Le turbine eoliche cinesi sono una minaccia per la Germania (e per l’Italia)?
Uno studio di un think tank tedesco invita la Germania a bloccare le turbine eoliche cinesi, considerate rischiose per la sicurezza nazionale ed economica. L'azienda oggetto del report, MingYang, è attiva anche in Italia e collabora con Renexia. Tutti i dettagli.

Uno studio di un think tank tedesco invita la Germania a bloccare le turbine eoliche cinesi, considerate rischiose per la sicurezza nazionale ed economica. L’azienda oggetto del report, MingYang, è attiva anche in Italia e collabora con Renexia. Tutti i dettagli
Secondo uno studio redatto dal German Institute for Defense and Strategic Studies (Gids) su commissione del ministero della Difesa tedesco, la Germania deve imporre delle restrizioni alle turbine eoliche per salvaguardare la sicurezza economica e la coesione sociale.
LA CINA SFRUTTERÀ LE TURBINE EOLICHE COME UN’ARMA POLITICA?
Nel rapporto – che Politico ha potuto visionare ma che le autorità tedesche non hanno commentato – si legge che la Cina potrebbe utilizzare le proprie turbine eoliche come una leva politica o come un’arma di guerra economica attraverso la raccolta di dati sensibili, la procrastinazione volontaria dei progetti energetici o addirittura la disattivazione da remoto degli impianti. Per queste ragioni, il Gids raccomanda al governo di bloccare la costruzione di un parco eolico composto da turbine cinesi: si tratta del parco eolico offshore Waterkant, dotato di sedici turbine costruite da MingYang Smart Energy.
“Quando si utilizzano sistemi o componenti di produttori cinesi”, si legge nel rapporto, “data la situazione politica, si può persino ipotizzare che un rallentamento o addirittura un’interruzione [dei progetti di generazione eolica, ndr] vengano utilizzati deliberatamente dalla Cina come mezzo di pressione politica o addirittura come strumento di guerra economica. Non si può, quindi”, prosegue il testo, “escludere una destabilizzazione del sistema politico, del modello di business dell’industria tedesca e della coesione sociale a causa della mancanza o dell’insufficiente sicurezza di pianificazione nel settore energetico”.
In altre parole, nel caso in cui le relazioni bilaterali dovessero precipitare, Pechino potrebbe ritardare l’entrata in funzione dei parchi eolici in Germania per creare complicazioni al settore energetico tedesco e di conseguenza alle aziende manifatturiere. Oppure, le aziende cinesi potrebbero sfruttare i software di controllo delle turbine per prelevare i dati raccolti dai numerosi radar presenti negli impianti: si tratta una vulnerabilità notevole, specialmente se i parchi eolici dovessero trovarsi in prossimità di aree sensibili (basi militari, ad esempio), anche considerato che l’anno scorso l’eolico ha prodotto un terzo dell’elettricità tedesca e un quinto di quella europea.
In sostanza, se la Cina dovesse finire per controllare una grossa parte della generazione eolica tedesca, ne otterrebbe “un notevole potenziale di ricatto”.
I RISCHI PER LE INFRASTRUTTURE ENERGETICHE
L’Unione europea considera la Cina un partner per la cooperazione, un concorrente economico e – allo stesso tempo – un rivale sistemico. La Cina è il secondo partner economico della Germania, considerando sia le importazioni che le esportazioni.
Il rapporto tedesco risente sia della rinnovata attenzione alla sicurezza delle infrastrutture critiche europee – dal 2022 ci sono stati almeno sei incidenti sospetti nel mar Baltico -, sia delle indagini della Commissione europea sulle aziende eoliche cinesi, accusate di ricevere sussidi statali e dunque di fare concorrenza sleale alle imprese nell’Unione.
L’anno scorso Bruxelles ha messo sotto esame una serie di progetti eolici legati alla Cina in Bulgaria, Francia, Grecia, Romania e Spagna.
– Leggi anche: Ecco le aziende cinesi di turbine eoliche sotto indagine Ue
E L’ITALIA?
L’azienda cinese menzionata nel rapporto del Gids, MingYang, ha fornito dieci turbine eoliche per un parco eolico offshore a Taranto, ultimato nel 2022.
Ad agosto MingYang ha firmato un memorandum d’intesa con l’azienda italiana Renexia per la costituzione di una nuova società dedicata alla costruzione di turbine eoliche. A ottobre Renexia ha siglato un contratto con MingYang per un progetto di eolico offshore “galleggiante” da 2,8 gigawatt: sarà composto da 148 turbine.