Trump spalleggia Apple contro Londra
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha paragonato la richiesta di "backdoor" per i dati archiviati nel cloud Apple da parte del Regno Unito al monitoraggio cinese

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha paragonato la richiesta di “backdoor” per i dati archiviati nel cloud Apple da parte del Regno Unito al monitoraggio cinese
Trump ha preso le parti del gigante tecnologico americano Apple nel braccio di ferro con Londra sui dati degli utenti.
Il presidente degli Stati Uniti ha paragonato la richiesta del governo del Regno Unito al colosso di Cupertino di concedere l’accesso ad alcuni dati degli utenti a “qualcosa di cui si sente parlare con la Cina”. È quanto ha suggerito Donald Trump in un’intervista alla rivista politica The Spectator pubblicata venerdì, dopo il suo incontro con il primo ministro britannico Sir Keir Starmer.
Il 21 febbraio Apple ha annunciato di non poter mettere più a disposizione dei propri clienti britannici i cloud di servizio destinati a custodire in forma criptata dati personali degli utenti di iPhone, iPad e piattaforme varie che intendono salvarli in memoria.
La decisione arriva dopo dopo la richiesta segreta da parte del governo inglese di una “backdoor” per i dati degli utenti.
All’inizio del mese scorso il Washington Post aveva riferito infatti che il Regno Unito aveva emesso “un ordine governativo segreto” affinché Apple creasse una “back door” per consentire al governo di spiare i dati caricati da qualsiasi utente Apple in tutto il mondo, in caso di indagini legali autorizzate su vicende rilevanti.
Tutti i dettagli.
LA DECISIONE DI APPLE IN UK
Due settimane fa Apple ha ritirato il suo sistema Advanced Data Protection per iCloud nel Regno Unito piuttosto che ottemperare a una richiesta legale di costruire una “back door” per consentire alle forze dell’ordine o ai servizi di sicurezza di accedere al sistema.
Advanced Data Protection, che il colosso di Cupertino ha iniziato a implementare alla fine del 2022, è una funzionalità opzionale che protegge i file, le foto, le note e altri dati di iCloud con crittografia end-to-end quando sono archiviati nel cloud.
LE PAROLE DI TRUMP
Nell’intervista a Spectator, l’inquilino della Casa Bianca ha dichiarato di aver spiegato al primo ministro britannico Keir Starmer che “non può farlo”, riferendosi alla richiesta di accesso ai dati.
“Gli abbiamo effettivamente detto (Starmer)… è incredibile. È qualcosa, sai, di cui si sente parlare con la Cina”, ha aggiunto Trump.
LA REPLICA DI LONDRA
Da parte sua, Downing Street ha comunicato che non avrebbe rilasciato dichiarazioni sui dettagli del caso Apple. Un portavoce del governo britannico ha affermato “abbiamo uno stretto rapporto di intelligence con gli Stati Uniti e prendiamo sul serio la partnership”, riporta Reuters.
LA POSIZIONE DEL VERTICE DELLA NATIONAL INTELLIGENCE
All’inizio di questa settimana, Tulsi Gabbard, direttrice dell’intelligence nazionale degli Stati Uniti, ha detto che qualsiasi mossa per costringere Apple a costruire una backdoor nei suoi sistemi avrebbe causato “grave preoccupazione” in quanto “violazione palese” della privacy degli americani.
In una lettera datata 25 febbraio a due legislatori statunitensi, Gabbard ha spiegato che stanno esaminando se il governo del Regno Unito abbia violato il Cloud Act, che gli impedisce di emettere richieste di dati di cittadini statunitensi e viceversa.
“Condivido la vostra grave preoccupazione per le gravi implicazioni del Regno Unito, o di qualsiasi paese straniero, che richiede ad Apple o a qualsiasi azienda di creare una “backdoor” che consentirebbe l’accesso ai dati personali crittografati degli americani”, ha scritto Gabbard al senatore democratico Ron Wyden e al deputato repubblicano Andy Biggs.
“Ciò rappresenterebbe una chiara e grave violazione della privacy e delle libertà civili degli americani, e aprirebbe una grave vulnerabilità allo sfruttamento informatico da parte di attori avversari” secondo la direttrice dell’intelligence nazionale statunitense.