. L’integrazione di sonde LIDAR nella bassa pianura, capaci di rilevare la velocità verticale dell’aria, potrebbe anticipare l’allerta di fino a dieci minuti. Anche i citizen scientist, attraverso fotografie e video geolocalizzati, contribuiscono a mappare fenomeni come wall cloud e funnel, supportando la ricerca accademica e il sistema di protezione civile. Il meteo in Pianura Padana sta diventando sempre più estremo. Il suo volto estivo è cambiato radicalmente, segnato da un’escalation di eventi violenti che un tempo erano rari. Le supercelle non sono più un’eccezione ma una parte integrante del panorama estivo padano.

Meteo Valle Padana pronto all’innesco di supercelle, grandine e trombe d’aria. Ecco il perché