
Una stranezza celeste tra la Via Lattea e Andromeda
La Galassia di Andromeda, nota anche come
Messier 31 (M31), continua a sorprendere gli astronomi. Secondo un recente studio condotto da
Kosuke Jamie Kanehisa dell’
Universität Potsdam, supportato da
Marcel Pawlowski e
Noam Libeskind,
la quasi totalità dei 37 satelliti più luminosi di Andromeda si trova inspiegabilmente sul lato che guarda verso la nostra Galassia, la
Via Lattea. L’unico escluso è
Messier 110, che si distingue per la sua posizione “fuori asse”. Questo strano allineamento mette in discussione
il modello standard della cosmologia, secondo cui le
galassie nane dovrebbero essere distribuite in modo casuale intorno alla galassia madre, data la natura caotica dell’
accrescimento gerarchico delle strutture cosmiche. Invece, M31 presenta
una configurazione fortemente sbilanciata, una rarità statistica che le simulazioni recenti stimano avere una probabilità inferiore allo
0,3%. Il misterioso piano orbitale delle galassie nane Studi precedenti, supportati dalle osservazioni del
Telescopio Spaziale Hubble, avevano già confermato l’esistenza di
un piano orbitale sottile attorno ad Andromeda, condiviso da oltre metà delle sue galassie nane. Un pattern simile è stato osservato anche intorno alla
Via Lattea e, in forma più provvisoria, attorno a
Centaurus A, un’altra galassia vicina. Ma il nuovo enigma è proprio
l’asimmetria laterale di questi satelliti.
Tutti sembrano rivolti verso di noi, cosa che complica ulteriormente la comprensione della loro origine e dinamica. Il fatto che questi satelliti siano ancora in orbita, ma in una configurazione tanto instabile, fa pensare che
il fenomeno sia relativamente recente. La fusione che ha cambiato M31 Un’ipotesi affascinante è che questo strano assetto sia
una conseguenza di una gigantesca fusione galattica avvenuta circa
due o tre miliardi di anni fa, quando Andromeda assorbì una
galassia di medie dimensioni. Tale evento avrebbe lasciato
scie stellari e un’intensa attività di formazione stellare, oggi ancora osservabili. Tuttavia, anche se i satelliti nani fossero stati catturati durante o dopo questa fusione,
non si spiega perché si trovino solo su un lato della galassia madre. In particolare,
la Via Lattea non sembra aver esercitato un’influenza gravitazionale sufficiente a giustificare tale schema. I limiti attuali e le speranze future Le misurazioni precise dei
moti propri delle galassie nane sono disponibili solo per
quattro o cinque satelliti di M31, rendendo le simulazioni parzialmente speculative. Si attende ora con interesse
il prossimo rilascio di dati della missione Gaia, che permetterà di analizzare con maggiore dettaglio
i movimenti di almeno una dozzina di questi oggetti, migliorando così i modelli evolutivi dell’asimmetria. Inoltre, è quasi certo che
ci siano ancora molte galassie nane deboli da scoprire, troppo piccole o scarsamente luminose per essere già state individuate. La presenza o assenza di queste galassie meno brillanti nel piano asimmetrico potrà
confermare o smentire l’unicità del fenomeno. Una stranezza cosmica, o la punta di un iceberg? Il caso di Andromeda potrebbe non essere unico. Le
limitazioni osservative attuali impediscono di mappare con precisione le famiglie di satelliti delle galassie più distanti, lasciando aperta la possibilità che
asimmetrie simili esistano anche altrove, ma siano sfuggite alla nostra vista. Questo rende
la famiglia di galassie nane di Andromeda un laboratorio cosmico privilegiato, un rompicapo che potrebbe riscrivere alcune delle nostre ipotesi fondamentali sull’evoluzione dell’universo. Come ha osservato lo stesso Kanehisa, è curioso che
proprio i nostri “vicini” celesti si rivelino tra i più enigmatici.
Scoperta un’anomala asimmetria nei satelliti della Galassia di Andromeda