Storie e cultura. Quanti tesori tutti da visitare
C’è palazzo Hercolani, a Bologna, uno dei più prestigiosi edifici del periodo neoclassico, le cui sale ospitano affreschi di Antonio...

C’è palazzo Hercolani, a Bologna, uno dei più prestigiosi edifici del periodo neoclassico, le cui sale ospitano affreschi di Antonio Basoli, Gaetano Caponeri, Vincenzo Armani e David Zanotti. Ma anche l’ex manicomio Lolli di Imola o l’officina del ferro di Cesena, nel Borgo di Case Frini, oggi trasformata in uno spazio espositivo.
Questi e molti altri luoghi visitabili, domani e domenica in Emilia-Romagna e nelle Marche, in occasione delle Giornate Fai di primavera (l’elenco completo sul sito www.fondoambiente.it). Il borgo La Corta, ad Argenta (Ferrara), è un complesso edilizio, un tempo villaggio fluviale, racconta molte storie attraverso oggetti d’uso, telai per tessere la canapa, attrezzature agricole, materiale da costruzione, strumenti per l’igiene personale, cartoline, monete e design anni Sessanta. Oggi è privato, quarant’anni fa è stato acquistato dalla famiglia che vi abita e che ha eseguito attenti lavori di recupero.
A Faenza (Ravenna) si può visitare in via eccezionale la Capanna rustica, una rarissima testimonianza di arredo di giardino romantico di metà ‘800. All’interno si intrecciano realtà e immaginazione, con legno vero e legno dipinto, vetri colorati e una profusione di oggetti riferibili all’attività di un immaginario giardiniere, inclusi alcuni famosi manuali di cultura botanica dell’epoca.
Visitare la Casa Cesare Maltoni, a San Lazzaro, nel Bolognese, significa conoscere più da vicino la vita e le grandi battaglie dello scienziato, che fondò l’Istituto Ramazzini, centro di ricerca indipendente per gli studi sul cancro, e lanciò la prima campagna di screening di massa femminile per la prevenzione del tumore.
Spostandosi nelle Marche, ad Ancona, è visitabile il convento di Santa Palazia, poi diventato carcere: un complesso di edifici di Ancona sul colle dei Cappuccini. Per accedervi si attraversa un tunnel lungo circa cento metri, nei quali si ripercorrono, attraverso fotografie d’epoca, i momenti di paura e di terrore di una città devastata dai bombardamenti. La visita di concentra sulla memoria delle oltre 700 vittime del rifugio.
A San Benedetto del Tronto si può ripercorrere la lunga tradizione legata alla pesca visitando i cantieri navali che si trovano nella zona portuale. La storia di Piobbico, invece, situato ai piedi del Monte Nerone (Pesaro Urbino), è strettamente legata a quella della famiglia Brancaleoni. Il percorso delle Giornate Fai in questo borgo inizia alla Macina del Guado, utilizzata fin dal 1500 nelle campagne per la colorazione dei tessuti. Si prosegue poi lungo un affascinante cammino che, a metà percorso, passa davanti a una delle macine del guado che funge da piedistallo per una croce.
Il percorso si conclude con la visita alla Chiesa di Santa Maria in Val d’Abisso, nota per la sua architettura e per l’affresco ’L’Assunzione della Vergine’ di Raffaellino del Colle.