
La
Pianura Padana, vasta e densamente popolata, si è trasformata negli ultimi anni in un teatro ideale per lo sviluppo di
fenomeni meteo estremi, in particolare delle temute
supercelle temporalesche. Chi ha vissuto gli eventi meteo dell’
estate 2023, come le grandinate devastanti a
Milano o i tornado in
Veneto, sa quanto sia cambiato lo scenario climatico. Le
supercelle, che un tempo erano eccezioni nel panorama estivo italiano, oggi sono diventate una presenza ricorrente e minacciosa. Dal punto di vista fisico-geografico, la
Pianura Padana è racchiusa a nord dalle
Alpi e a sud dagli
Appennini, creando un corridoio naturale che
canalizza i venti e accentua la circolazione atmosferica. Quando masse d’aria umida atlantica sorvolano le Alpi e precipitano verso le aree pedemontane, si innescano processi di
sollevamento forzato dell’aria calda e umida già presente in pianura. Questo meccanismo produce un
forte gradiente termico verticale, cioè una differenza netta di temperatura tra il suolo e le quote superiori. Se in quota soffia un vento da sud-ovest, la
vorticità atmosferica aumenta, e nasce il cuore rotante della supercella: il
mesociclone. La
Lombardia, il
Veneto e l’
Emilia occidentale sono tra le regioni più colpite. Questo si deve anche al riscaldamento accelerato del Nord Italia. Secondo dati
ISPRA, la temperatura media è aumentata di
circa 1,4 °C negli ultimi trent’anni. A
Milano Linate, nel
luglio 2023, sono stati registrati
35 °C con un
punto di rugiada oltre i 24 °C: condizioni più comuni nelle
zone tropicali. L’atmosfera, caricandosi di umidità e calore, diventa un serbatoio di energia potenziale convettiva (CAPE), la vera benzina delle supercelle. L’aumento dell’umidità negli strati più bassi dell’atmosfera, spesso oltre il
75%, favorisce la formazione di nuvole gigantesche, alte fino a
15 chilometri. La
condensazione del vapore rilascia
calore latente, il quale alimenta verticalmente la colonna d’aria, rafforzando l’intero sistema temporalesco. Il
19 luglio 2023 ha segnato un punto di svolta. I radar meteorologici di
ARPA Lombardia rilevarono la classica forma a “gancio” del
mesociclone (hook echo), segnale inequivocabile di una supercella matura. In pochi minuti,
la visibilità crollò a zero e un
tornado EF2 colpì la zona est di Milano. Le raffiche toccarono
150 km/h a Peschiera del Garda, mentre
chicchi di grandine da 9 cm perforavano tetti e parabrezza tra
Brescia e
Verona, lungo l’autostrada
A4. Danni ingenti furono segnalati in particolare nei vigneti della
Franciacorta, con
perdite agricole superiori a 300 milioni di euro. In quel solo pomeriggio, si contarono
oltre 70.000 fulmini, una frequenza mai osservata prima su scala locale. In
Veneto, fu misurato un chicco di grandine da
oltre 20 cm di diametro, una delle più grandi mai raccolte in Europa.
La devastazione di questi temporali è spiegabile attraverso due parametri fondamentali:
wind shear e
CAPE elevata. Il
wind shear direzionale, cioè il cambiamento di direzione del vento con la quota, contribuisce alla creazione di una
struttura rotante che, con sufficiente spinta ascensionale, evolve in un
mesociclone verticale. Le correnti fredde discendenti, una volta raggiunto il suolo, generano
downburst e
microburst con raffiche superiori a
140 km/h. Grazie all’alimentazione continua di aria calda e umida dal suolo, queste supercelle possono
auto-rigenerarsi per oltre due ore e attraversare
distanze di oltre 100 km, lasciando una scia di danni lungo tutto il loro percorso. I danni agricoli causati da questi fenomeni sono solo la punta dell’iceberg. Le coltivazioni di
mais e
soia, ad esempio, subiscono
riduzioni di resa superiori al 40% dopo una grandinata severa. Le
compagnie assicurative stanno correndo ai ripari introducendo
polizze parametriche legate a indici meteo, mentre crescono gli investimenti in
reti antigrandine più fitte. C’è chi teme – e i dati supportano questa preoccupazione – che la
Pianura Padana possa emulare le statistiche delle
Great Plains americane, dove ogni anno si verificano
oltre 1.000 tornado. Rapportando la scala geografica, potremmo assistere anche in Italia a
oltre dieci tornado EF1 o superiori ogni estate entro pochi anni. Per fronteggiare questi pericoli, il sistema di previsione deve diventare più sofisticato. I
modelli ad alta risoluzione come quelli del
consorzio COSMO-LEPS indicano un possibile
raddoppio dell’indice Significant Tornado Parameter entro il 2050. Alcuni esperimenti condotti dall’
Università di Bologna hanno già individuato
rotazioni mesocicloniche ampie 3 km, evidenziando limiti nei radar classici. L’integrazione di
sonde LIDAR nella bassa pianura, capaci di rilevare la velocità verticale dell’aria, potrebbe anticipare l’allerta di
fino a dieci minuti. Anche i
citizen scientist, attraverso fotografie e video geolocalizzati, contribuiscono a mappare fenomeni come
wall cloud e funnel, supportando la ricerca accademica e il sistema di protezione civile. Il
meteo in Pianura Padana sta diventando sempre più estremo. Il suo volto estivo è cambiato radicalmente, segnato da un’
escalation di eventi violenti che un tempo erano rari. Le
supercelle non sono più un’eccezione ma una parte integrante del panorama estivo padano.
Meteo Valle Padana pronto all’innesco di supercelle, grandine e trombe d’aria. Ecco il perché