Svolta per il diabete giovanile, la prima infusione in Italia dell’anticorpo che ne rallenta l’esordio

Diabete mellito di tipo 1, cosiddetto giovanile, potremmo essere vicini alla svolta: una giovane paziente di 23 anni ha ricevuto l’infusione dell’anticorpo teplizumab, che si è dimostrato efficace nel ritardare significativamente l’esordio conclamato della patologia. È accaduto, con successo, presso il Policlinico ‘Paolo Giaccone’ di Palermo. Il diabete di tipo 1 Come riferisce il nostro...

Apr 12, 2025 - 11:32
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Svolta per il diabete giovanile, la prima infusione in Italia dell’anticorpo che ne rallenta l’esordio

Diabete mellito di tipo 1, cosiddetto giovanile, potremmo essere vicini alla svolta: una giovane paziente di 23 anni ha ricevuto l’infusione dell’anticorpo teplizumab, che si è dimostrato efficace nel ritardare significativamente l’esordio conclamato della patologia. È accaduto, con successo, presso il Policlinico ‘Paolo Giaccone’ di Palermo.

Il diabete di tipo 1

Come riferisce il nostro Istituto Superiore di Sanità, il diabete tipo 1 (DT1) è:

una condizione cronica che si manifesta con un aumento dei livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) rispetto ai valori normali dovuto alla mancata produzione di insulina da parte del pancreas

La patologia è conosciuta anche come ‘diabete giovanile’ per distinguerla dal tipo 2 (detto anche ‘dell’adulto’), in quanto insorge, di solito, in giovane età.

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I livelli di glucosio nel sangue (glicemia) dopo 8 ore di digiuno sono normalmente inferiori a 100 mg/dl – spiega l’ISS – Si fa diagnosi di diabete se la glicemia a digiuno è superiore a 126 mg/dl per almeno due volte oppure se la glicemia è superiore a 200 mg/dl dopo carico orale di 75 grammi di glucosio

Il DT1 rappresenta circa il 10% dei casi di diabete, e i suoi sintomi (necessità di bere frequentemente e/o di urinare più frequentemente del solito, in particolare di notte, sensazione di stanchezza, perdita di peso e della massa muscolare) di solito si sviluppano molto rapidamente nei giovani, anche in pochi giorni o settimane (mentre negli adulti, condizione comunque più rara, si manifesta più lentamente, nel giro di un paio di mesi).

La patologia è chiamata anche ‘diabete o ‘insulino-dipendente’, in quanto l’unico trattamento al momento possibile è quello con insulina.

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Il nuovo trattamento

Il teplizumab è un anticorpo monoclonale “anti-CD3”, utilizzato per ritardare l’insorgenza del diabete di tipo 1, patologia che porta alla distruzione delle cellule β pancreatiche mediata dalle cellule T che causa a sua volta perdita della produzione di insulina, e quindi al controllo della glicemia nel sangue.

svolta trattamento diabete tipo 1

©Drug Bank

La molecola attacca proprio le cellule T, “legandosi” alla componente CD3, da cui il nome di terapia anti-CD3, rallentando così l’insorgere conclamato della grave malattia. Nel novembre 2022, teplizumab è stato approvato dalla FDA come primo farmaco in grado di ritardare l’insorgenza del diabete di tipo 1.12

La nuova terapia è stata approvata dalla Food and Drug Administration (FDA) che negli Stati Uniti regola la messa in commercio dei farmaci, per il trattamento di pazienti con almeno due autoanticorpi per il diabete e una condizione di disglicemia, ovvero con un alterato metabolismo glucidico, condizione spesso definita pre-diabete, con l’obiettivo di ritardare l’esordio della malattia conclamata.

Come riferisce la Società Italiana di Diabetologia, il farmaco è disponibile in Italia da ottobre 2024 ad uso compassionevole, ossia nei casi in cui per determinati pazienti se ne consiglia l’uso prima che l’iter burocratico di approvazione da parte degli Enti regolatori (EMA a livello europeo e AIFA a livello nazionale) sia concluso.

La svolta a Palermo

La nuova terapia è stata usata con successo su una giovane paziente di 23 anni come da protocollo approvato, ovvero con somministrazione intravenosa ogni giorno (tempo minimo 30 minuti) per 14 giorni consecutivi di una dose proporzionale alla superficie corporea.

Questo successo, per il quale ringrazio la nostra équipe medica e il team infermieristico – afferma Giorgio Arnaldi, che dirige il Policlinico ‘Paolo Giaccone’ di Palermo – è il risultato di un impegno costante nella ricerca e nell’assistenza ai pazienti, e sono orgoglioso di guidare un gruppo di professionisti così straordinari. Ringrazio, inoltre, la Direzione del Policlinico che con il suo costante supporto ha reso possibile la realizzazione di questo importante intervento

E il successo non è un caso “fortunato”.

Il teplizumab – spiega infatti Valentina Guarnotta, che ha promosso e seguito l’iter necessario per ottenere l’autorizzazione all’uso compassionevole del farmaco presso l’Azienda ospedaliera universitaria – rappresenta una terapia valida e concreta in tutti quei pazienti con predisposizione all’insorgenza del diabete mellito di tipo 1, grazie alla sua capacità di ritardarne in maniera significativa l’esordio, segnando una svolta scientifica nell’approccio alla malattia. L’esecuzione di campagne di screening sarà fondamentale per l’identificazione precoce di soggetti che potrebbero beneficiare di questo farmaco

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Fonte: Policlinico ‘Paolo Giaccone’

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