Tim, Bnp Paribas alza il target price. Si punta sul consolidamento
Gli esperti ritengono che il consolidamento nel settore tlc non sia più in dubbio, ma che resta solo da verificarne i tempi, alla luce anche del fatto che una fusione tra l’ex monopolista e Iliad sia stata ipotizzata più volte.

Giudizio positivo degli analisti di Bnp Paribas Exane sulle azioni Telecom Italia. Gli esperti della banca hanno alzato da neutral a outperform il loro rating sul titolo del colosso italiano delle telecomunicazioni, aumentando il target price da 0,28 a 0,35 euro (+25%). Oggi le azioni Tim scambiano in forte rialzo (+8%), a 0,2978 euro, in un contesto positivo per il FTSE MIB (+6%) grazie al rinvio dei dazi deciso dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
In un report dal titolo 'Risorgimento', gli esperti di Bnp Paribas hanno aumentato le previsioni di Eps del 23% sul 2025 e del 28% sul 2026 sull’ex monopolista.
Gli esperti della banca francese scommettono sul consolidamento del comparto delle tlc: “non è più in dubbio se avverrà, ma quando accadrà”, spiegano, ricordando come “una fusione tra Tim e Iliad sia stata ipotizzata ormai più volte, anche se poi è stata congelata da valutazioni politiche”.
Ora, però, Poste Italiane è diventata l’azionista di riferimento del gruppo e, siccome è detenuta al 65% dallo Stato italiano, è possibile “ipotizzare che gli ostacoli possano essere superati”. In ogni caso, proseguono da Exane, Telecom Italia potrebbe “eventualmente beneficiare anche di un'aggregazione tra Iliad e WindTre, visto che un mercato più aggregato comporterà un miglioramento dei margini”.
Inoltre, Bnp ricorda di "mettere in conto anche la possibilità che la compagnia incassi l'earnout da parte di Kkr. Insomma, per tutti questi motivi, lo scenario dinnanzi a Tim è 'un cielo blu'”.
Proprio ieri, Tim e Iliad si sono dette a favore del consolidamento del mercato che passa attraverso sinergie tra i due gruppi. "Siamo aperti a esplorare sinergie di mercato”, spiegava Giuseppe Lasco, dg di Poste Italiane in un'intervista di qualche giorno fa sul Giornale d'Italia, aggiungendo che “il nostro obiettivo è far ripartire Tim, quindi siamo disposti a esaminare altre opportunità che possano contribuire a questo processo”.
Nel corso del convegno ‘Telecommunications - of the future' sono arrivati anche segnali di apertura da parte degli altri due soggetti nella partita, ovvero Tim e Iliad. "Non entrerò nel dettaglio delle operazioni. L'unica cosa che posso ribadire è che riteniamo che il consolidamento porterebbe grandi benefici a tutto il settore, a tutto il sistema Paese, e siamo pronti a giocare la nostra parte nella partita", dichiarava Benedetto Levi, ad di iliad Italia.
Dal fronte Tim, l’ad Pietro Labriola definiva “possibili in chiave antitrust” le combinazioni tra Tim e Iliad: “Per le possibili combinazioni, l'unica che non è fattibile per ragioni antitrust è Tim-Wind, vedo qualsiasi altra operazione (Wind-iliad o Tim-iliad) positivamente perché' porta a evitare di avere una pluralità di reti e ad avere una maggiore razionalità del mercato".
I nodi Antitrust tra iliad e Tim, inoltre, al netto di possibili rimedi, non sembrano insuperabili, secondo alcuni esperti consultati da Radiocor. "La potenziale fusione tra Tim e Iliad in Italia presenta profili antitrust importanti”, spiega Innocenzo Genna avvocato ed esperto di regolazione europea, “poiché darebbe luogo al maggiore operatore broadband italiano, con quota stimate del 41% nel mobile e del 40% nel fisso. Tuttavia, al netto di possibili rimedi antitrust strutturali o comportamentali, l'operazione ha buone possibilità di essere autorizzata, perché l'Italia è il Paese con i prezzi retail tra i più bassi dell'area Ocse e vi è un evidente ritardo negli investimenti in 5G stand-alone".
L'ingresso di Poste Italiane come principale azionista di Tim non esaurisce "il processo di consolidamento del settore delle telecomunicazioni italiane”, secondo Cristoforo Morandini, partner di Pts ed esperto del settore e “in questo ambito, rientra l'ipotesi suggestiva di fusione tra Tim e Iliad, vale a dire tra l'operatore nazionale storico e l'ultimo grande operatore entrato sul mercato italiano, con due posizionamenti di mercato molto complementari (il primo con un'offerta sempre più articolata e multiservizi e il secondo con una proposta semplice, economica e 'no frills'). Se da un lato è un esempio del consolidamento che chiedono a gran voce molti attori del settore, dall'altro, si scontra con la posizione antitrust radicata in passato, per cui 'quattro è meglio di tre', ma è recentemente venuta meno nel Regno Unito, una delle culle del diritto della concorrenza".
“Un’operazione volta al consolidamento del mercato sarebbe positiva per Tim, soprattutto considerando la presenza di un socio di maggioranza forte come Poste Italiane e di un secondo socio industriale come Iliad Italia che favorirebbe la market repair”, secondo WebSim Intermonte.
In un’eventuale combinazione tra Tim Consumer e Iliad Italia, la sim stima “sinergie significative (circa 800 milioni, con un NPV di circa 7 miliardi). Tuttavia, l'operazione implicherebbe issue Antitrust legate all’eccessiva concentrazione di quota di mercato (38%) e di spettro sulla banda 700MHz (frequenze acquistate per 680 milioni da Tim e Iliad)”, che “aumenterebbe il rischio di misure correttive o di vendita forzata delle frequenze”.
In termini valutativi, ai prezzi correnti, “per consentire al gruppo Iliad di ottenere una quota del 22% in Tim ordinarie, come riportato di recente della stampa, e assumendo una valutazione di Iliad Italia pari a circa 2,5 miliardi (multiplo implicito di 7,5 volte l’EBITDAaL, lo stesso pagato da Fastweb per Vodafone Italia), sarebbe necessario il conferimento della controllata italiana da parte di Iliad per 1,2 miliardi in carta, mentre Tim dovrebbe corrispondere 1,3 miliardi cash. Questa operazione porterebbe la leva di TIM da circa 1,8 volte (nostra stima a fine 2025) a circa 2,2 volte, mentre laddove Poste Italiane arrivasse a detenere una quota pari al 29,9% in Tim (allo studio riforma del governo per innalzare la soglia d’OPA), a fronte di un aucap da 1,2 miliardi, la sua quota si diluirebbe al 23%”, concludono da WebSim.