Trump: “Se i Repubblicani al Congresso alzeranno le tasse ai ricchi per me va bene”. Ecco cosa c’è dietro

Come da indiscrezioni di cui ilfattoquotidiano.it ha dato conto nelle scorse settimane, Donald Trump ha ufficialmente aperto alla possibilità di un aumento delle tasse per i contribuenti più ricchi, scrivendo su Truth che “lui e altri” lo “accetterebbero con grazia per aiutare i lavoratori a reddito medio e basso“. Un incremento “anche minuscolo”, ha scritto […] L'articolo Trump: “Se i Repubblicani al Congresso alzeranno le tasse ai ricchi per me va bene”. Ecco cosa c’è dietro proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 9, 2025 - 19:39
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Trump: “Se i Repubblicani al Congresso alzeranno le tasse ai ricchi per me va bene”. Ecco cosa c’è dietro

Come da indiscrezioni di cui ilfattoquotidiano.it ha dato conto nelle scorse settimane, Donald Trump ha ufficialmente aperto alla possibilità di un aumento delle tasse per i contribuenti più ricchi, scrivendo su Truth che “lui e altri” lo “accetterebbero con grazia per aiutare i lavoratori a reddito medio e basso“. Un incremento “anche minuscolo”, ha scritto subito dopo, offrirebbe sponda ai “pazzi democratici di sinistra radicale” per attaccarlo tirando in ballo Bush senior, che alla Convention repubblicana del 1988 giurò di non alzare le imposte ma fu costretto a farlo (e si disse che gli era costato la rielezione). “In ogni caso”, continua il post, “i Repubblicani probabilmente non dovrebbero farlo, ma se lo faranno per me va bene!“. Di fatto, dunque il tycoon Trump dà il via libera ai Repubblicani al Congresso di esplorare concretamente l’ipotesi.

Il Financial Times ha scritto venerdì che Trump avrebbe intenzione di portare “quasi al 40%” l’aliquota per i redditi superiori a 2,5 milioni di dollari. È stato il Tax cuts and jobs act, la legge approvata durante la sua prima presidenza che ha tra l’altro ridotto l’aliquota dell’imposta sulle società, a tagliare l’aliquota più alta (che negli Usa scatta sopra i 626mila euro di redditi) dal 39,6 al 37%. Ora l’idea sarebbe quella di fare marcia indietro, ma solo per redditi molto alti.

La scelta, secondo molti osservatori, consentirebbe ai Repubblicani di scippare all’ala sinistra dei Democratici, impegnata nel tentativo di resuscitare il partito dalla batosta elettorale, lo slogan “Tax the rich“. E al tempo stesso spostare l’attenzione dalla scure che si teme colpirà il welfare per compensare il rinnovo dei tagli fiscali del TCJA che altrimenti sono destinati in gran parte a scadere a fine anno: una partita cruciale per la Casa Bianca e divisiva per lo stesso partito del presidente, perché non c’è accordo su come rifinanziare quelle misure. Che, nel caso restino in vigore, continueranno a beneficiare in misura sproporzionata i più abbienti. I quali uscirebbero quasi indenni dal ritocco all’aliquota più alta: chi è in cima alla piramide dei redditi trae la maggior parte dei propri introiti da dividendi o dalla vendita di asset (azioni, immobili). E quei proventi continuerebbero ad essere tassati con un’aliquota più favorevole. In più resterebbe in vigore la criticata deduzione del reddito di impresa che consente a un imprenditore di versare in proporzione meno imposte di un suo dipendente.

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