“Tosca” di Giacomo Puccini con la firma di Giò Ponti sbarca al Teatro alla Scala di Milano

Lo spettacolo è quello fastoso pensato da Davide Livermore, qui ripreso da Alessandra Premoli, per l’Inaugurazione della Stagione 2019-2020 L'articolo “Tosca” di Giacomo Puccini con la firma di Giò Ponti sbarca al Teatro alla Scala di Milano proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 6, 2025 - 13:46
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“Tosca” di Giacomo Puccini con la firma di Giò Ponti sbarca al Teatro alla Scala di Milano

Le dieci rappresentazioni di “Tosca” di Giacomo Puccini con le scenografie che portano l’illustre firma di Giò Ponti sono già sold out. Al Teatro alla Scala di Milano dal 15 marzo al 4 aprile torna la grandiosa opera sotto la direzione di Michele Gamba. Lo spettacolo è quello fastoso pensato da Davide Livermore, qui ripreso da Alessandra Premoli, per l’Inaugurazione della Stagione 2019-2020. Le rappresentazioni del 30 marzo e 4 aprile saranno disponibili in audiodescrizione nell’ambito del Progetto Accessibilità.

“Tosca” è presentata, come nel 2019 quando la diresse il Direttore Musicale Riccardo Chailly, secondo la partitura della prima assoluta di Roma come documentata nell’edizione critica a cura di Roger Parker per Ricordi, e presenta alcune significative differenze rispetto all’edizione corrente.

Il cast – Nelle nuove rappresentazioni si alternano nella parte di Tosca Chiara Isotton (15, 18, 20, 22, 26 e 30 marzo; 2 e 4 aprile) ed Elena Stikhina (25 e 28 marzo), come Cavaradossi Francesco Meli (15, 18, 20, 22, 26 e 30 marzo; 2 e 4 aprile) e Fabio Sartori (25 e 28 marzo) e come Scarpia Luca Salsi (15, 18, 20, 22, 26 e 30 marzo; 2 aprile) e Amartuvshin Enkhbat (25 e 28 marzo, 4 aprile). Huanhong Li è Angelotti. Marco Filippo Romano il Sagrestano, Carlo Bosi Spoletta.

La storia della Tosca – Tosca andò in scena per la prima volta al Teatro Costanzi di Roma il 14 gennaio 1900 per la direzione di Leopoldo Mugnone. Il 17 marzo, Arturo Toscanini dirigeva il debutto scaligero con la stessa protagonista, Hariclea Darclée. La Tosca romana differisce dalla successiva (e definitiva) in otto interventi per un totale di un centinaio di battute. Complessivamente Tosca, osserva Roger Parker, è la più stabile delle opere di Puccini, quella che dopo una gestazione tormentata ha subito minori ripensamenti. Eppure queste poche battute, collocate in punti nodali della composizione, balzano all’attenzione dell’ascoltatore. Basti ricordare due misure aggiuntive alla fine di “Vissi d’arte” con intervento di Scarpia sulle parole “Bada, il tempo è veloce!”, la versione assai più lunga della scena della morte di Scarpia e delle parole finali di Tosca e soprattutto la conclusione in cui dopo le parole “O Scarpia, avanti a Dio!” l’orchestra presenta una ripresa integrale di “E lucevan le stelle”.

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