Tabacco, cosa dovrebbe fare l’Ue per limitarne l’uso
Che cosa si è detto nel corso del webinar “The evolving regulatory landscape in the Eu: opportunities and challenges”.

Che cosa si è detto nel corso del webinar “The evolving regulatory landscape in the Eu: opportunities and challenges”.
Gli obiettivi Ue sul fronte del consumo del tabacco sono ambiziosi: i 27 intendono perseguire la riduzione dei tabagisti al 5 per cento degli adulti entro il 2040 e al 20 per cento entro il 2025. Ma quali strade andrebbero intraprese per raggiungere simili percentuali? Se ne è parlato nel corso del webinar “The evolving regulatory landscape in the Eu: opportunities and challenges”.
Durante il dibattito Karl Erik Lund, ricercatore senior dell’Istituto norvegese di sanità pubblica, Andrzej Fal, professore e presidente della Società polacca di sanità pubblica, Clive Bates, direttore della Counterfactual Consulting e Damian Sweeney presidente della New Nicotine Alliance Ireland, (associazione in difesa dei consumatori) hanno proposto alcune soluzioni per disincentivare il consumo di sigarette in Unione europea.
COMBATTERE GLI ILLECITI
“Non penso che l’utilizzo della nicotina se ne andrà” e ci sono “diverse ragioni per cui le persone sono invogliate dal fumare” tra questi “il comprovato effetto psicoattivo che il fumo ha sul cervello”, ha spiegato Bates. “Come approcciare al controllo del consumo di tabacco? Prima di tutto iniziamo a pensarlo come sostanza con effetti psicotropi, come possono essere caffè, alcool o cannabis.
Per questo l’obiettivo deve essere regolamentarla e renderla il più sicura possibile per chi comunque ha intenzione di farne uso”. Ma anche leggi più severe contro i traffici illeciti e “lavorare sul consenso e non sulla coercizione” oltre a “rendere più consapevole la popolazione giovane”, ha proseguito.
FOCALIZZARSI SUI PRODOTTI ALTERNATIVI
Damian Sweeney ritiene che una ottima exit strategy dal vizio sia rappresentata dai dispositivi alternativi. “Quando si parla di legislazione ci si focalizza sui rischi e non sulle opportunità” ovvero “sull’implementazione delle restrizioni” mentre l’obiettivo dovrebbe essere “focalizzarsi sui prodotti che aiutino a smettere di fumare”, ha sottolineato.
Per questo tra le ipotetiche soluzioni per disincentivare il consumo di tabacco, secondo Sweeney, ci sono variare maggiormente “i sapori in commercio per i dispositivi alternativi al tabacco” a disposizione del pubblico adulto, oltre a “rendere i prodotti più attraenti” rispetto alle sigarette perché “sappiamo cosa vuol dire un divieto assoluto: vuol dire lavoro nero e mercato nero”.
SIGARETTE PIU’ COSTOSE
Infine per Andrzej Fal “sarebbe importante introdurre un prezzo minimo alle sigarette adeguandolo al salario minimo della popolazione” in modo che sia “alto abbastanza da disincentivarne l’acquisto e avere più dispositivi alternativi disponibili” perché “i fumatori, e io lo sono stato per 20 anni, non smettono senza avere a disposizione un dispositivo alternativo utile alla transizione”, ha evidenziato.
Tra le altre soluzioni proposte da Fal anche “dare meno visibilità alle sigarette nei punti vendita” e “regolamentare il mercato introducendo una licenza per la vendita simile a quella dell’alcool”. Tutto ciò “partendo dal presupposto che le sigarette elettroniche debbano essere un’alternativa disponibile per accompagnare i fumatori nel percorso verso l’eliminazione del fumo e non una nuova abitudine per i non fumatori”, ha concluso.