Trump e l’equilibrio sopra la follia. “Fa l’autocrate ma ha dei paletti”

Il politologo Pastori: ama essere ambiguo come Nixon, però deve tenere conto dell’economia americana. “I dazi sono un messaggio ai partner. Fra il tycoon e Musk, Vance ha il ruolo del poliziotto cattivo”

Apr 11, 2025 - 04:04
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Trump e l’equilibrio sopra la follia. “Fa l’autocrate ma ha dei paletti”

Roma, 11 aprile 2025 – Un presidente che ama mostrarsi come imprevedibile, ma che, al di là della sua facciata di leader libero e forte, deve ascoltare diversi interlocutori. Gianluca Pastori, docente di Storia delle relazioni internazionali, spiega perché il tycoon cammina sul filo del rasoio ed è molto più vulnerabile di quanto si possa pensare.

Professor Pastori, in poche ore c’è stata una decisione sui dazi e poi il suo congelamento temporaneo. C’è una logica nel comportamento di Trump o è pura irrazionalità?

“La spiegazione razionale può essere che i dazi sono stati presentati essenzialmente per mandare un messaggio ai partner degli Stati Uniti. Una sorta di invito al tavolo per evitare che vengano applicati realmente”.

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US President Donald Trump speaks during a cabinet meeting in the Cabinet Room of the White House on April 10, 2025, in Washington, DC. Trump on Thursday warned of the "transition cost" from his tariff policies, as Wall Street stocks fell again over the worsening trade war with China. (Photo by Brendan SMIALOWSKI / AFP)

Quindi, insomma, Trump ha una strategia, anche se non è sempre evidente a prima vista.

“Questo presidente ama essere ambiguo. Credo che questo possa essere il tratto più costante e distintivo che abbiamo visto in questi primi tre mesi dall’insediamento. Non vuole farsi inchiodare in una determinata posizione. Guardando alla storia americana, possiamo dire che in qualche modo ricorda la mad man strategy di Nixon. Amava che la comunità internazionale pensasse ‘è talmente pazzo che potrebbe usare la bomba atomica’. Trump sembra fare lo stesso gioco”.

Nelle scorse ore c’è stata una fuga dai titoli di Stato statunitensi, che servono a finanziare il debito del Paese. Come interpreta questo aspetto? C’è davvero il rischio di una fuga dall’economia americana o è una rappresaglia dei cinesi, che detengono la maggior parte del debito Usa?

“Credo che ci sia stata anche una componente di gioco delle parti. Mettiamola in questo modo: i dati del 3 aprile sono stati un segnale mandato ai partner dagli Stati Uniti. La fuga dai titoli di Stato è un segnale mandato a Washington, per ricordare che viviamo in un sistema economico integrato dove si trova sempre il modo di nuocere una volta attaccati”.

C’è un altro tema importante. Alcune politiche del presidente non convincono i proprietari delle Big Tech, che sono dei veri e propri oligarchi del Terzo Millennio. Alcuni di loro hanno aiutato Trump e parecchio.

“Trump deve camminare sul filo del rasoio. Un presidente, qualsiasi esso sia, non può non tenere conto degli interessi dell’economia americana. D’altro canto, è un presidente che ha fatto una scelta ‘populista’ e che quindi non può apparire lontano dal popolo. Per le Big Tech, poi, c’è un’altra grande questione”.

Quale?

“I rapporti con l’Europa. Negli ultimi giorni abbiamo sentito almeno da qualche parte parlare di contro-dazi o comunque di misure sulle Big Tech che operano sul mercato europeo, quindi anche questo, dal punto di vista di Trump, non è esattamente una cosa rassicurante”.

Per un Trump che parla tutti i giorni, abbiamo un JD Vance che sembra stare ultimamente nelle retrovie. Come mai? Sta aspettando di capire che parte prendere fra Trump e Musk, che comunque è un suo grande sponsor?

“Mi aspetto un grande rientro in scena nei prossimi giorni, quando sarà anche in visita in Italia. Sembra quasi che fra Trump e Vance si sia instaurato un po’ il rapporto del poliziotto buono e del poliziotto cattivo, dove il presidente è quello buono e Vance è il cattivo. Dopo le dichiarazioni di fuoco delle scorse settimane, adesso è arrivato il momento della sospensione dei dazi. Quindi è tornato il momento in cui parla il poliziotto buono, e il poliziotto cattivo va fuori dalla stanza a prendere il caffè”.