Pasqua più cara per i dazi, aumenti del 20% sul cibo tradizionale
Menù di Pasqua 2025 più caro per milioni di italiani: aumenti fino al +20% su dolci e materie prime. Ecco quali sono i prodotti che hanno risentito di più dell'inflazione

Il menù di Pasqua 2025 sarà più caro per milioni di famiglie italiane. Secondo il Centro di ricerca sui consumi (Crc), la spesa complessiva per i prodotti alimentari della festa supera i 2 miliardi di euro, con un incremento stimato in circa 100 milioni rispetto allo scorso anno. Il rincaro riguarda gran parte dei prodotti tradizionali: carne, dolci, verdure e bevande. Anche le uova di cioccolato, simbolo della festività, registrano aumenti a doppia cifra.
I prezzi riflettono una tendenza che va oltre la singola ricorrenza. A pesare sono la crisi di alcune materie prime, su cui pesa l’incertezza dei dazi, le difficoltà produttive e la domanda crescente. Il risultato è un conto più salato per chi prepara il pranzo di Pasqua in casa. Così, tra scaffali più vuoti e scontrini più alti, anche la festa rischia di diventare meno accessibile.
Il menù di Pasqua costa di più
Dopo un Natale all’insegna degli aumenti e un Carnevale tutt’altro che economico per via del costo dei dolci, non poteva mancare il terzo atto. E infatti anche la Pasqua si presenta più cara. I prodotti tipici del menù festivo registrano rincari praticamente su tutta la linea. Chi si appresta a fare la spesa lo nota già tra gli scaffali: alcuni alimenti, come quelli tradizionali, sono davvero molto costosi.
A guidare la classifica dei rincari è il burro, con un aumento medio del 19,7% rispetto alla Pasqua 2024. Subito dopo c’è il caffè macinato, che costa il 19,5% in più, mentre le bevande analcoliche segnano +7,9% e i vegetali freschi circa +4,3%.
Non si salva quasi nulla: dalla carne ai dolci, dalle uova alle bevande, l’aumento dei listini è trasversale. Ma il ruolo del prepotente lo giocano tutti i dolci e in particolare le uova di Pasqua e le colombe, che arrivano a superare gli 80 euro al chilo.
Ecco, nel dettaglio, i principali aumenti segnalati dal Centro di ricerca sui consumi (Crc):
- burro: +19,7%
- caffè macinato: +19,5%
- uova di cioccolato industriali: +20% (in alcuni casi)
- cacao: +14,1%
- carne di agnello: +8,2%
- bevande analcoliche: +7,9%
- carne bovina: +4,4%
- uova fresche: +4,4%
- vegetali freschi: +4,3%
- salumi: +2%
Cosa c’è dietro gli aumenti
Non si tratta solo di stagionalità o dinamiche locali. Secondo il Crc, burro, cacao e caffè sono oggi tra i prodotti più colpiti da una crisi globale. Il crollo delle produzioni, il clima instabile e la domanda in crescita hanno reso più difficile reperirli. Il risultato è un effetto a catena che arriva fino al carrello della spesa.
Del resto, le difficoltà del settore agricolo non sono una novità. Le coltivazioni sono più esposte agli eventi estremi, mentre i trasporti e l’energia pesano ancora sui costi finali. Se si aggiunge un mercato a rischio dazi, ancora traballante nell’impianto di risposta e normalizzazione, il gioco è fatto. Così, anche una festa come la Pasqua finisce per raccontare non solo delle abitudini alimentari, ma anche delle tensioni che attraversano il sistema economico.