Trattare uniti per difendersi da The Donald

Il 2 aprile scatteranno i dazi Usa, che già hanno scosso le borse e il settore dell’automotive

Mar 31, 2025 - 06:32
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Trattare uniti per difendersi da The Donald

Roma, 31 marzo 2025 – Il mercante di Washington batte cassa. È la settimana dei dazi (e dei controdazi), e Trump non sente ragioni: il 2 aprile si parte, e sarà il "giorno della liberazione dell’America". Si può pure trattare, "ma solo se i Paesi sono disposti a darci qualcosa di grande". Morale: la decisione è presa, irrevocabile. Però... Oramai abbiamo imparato a conoscerlo: con lui, per le sue mosse, ci si può indignare, eccome, ma forse è meglio impegnare tempo ed energie per trattare. Il presidente Usa, non è come Antonio, il mercante di Venezia che prestava danaro gratis. Lui chiede, sempre. Chiede 100, ma alla fine forse ci si può accordare per la metà. Su ogni cosa. Anche sui dazi. Che (quasi) certamente mercoledì partiranno; che senza esserci hanno già scosso le borse e aperto altre crepe nell’automotive e dintorni; che preoccupano negli Usa come in Europa; che porterebbero più danni che benefici. Tutto vero. Siccome il tappeto è steso e il tavolo è pronto, tanto vale però sedersi e vedere cosa si può portare a casa di buono. Di meglio, se possibile.

Nel nostro caso, ha ragione Tajani: la trattativa (che già c’è) non può che essere europea, facendo pesare oltre al volume di fuoco economico dei 27, anche gli interessi dell’Italia. E perché no, il particolare feeling con gli Stati Uniti, un pregio, non un difetto, visto che restano non solo per Roma, ma per tutta la Ue un grande alleato, a differenza di altri. Alleato scomodo, ingombrante. Ma non imprevedibile: Trump fa quello che aveva promesso di fare. E lo fa sempre allo stesso modo: partendo con un cazzotto. Minimo. Quello dei dazi è un colpo alla mascella, ma non da ko: ci si può difendere, reagire. Comunque. E nello stesso tempo cercare di trovare un accordo mentre si danza sul ring, perché i pugni fanno male a tutti. Il mercante della Casa Bianca il 2 aprile vuole assolutamente "liberare" l’America. Certo. O forse solo un po’.