Tesla rossa non avrai il mio scalpo

Nelle ore in cui ci accingevamo a partecipare, o a non partecipare, alla manifestazione per l’Europa promossa da Michele Serra, una questione si è posta di tutta evidenza: la Tesla di proprietà di due deputati, coniugi L'articolo Tesla rossa non avrai il mio scalpo proviene da Globalist.it.

Mar 16, 2025 - 13:41
 0
Tesla rossa non avrai il mio scalpo

Nelle ore in cui ci accingevamo a partecipare, o a non partecipare, alla manifestazione per l’Europa promossa da Michele Serra, una questione si è posta di tutta evidenza: la Tesla di proprietà di due deputati, coniugi. Molti hanno eccepito sul fatto che costoro, leader della sinistra avessero una Tesla, l’azienda di Elon Musk. Non ho mai sentito negli anni passati che un leader di sinistra non dovesse avere una Fiat, di proprietà del non amato avvocato Agnelli. E’ l’idea del boicottaggio, entrata tumultuosamente nel nostro orizzonte. Come se la loro scelta di usare una Tesla rafforzi il miliardario amato da Trump.

Questa idea di boicottaggio è entrata con prepotenza nella mente di molti, che sono usciti dalla piattaforma di Musk, X, probabilmente con l’ottimo risultato di ridurre la portata dei loro messaggio sui social. Non credo infatti che questo boicottaggio di X abbia colpito al cuore il monopolista dei satelliti. Al più ha ridotto la ricaduta dei loro pensieri. 

Ma non è stata questa non condivisione del boicottaggio l’argomento addotto dai due deputati a loro giustificazione per la colpa di avere una Tesla. Lui, da quanto ho letto, si è barricato dietro il non molto nobile “scaricabarile”, “non è mia, è di mia moglie”. Lei dietro il costo a suo dire contenuto, avendola pagata solo “47mila euro”. Che 47mila per un’auto siano pochi dipende dai punti di vista: per Musk saranno pochissimi, non pochi. Per i più una cifra troppo alta. E qui veniamo alla rilevanza di questa discussione: che cos’è la sinistra? E’ un ritrovo di pauperismi? Di gente che apprezza una vita frugale, senza altro che pochi spiccioli in tasca? Non credo. Ma credo che sia preoccupante una tendenza, considerarla “l’élite”. Noi siamo l’élite, noi abbiamo studiato, noi abbiamo capito, noi sappiamo. In un certo senso noi siamo “l’ala marciante del mondo”. Quella che sa distinguere il bene dal male. E quindi può anche fare del male, come è sempre capitato ai depositari della verità. Diceva Stalin che non si può fare una frittata senza rompere le uova. 

Ecco, questa storia mi apparsa paradigmatica perché la sinistra si percepisce così. Chi non ha studiato è un ignorante, noi invece sappiamo, per questo noi siamo l’élite. Siamo l’élite che può raddrizzare le gambe a un mondo sbagliato, fuori asse, siamo l’élite che può dire dove sorge il sole, quello dell’avvenire. 

C’è una vignetta che fece molto discutere, tanti anni fa. Raffigurava Berlinguer in vestaglia e pantofole con sguardo infastidito, mentre per strada passava un corteo a cui il suo partito non aveva aderito. Forse è nata allora l’idea della sinistra da zona a traffico limitato. Forse qualcosa di aristocratico in Berlinguer c’era, non l’ho conosciuto, non so dire. Ma i suoi comportamenti pubblici sono stati all’opposto di quanto raffigurato in quella vignetta: ricordo che faceva la fila per imbarcarsi sui voli di linea, rifiutava le corsie riservate. In lui c’era un’ansia evidente di non allontanare il ceto politico dalla società. Se poi ci sia riuscito o meno io non lo so. Ma non credo si ritenesse parte di una élite. Piuttosto di un gruppo dirigente politico, proprio come Craxi, che sarà stato il suo grande rivale, ma aveva l’ansia di evitare un tale distacco. Non si sentiva certo parte di una élite, il grande appassionato di Garibaldi. 

Allora quand’è che la sinistra ha cominciato a ritenersi élite o, per meglio esprimere il mio punto di vista, l’élite?  Forse quando sono scomparse la cultura operaia e quella contadina. E’ un’idea. Ma la sopravvivenza della sola cultura borghese, che esclude i non borghesi dalla sola cultura rimasta per tutti rendendoli i contabili frustrati del proprio vicino, ha approfondito il solco tra ceto politico, stracolmo dei necessari privilegi, e popolazione comune. Ma in assenza di una cultura operaia, di una cultura contadina, cosa rende la sinistra “sinistra”? Forse l’idea di essere l’élite, quella che sa come dovrebbe andare il mondo, che si rifiuta però di fare così. Ecco che l’ala marciante si ritiene depositaria di un sapere iniziatico, di cui chi ne fa parte è un sacerdote, e in quel Tempio i sacerdoti si devono differenziare in qualche modo.  

L'articolo Tesla rossa non avrai il mio scalpo proviene da Globalist.it.